Moto3, Migno: “Categorie minori? Non basta più neanche il morto per cambiare le cose”

Moto3, Migno: “Categorie minori? Non basta più neanche il morto per cambiare le cose”© Luca Gorini

“Moto3, PreMoto3 e Supersport300 si sono ammalate nel corso degli ultimi anni” dice il pilota Snipers in un doppio lungo sfogo sul suo profilo Instagram

14.10.2022 ( Aggiornata il 14.10.2022 10:53 )

La morte di Victor Steeman a seguito del suo incidente in Supersport 300 in Portogallo ha riaperto il dibattito sulle categorie minori sia del Motomondiale che del Mondiale Superbike ma anche del nostro CIV. Maverick Vinales ha tuonato contro la Supersport 300 (nonostante il padre abbia il team) definendola “categoria inutile, il problema sono le moto”, mentre Andrea Migno è tornato a parlare delle categorie minori in un lungo doppio post sul suo profilo instagram.

Il pilota Snipers non è nuovo a riflessioni su quanto succede nel Motomondiale e non è nuovo a sfoghi sui propri social (come quello post Austin 2021 e l’incidente causato da Oncu).

Cosa deve succedere per cambiare le cose?


Il punto dello sfogo di Migno sono le categorie minori, secondo lui ammalatesi nel corso degli ultimi anni. Ecco cosa scrive nella prima parte del suo sfogo: “Mi sembra chiaro che ci sia qualcosa di sbagliato, mi riferisco alle categorie minori, quelle dei ragazzi giovani, degli adolescenti. E sottolineo che mi riferisco a quelle che possono essere la Moto3, la PreMoto3 o una SuperSport300, quelle categorie che si sono ammalate nel corso degli ultimi anni. Ormai non basta più neanche il morto per fare cambiare le cose, come dobbiamo fare? A chi ci dobbiamo interpellare? Cosa deve succedere per fare cambiare le cose? Sono anni che se ne parla e ce ne si rende conto ma le cose non cambiano e vanno sempre peggio! Sbagliatissimo, fatale! Le gare e il percorso delle categorie minori devono cambiare. Prima possibile. Fino a qualche anno fa, quando le cose andavano meglio, esistevano i duelli, gli ultimi giri a giocarsi la posizione tra 2-3 piloti vicini, massimo 5-6 quando era ‘una gara di gruppo’. Esisteva cercare di fare il miglior tempo in qualifica da soli senza scia, era normale. A oggi un’utopia per moltissimi, praticamente per tutti. Accadeva tutto ció nella stragrande maggioranza dei GP sul calendario del campionato.”

Nella seconda parte, invece, Migno propone di rifondare le categorie minori: “No, oggi non é più cosi. La situazione si è ribaltata. Oggi nella stragrande maggioranza dei GP di un campionato, ogni week end un gruppo di 20 e più piloti rischiano (e purtroppo anche peggio) la vita costantemente perché si ritrovano costretti ad inseguirsi e speronarsi per arrivare al risultato finale. Le gare della Moto3 sono le più belle da guardare, succede di tutto fino alla fine, da panico tutta la gara!”: quando sento questo tipo di frasi, mi sento sempre perlopiù sorpreso e segnato, perché é realmente cosi e in TV si percepisce una minima parte di quello che succede veramente in pista. É un’ escalation di rischi presi da tutti i piloti ogni curva, una guerra tra ragazzi. Il motorsport é pericoloso, se si aggiunge questa dose di rischi in più, gli episodi non possono che aggravarsi. Io credo che trovare il perchè non sia scontato, ma di sicuro credo che qualcosa debba cambiare".

PILOTI PIù DECISIVI


Probabilmente oltre alle questioni economiche delle quali non siamo qui per parlarne ma che esistono, sarebbe ora di dare ai giovani la possibilità di fare la differenza in sella alle loro moto, come nelle categorie superiori vedi Moto2 o MotoGP, SuperSport600 o SuperBike. Dove chi riesce ad andare più forte ed essere più efficace nell’arco di 1 e più giri, può determinare la differenza in pista! Nelle categorie minori non accade più, troppo raro vedere fare la differenza in pista sebbene il talento e gli attributi tra i piloti possano essere ben distinti al contrario di moto tecnicamente troppo facili da portare al limite per tutti. Le categorie minori vanno rifondate!!! Questo è il mio pensiero dopo un’altra vita persa in pista, portata via da questo meraviglioso mondo di passione e di gente straordinaria. Mi auguro di poter assistere ad un motociclismo migliore, che di passi in avanti né ha fatti tanti nel tempo e soprattutto negli ultimi anni, ma che adesso né ha bisogno ancora una volta e in maniera segnante. Non si può far finta di niente ancora una volta.”

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