Nepa, miglior italiano della Moto3: la resilienza di Stefano

Nepa, miglior italiano della Moto3: la resilienza di Stefano© Luca Gorini

Il pilota abruzzese è più forte di infortuni e sfortune: la vittoria è dietro l'angolo, prima del passaggio in Moto2 

11.07.2023 ( Aggiornata il 11.07.2023 10:42 )

Nella foto di copertina Stefano Nepa ci viene incontro, sorridendoci e con il braccio proteso e pronto a una bella stretta di mano. Il pilota abruzzese è proprio come lo vedete in questo scatto: positivo, allegro e, se lo conoscete, confermerete il grado di educazione superiore alla media. A dispetto di incidente e sofferenza, sua è la decima posizione in campionato, in qualità di italiano meglio messo nella Moto3 iridata.

Anche Pol Espargarò ha sofferto parecchio, ma a Goodwood tornerà in sella

Nepa, traumi infiniti come la passione

Il Medical Center di Austin prevede un grosso atrio, in cui gli amici dei pazienti attendono impazienti i pazienti, i quali vengono portati nelle camere ivi adiacenti, separate da almeno due porte e altrettante pareti. Stefano vi era appena stato trasportato, a seguito dell'incidente patito in gara, innescato da una manovra infausta di David Munoz.

Il terribile botto ha visto la KTM marcata Angeluss MTA Racing distrutta e il pilota disteso nella via di fuga. Il pensiero, dapprima, riponeva speranza di questo genere: "auguriamoci che Stefano abbia "solo" incassato un brutto colpo". Appena dopo, la riflessione diceva "Sì, e che questo colpo non sia alla gamba già lesa a Sepang mesi addietro".

Quella sala texana non riusciva a proteggere le urla di Nepa, giunte sino all'ingresso della struttura. Raffiorava il ricordo, recente, di un ritorno dalla Malesia all'Italia. Le operazioni chirurgiche, i salti compiuti da zio Adriano, il conforto di amici e familiari, la paura che tutto fosse (già) finito, la voglia di ricominciare più forte, anzi, forti di prima si stavano per materializzare. Di nuovo.

Nepa come Terminator: fermarsi? Giammai

Appunto, Adriano Nepa aveva di fronte agli occhi un deja vu e un secondo bivio: il nipote stava ancora male, doveva raggiungere l'Italia dagli USA e avrebbe affrontato una fase ulteriormente delicata. Cosa fare, cosa dire? Niente, se non agire. Presto e bene.

Facciamo un salto in avanti. Nessuno avrebbe tentato il tutto per tutto a Jerez, perché questo tutto per tutto poteva tramutarsi in niente di niente. Contrariamente, il numero 82 - presentatosi con occhiali da sole scuri e claudicando coadiuvato da stampelle - si dimostrò tenace, proprio come Terminator, ma quello buono ammirato nel secondo episodio della serie.

Salire in sella, e basta. Fa niente se la visita nell'ennesima struttura medica consigliava prudenza: Nepa era "fit", sicché valeva la pena provarci. E che pena. Ma ne è valsa un punto iridato, piccolo ed enorme, poichè significativo. L'abruzzese ha mosso la classifica anche all'Angel Nieto, malgrado fatica, impossibilità di allenarsi, caldo e avversari poco teneri. Il duro era lui.

Nepa, credici: podio in Moto3 e sella Moto2 possono essere tuoi

La seguente breve e sintetica storia non riuscirà mai a descrivere quanto condiviso assieme a Stefano, perciò ci "limitiamo" a giurare in lui un pilota scarsamente avvezzo ai limiti. Dire "no" a una sessione di allenamento? Giammai. Rifiutare la possibilità di effettuare un test? Ma scherziamo? Tirarsi indietro quando c'è la possibilità di sorpassare? Nemmeno pensatelo.

Punti anche a Le Mans, previa top ten ricoperta pure al Sachsenring e in Olanda. Attenzione alla dinamica del Van Drenthe, tracciato sul quale Nepa avrebbe potuto vincere. E non lo diciamo giusto per, è andata proprio così: mentre si giocava - perlomeno - il podio, la punta di Alessandro Tonucci e Aurora Angelucci è stata cacciata fuori pista. Diversaqmente non potremmo scrivere.

Quindi, i cronologici siglati e il passo gara mostrato se ne sono usciti larghi insieme alla possibilità di coronare sacrifici affrontati, miglioramenti palesati e qualità di miglior italiano della Moto3, sia in termini prestazionali che di classifica. Da Giulianova al mondiale, per un gradino del podio - magari il più alto - dietro l'angolo, a precedere un passaggio in Moto2 che sarebbe meritato. Su modelli di cilindrata maggiorata, le doti del primo Talento Azzurro della storia sarebbero esaltate. 

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