Moto3, Migno esclusivo: “Io personaggio? Vero, ma senza risultati è inutile”

Moto3, Migno esclusivo: “Io personaggio? Vero, ma senza risultati è inutile”© Luca Gorini

Il vincitore del Qatar tra fatica e gag: "I sacrifici non sono finiti. I santini? Una genialata, ma quando sono nati hanno avuto poco successo"

10.03.2022 ( Aggiornata il 10.03.2022 13:56 )

Passano i giorni, ma negli occhi dei tifosi italiani e non c'è ancora la tripletta azzurra di Doha. Una tripletta iniziata da Andrea Migno in Moto3, che ha iniziato il 2022 prendendosi un successo che sa di liberazione, 82 GP dopo la prima volta, e che ne conferma il talento. 

Come hai festeggiato la vittoria?
 
“Lunedì sera ho fatto una cena con degli amici, mentre ieri ne ho fatta un’altra con i piloti, dato che siamo tornati tutti: mi sono tolto lo sfizio di una pizza, che non mangio mai. Più che di un festeggiamento, comunque, si è trattato di una scusa per stare insieme”.
 
Nel post gara hai parlato dei tanti sacrifici fatti in questi anni, un qualcosa che la gente a volte dimentica.
 
“Diciamo che certamente in questi anni non sono stato con le mani in mano, ma la strada anche in questo senso è ancora lunga. C’è ancora tanto da fare e non ci si può rilassare, dato che già nella prossima gara devo essere competitivo. Spesso non si vedono fuori i sacrifici, è normale”.
 
Da chi hai ricevuto il complimento più gradito?
 
“Non me ne viene in mente uno particolare, ma mi ha fatto piacere il fatto che in tanti si sono fatti sentire per congratularsi. E’ sempre bello sentire il calore delle persone”.
 
Negli anni sei diventato un personaggio. Ci fai caso o non ti tocca?
 
“Ci faccio caso, ma mi dico sempre che il personaggio non esiste se non è correlato a dei risultati. In primis ci devono essere quest’ultimi, che ovviamente sono la prima cosa che cercano i piloti”.

Migno: "I santini? Una genialata"


I tuoi santini spopolano. Come è nata la cosa?
 
“È nata dalla pagina Instagram Troll GP, che mi ha sempre tifato. L’idea è nata al Mugello nel 2019, ma senza avere un particolare successo. L’anno scorso invece è tornata di moda, e da Misano ha spopolato. È stata una genialata, dato che è fatto molto bene e sta bene con tutto, come il nero”.
 
Da fuori sembra che tu sia sempre quel pilota che carica gli altri, ad esempio nell’Academy. E’ cosi?
 
“Mi piace molto festeggiare quando un pilota amico coglie un risultato, dato che ti senti parte del successo, anche se non lo sei. Ovviamente ogni pilota ha un modo diverso di celebrare un risultato, ma il fatto che uno faccia o meno la festa in discoteca non lo rende migliore o peggiore”.
 
Chi invece regala la carica a te?
 
“Attualmente direi Mirko (Cecchini ndr) ed il mio preparatore Carlo Casablanca, oltre alle persone più vicine come la mia morosa e la mia famiglia. Con Mirko e Carlo lavoro direttamente per arrivare ad un risultato, quindi sono loro i miei punti cardine”.
 
Nel team Snipers sembra che tu abbia trovato quell’ambiente familiare che cercavi. È così?
 
“Mi sono trovato bene da subito nel team, in primis per quanto riguarda il clima. Si soffre e si sorride insieme: quando le cose vanno male si è pronti a mandarsi a quel paese, ma questo perché tutti hanno voglia di arrivare allo stesso obiettivo. Non ci si punta il dito, ma appunto si vivono tutte le varie emozioni insieme. C’è grande unità”.

Sei primo nel mondiale. Ora come si prosegue?

“Il modo migliore è non pensare a cosa come il titolo. Posso solo prepararmi per ogni weekend con l’idea di stare con i migliori: ci sentiamo tra i più forti, ma ci sono almeno dieci piloti che vanno forte, quindi è tutto da costruire”.

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