Esclusiva, Samuele Bernardini: “L'Enduro mi ha ridato gli stimoli”

Esclusiva, Samuele Bernardini: “L'Enduro mi ha ridato gli stimoli”

"La disciplina mi ha restituito ciò che avevo perso nel Motocross. Il terzo posto nel Mondiale E1, nonostante il gap in termini di esperienza, ha confermato la bontà della mia scelta"

12.01.2022 ( Aggiornata il 12.01.2022 18:36 )

Samuele Bernardini, a inizio 2020, era già un ex Crossista di MX2 e MXGP in cerca di una nuova identità. Poi il colpo di fulmine, come Paolo di Tarso sulla via di Damasco che da persecutore dei Cristiani sentendo la voce di Cristo scelse di convertirsi divenendo Apostolo delle genti prima di essere condannato e portato al martirio dai romani.

Gianni Belloni, del Team Lunigiana Honda-RedMoto, parla con Bernardini e lo convince a svolgere un test con la CRF 250RX Enduro sulle speciali in Toscana con l’obiettivo di farlo debuttare nell’Enduro agli Assoluti d’Italia e al mondiale E1 2021.

Bernardini si sente trasformato, forte, rapido, veloce, rinato. A fine test Belloni chiede: "Hai la possibilità di guidare la moto che hai sempre sognato. Vuoi diventare un campione?". La risposta è facile da intuire. Oggi, a 26 anni, si è messo alle spalle la carriera nella MX, dopo essere stato uno dei giovani più promettenti del vivaio italiano. E prepara la seconda stagione nell’Enduro, dopo un debutto promettente, con il terzo posto nel mondiale E1, guadagnandosi il titolo di Rookie dell’Anno di questa classe, e con la terza posizione anche agli Assoluti d’Italia nella 250 4T.

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Cosa ti ha spinto a lasciare la MXGP per passare all’Enduro?

“A parte la curiosità e il desiderio di guidare una CRF, a farmi decidere di lasciare la MXGP per l’Enduro è stata la voglia di cambiamento, volevo la valorizzazione dell’uomo-pilota. Nel mondiale Cross da diverso tempo c’è una regola ben chiara: se hai più di 23 anni devi lasciare la MX2 e le 250 4T, per passare obbligatoriamente alla MXGP dove c’è un livello elevatissimo, per guidare 350 o 450 4T ed essere competitivi. Moralmente ho sofferto un po’ questo passaggio ma dopo un anno nell’Enduro con il Team Lunigiana e la Honda-RedMoto, sono contento della mia scelta, anche perché nell’Enduro conto sull’esperienza acquisita in un anno, quindi posso soltanto crescere e cercare di fare sempre meglio”.

Quali sono le maggiori differenze che hai trovato passando dalle piste di Cross alle tre tipologie di speciali, cioè Extreme Test, Enduro Test e Cross Test?

“Le differenze sono numerose, a partire dalla preparazione prima della gara, con le lunghe camminate per studiare il percorso della speciale, e poi il fatto di gareggiare su terreni 'naturali', non come le piste modificate dall’uomo, è un’altra differenza”.

Approdare all’EnduroGP ti ha dato quelle certezze che ti hanno convinto della decisione di lasciare la MXGP?

“Come ho già detto, nella MXGP il livello si è alzato parecchio e ultimamente stavo soffrendo. Anche nell’Enduro il livello è alto, con molta competitività. Da parte mia, nutrivo il desiderio di rimettermi in gioco, provare a dare il massimo, imparare a cavarmela in qualcosa di nuovo mentre nell’ultimo periodo in MXGP tutti questi stimoli non c’erano quasi più. Nel 2021 è andata bene. Ora speriamo di fare meglio nel 2022”.

Hai avuto un rivale diretto nel debutto iridato?

“Il belga Antoine Magain, con cui ho lottato fino all’ultimo per la terza posizione”.

Anche agli Assoluti d’Italia sei finito sul terzo gradino del podio della 250 4T dietro ad Andrea Verona e al vincitore Matteo Cavallo.

“Si, è andata discretamente. Però devo ammettere che ho faticato di più rispetto al Mondiale perché le speciali sono risultate più complicate e poco veloci”.

Speravi di partecipare alla Sei Giorni, indossando la Maglia Azzurra dell’Italia?

“È soltanto un immenso onore poter indossare la Maglia Azzurra ma c’erano comunque altri piloti con più esperienza. L’Italia era una delle favorite, in più accanto alla propria competitività ha sfruttato al meglio l’assenza di almeno altre due Nazionali molto forti”.

Hai seguito la Sei Giorni assistendo a qualche giornata di gara da spettatore interessato?

“No, non ho potuto perché nella stessa settimana mi sono dovuto preparare per partecipare all’italiano Cross Prestige debuttando con la nuova Honda-RedMoto CRF 250R”.

Nel 2022 sei atteso a riconfermare se non migliorare quanto fatto nel 2021 perché Honda-RedMoto e Team Lunigiana hanno spinto per averti sulla nuova CRF 250RX Enduro.

“Migliorare sarà dura, con tanti avversari forti. Farò del mio meglio come sempre”.

Nel 2022 nella E1 ci saranno Oldrati, Guarneri, Cavallo, Magain, il rientrante Loic Larrieu e Verona, a meno che non cambi classe. Chi temi maggiormente?

“Tutti, perché sono Enduristi già collaudati, mentre io sarò soltanto al mio secondo anno anche se lavoreremo con il team per arrivare preparati, partecipando anche alle prime prove degli Assoluti MX”.

Con quale pilota è stato più emozionante condividere le tue sfide nel mondiale, tra E1 ed EnduroGP?

“Con tutti quelli che sono arrivati davanti a me perché, gara dopo gara, ho sempre cercato di precedere qualcuno di loro”.

In quali dettagli sei cresciuto nel 2021 e dove vorresti migliorare per essere ancora più protagonista nella stagione che sta per iniziare?

“Con un anno di esperienza ho soltanto capito cosa mi aspetterà nel 2022: ci sarebbe da migliorare un po’ tutto”.

Qual è lo stile di guida che, tra tutti i tuoi avversari del mondiale E1 e della EnduroGP, ti ha impressionato maggiormente e per quale motivo?

“Penso a Verona: sembra sempre che stia passeggiando, e poi guardando i suoi tempi nelle speciali rimani a bocca aperta. Mentre Josep Garcia guida da paura”.

Il Mondiale E1 ha avuto il podio tutto italiano. Cosa hanno avuto in più rispetto a te Verona e Davide Guarneri?

“Sicuramente avrei dovuto lottare di più per migliorare i miei tempi rispetto agli altri protagonisti. Parliamo comunque di piloti già abituati ad affrontare le gare di Enduro in determinate condizioni. Io, invece, arrivando dalle piste di Cross ero a corto di esperienza. Ecco perché ringrazio il Team Lunigiana ed Egidio Motta di Honda-RedMoto per non avermi mai messo pressione, aiutandomi a capire l’Enduro. E alla fine ci siamo tolti anche qualche soddisfazione”.

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