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Moto3, Rueda sul tetto del mondo in una stagione da incorniciare: ripercorriamola

Pubblicato il 5 ottobre 2025, 15:36
Lo aveva ipotecato da diverso tempo e oggi José Antonio Rueda ha vinto il titolo della Moto3. È lui il Campione del mondo della classe cadetta del 2025. Occhi vispi e profondi, con quell’accento tipico andaluso, dove non si lascia troppo spazio alle ‘esse’, e un sorriso timido che lascia intravedere un carattere che tende all’essere riservato, timido, introverso con le persone con cui non ha una certa confidenza. Tutto il contrario di come appare invece alla guida, dove ha dato spesso prova di essere molto generoso e di saper farsi valere, anche con quel pizzico di follia necessario.
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Il 2025 di Rueda tra gare vinte in solitaria...
Aveva vinto la sua prima gara iridata nel 2024, ad Aragon, conquistando anche altri tre podi e all’inizio di quest’anno il suo nome era sicuramente inserito nella lista dei favoriti, dei pretendenti al titolo. Pronti, via, in Thailandia si è presentato con una prestazione magistrale che l’ha portato a una vittoria schiacciante, con oltre sette secondi di vantaggio sul secondo, il suo compagno di squadra Alvaro Carpe. Vincere con questo vantaggio nella classe cadetta, il cui ultimo giro per tradizione riscrive il podio, la dice lunga sul talento di Rueda che durante la stagione di fatto non ha quasi mai deluso le aspettative. Nove vittorie fino a questo momento, alcune ottenute per distacco, altre con la giusta strategia e una bella dose di intelligenza. Nonostante i suoi 19 anni (ne compirà 20 il 28 ottobre) alla guida della KTM ha sempre messo in mostra una certa maturità accompagnata da quella lucidità che deriva da avere tutto ampiamente sotto controllo. Per esempio quando di ritorno dalla pausa estiva, sia in Austria che in Ungheria, si è “accontentato” della top 5 ottenendo punti preziosi.

… e sorpassi da applausi!
La sua è stata una stagione impeccabile, nella quale in gara non ha mai commesso errori importanti. L’unico zero che si ritrova nel palmares deriva da un problema tecnico avuto alla fine del penultimo giro del GP del Qatar, proprio mentre era in lotta per il podio. A parte questo piccolo neo, il resto della sua stagione è stato caratterizzato da podi, giri veloci e sorpassi degni di nota. Alcuni anche doppi, altri anche all’esterno, ovvero “por fuera” prendendo, chissà, spunto dal suo idolo Jorge Lorenzo, da cui ha preso il numero 99 in prestito. Una vittoria di rilievo fu quella firmata a Silverstone, quando per una penalità si ritrovò in fondo allo schieramento di partenza e giro dopo giro, sorpasso dopo sorpasso, risalì il gruppo, duellando sul finale con il debuttante Maximo Quiles e spuntando così il successo. Imprese queste che, nella storia recente, sono riuscite a piloti tipo Marc Marquez e Pedro Acosta nelle classi minori, per dirne due.

Perché Rueda scelse le due ruote? Ecco i motivi
Il salto di qualità dall’anno scorso a quest’anno non ha segreti, come ci aveva raccontato durante la stagione: "Il trucco è nel buon lavoro mio e del mio tecnico durante tutto il fine settimana". Pura concentrazione dunque, tanto impegno e quello spirito di sacrificio di chi ha una grande fame di arrivare. Del resto lui tra le moto è praticamente nato, con suo padre che ne era un grande appassionato: "Ne aveva una in casa e lo vedevo andarci in giro. È cominciato tutto da lì. Ho provato molti sport per vedere qual era quello che mi piaceva di più e alla fine sono rimasto con le moto. Gli altri erano collettivi e io volevo che tutto dipendesse da me. Non volevo perdere per colpa di un altro".
E oggi ha vinto per merito soprattutto suo.
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