Romano Fenati: “Le gare Moto3 sono come il traffico di Bali”

Romano Fenati: “Le gare Moto3 sono come il traffico di Bali”© Milagro

"Le gare della Moto3 sono sempre più combattute, ma con la mia esperienza posso trovare la chiave giusta, anche per il campionato. Acosta fa cose speciali per la sua età, ma non è l’unico grande rivale"

08.06.2021 ( Aggiornata il 08.06.2021 19:21 )

Il Mugello, pista che ha ospitato l’ultimo appuntamento del Motomondiale, rievoca ricordi magici per Romano Fenati, che qui nel 2012 ottenne uno dei primi podi nel Mondiale, e due anni più tardi trionfò in una volata da brividi contro Isaac Viñales e Alex Rins.

Da qui in avanti, l’esperienza può essere un’arma in più nella corsa al titolo di un campionato fin qui dominato dal rookie Pedro Acosta. Anche se il 10° posto in Francia, che ha preceduto il sesto posto ottenuto in Toscana, ha deluso il pilota dell’Husqvarna.

“Non sono contento del risultato ma i punti conquistati sono importanti per il campionato. In gara non c’erano le condizioni perfette, visto che la pista era metà asciutta e metà bagnata. È stato molto difficile arrivare in fondo con le gomme da bagnato”.

Di sicuro a Romano non manca la fantasia nel descrivere la Moto3: nel 2017, da vice campione, definì le gare di gruppo “Il Gran Premio del Bronx”. Ora è passato al “Traffico di Bali”.

MotoGP: Remy Gardner al via con KTM Tech3 nel 2022

Inizio di stagione tra alti e bassi


A Jerez eri stato nel gruppo dei migliori fino a chiudere sul podio.

È stato un weekend positivo. Partivo quinto e la gara è andata bene, non sopra le aspettative, ma è andata meglio delle altre. Le corse in questa classe sono imprevedibili, a volte non vince il pilota più forte come capita in Moto2 e MotoGP. In Moto3 è come trovarsi in mezzo al traffico di Bali”.

L’inizio a Losail era stato con un 11° e un 10° posto.

“In Qatar eravamo molto competitivi, ma nella prima gara ho avuto la penalità per ‘jump start’: la moto si è mossa leggermente quando ho messo la prima, è stata sfortuna. Ma il regolamento parla chiaro: non ci si può muovere. Così ho svolto due Long Lap penalty e sono arrivato 11° a due secondi dal primo. Nella seconda gara ho ricevuto la penalità per ‘guida irresponsabile’ nelle qualifiche e sono partito dalla pit lane. Per la gara avevamo fatto una modifica al cambio per contrastare il vento, ma quando sono arrivato sul gruppo, con la scia di dieci moto il vento non c’era più e arrivavo al limitatore già a metà rettilineo. Prendevo quattro decimi in quel frangente, che dovevo poi recuperare nel misto. È stato un handicap con il senno di poi. Nulla da recriminare contro la squadra e contro di me. Di positivo c’è che ho chiuso con il gruppo di testa”.

A Portimao invece ti sei classificato settimo, cos’è successo?

“Andavo forte, mi sentivo molto meglio rispetto all’anno scorso ed ero riuscito a mettere la moto a posto. Sono rimasto nel gruppo di testa, ma perdevo troppo sul rettilineo, quei 20 metri che sono difficili da recuperare in frenata, soprattutto se poi vuoi anche sorpassare. A Jerez, invece, sono riuscito a restare assieme al gruppo in rettilineo e questo mi ha permesso di effettuare dei sorpassi, soprattutto in sicurezza e molto più facilmente”.

Un 2021 con la testa al futuro


Dopo i tre anni con Snipers, vivi la seconda stagione con il Max Racing Team: cosa hai trovato nella gestione-Biaggi?

“L’anno scorso, da quando sono riuscito ad andare forte, sono rimasto costante per tutto il campionato. Siamo sempre riusciti a crescere, un passettino alla volta. Merito della squadra, ma anche un po’ della mia esperienza”.

Quali obiettivi ti poni per questa stagione?

“Non me ne pongo a lungo termine, ma nel breve raggio. Voglio pensare gara per gara, e mantenere la continuità nelle posizioni di testa”.

In questi anni com’è cambiata la Moto3?

“Molto. Conta tantissimo la scia, per esempio in Qatar con il vento guadagnavo un secondo, un secondo e mezzo, e guadagnare così tanto senza fare nulla, quasi gratis, ti può consentire di partire in una determinata posizione. Intendiamoci, anche prima c’era il gruppone, ma rispetto a oggi c’erano meno sorpassi e meno nervosismo. Adesso è una lotta continua. È sicuramente molto più spettacolare e divertente, anche per noi, però le gare ti sfiniscono, anche perché le moto sono tutte uguali. Il livello si è alzato molto, siamo tutti al limite, i distacchi sono così minimi da risultare imbarazzanti, siamo tutti più vicini e ovviamente è più difficile”.

Pedro Acosta è stato subito velocissimo, pensi sia lui il principale avversario?

“Magari ci fosse soltanto lui (ride)! Il livello, come detto, si è equilibrato molto. Acosta comunque è molto forte, a Jerez mi è piaciuta una cosa che ha fatto e che facevamo nei primi anni della Moto3".

Quale?

"Ha dato il ‘tirone’ all’ultimo giro, ha spinto al massimo. Se guardiamo l’ultima curva (con la carambola generata da Öncü, nde) è stato anche fortunato, perché non è stato coinvolto nell’incidente, ma in realtà la fortuna se l’è creata perché è rimasto davanti e non ha pensato che magari potevano superarlo in rettilineo. Vedere questo tipo di gestione da un ragazzo di neanche 17 anni mi ha fatto piacere. Gli altri si sono trovati un po’ spaesati e poi purtroppo per loro hanno sbagliato all’ultima curva. Si sono fomentati, e ci sta l’errore. Anche gli altri hanno fatto una gara pazzesca. Il 10 lo meritava tutto il gruppetto”.

Il record di podi e gli allenamenti con Iannone


Tu compreso, anche perché il podio di Jerez è stato il tuo 26°: sei il recordman in questa classe.

“È una cosa bella per la carriera, però questi risultati sono soltanto sinonimo di tanta esperienza”.

Su quali piste ti aspetti di ottenere risultati importanti?

“Non c’è un circuito che mi piace, sono tutti molto belli e ognuno ha la sua particolarità. Ci sono piste in cui riesco a guidare in maniera diversa, tipo Le Mans o il Mugello”.

Punti al salto di categoria nel 2022?

, vorrei tornare a correre in Moto2”.

Sui social mostri immagini degli allenamenti con Andrea Iannone, quali sono i suoi consigli?

“Il più ricorrente è quello di superare all’interno (ride). Alla fine parliamo del più e del meno, non mi ha dato un vero e proprio consiglio in particolare. Stare insieme significa scambiarsi le opinioni, è un confronto. Una bella opportunità. Alla fine la Moto3 non è tanto simile alla MotoGP, ma tante cose magari si possono prendere come esempio, e se ci trovi un guadagno è sempre positivo. Poi io sono molto autocritico, secondo me si può sempre fare di più e quindi ascoltare e assorbire come una spugna è sempre positivo. Fa sempre comodo”.

MotoGP: Brad Binder e KTM insieme fino al 2024

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi