Esclusivo: Gianola, “La Moto3? Sembrano gare di minimoto”

Esclusivo: Gianola, “La Moto3? Sembrano gare di minimoto”

“Sembrano gare di minimoto, nessuno ha l’esperienza per fare una strategia. Fenati avrebbe dovuto essere in MotoGP con il talento che ha. Arbolino deve puntare a vincere il mondiale, perché è l’ora”

03.03.2020 17:00

Ezio Gianola è uno che di piccole cilindrate se ne intende: ha corso nel mondiale 125 dal 1983 al 1993, disputando 102 gare, con 9 vittorie e 30 podi, ai quali vanno sommati 12 pole position e 10 giri veloci. Ha sfiorato il titolo mondiale nel 1988 e nel frattempo ha conquistato sei titoli italiani.

Attualmente il pilota lecchese gestisce una società di Sport Management, la GRD, insieme ai professionisti Ripamonti e Di Pietto per dare un’assistenza completa – sia legale che di marketing – ai giovani talenti, che fa crescere nella sua Gianola Academy Race.

“Sono tutti appassionati, che seguivano Piro (Fabrizio Pirovano, ndr), quando correva ai nostri tempi”, spiega Gianola.

I suoi piloti di punta quest’anno saranno schierati nel CEV: Yari Montella, in Moto2 con il team Speed Up Ciatti, e Mattia Rato, anche lui nella classe di mezzo del campionato spagnolo.

La Moto3 come le Minimoto


Intanto Gianola non smette di osservare il mondiale Moto3. E noi gli abbiamo quali sono le sue aspettative per la stagione 2020.

“E’ impossibile fare previsioni nella Moto3”, esordisce Gianola. “Speriamo che spostino l’età di ingresso in Moto3 a 17 anni, perché da quello che vedo io oggi, mi sembra di vedere delle gare di minimoto. Non è possibile vedere 15 piloti che fanno battaglia senza imparare molto.

“In Moto3 ben che vada si imparano le piste, ma di fatto si danno solo delle gran sportellate: molti piloti arrivano troppo presto e non hanno una cultura: non sanno mettere a posto ciclistica, rapporti, sospensioni… non sanno gestire un turno di libere o di qualifiche o tanto meno la gara, che si decide all’ultima curva. Questo perché ci sono piloti di 15, 16 anni. Io negli anni Ottanta correvo contro Nieto Tormo, Lazzarini, Bianchi… noi dovevamo imparare, dovevamo affrontare specialisti con tanti titoli mondiali all’attivo. Oggi devono solo guidare: pronti via, ho visto gare da 15-20 piloti tutti ammassati. Perché sono troppo piccoli, forse cominciano ad imparare qualcosa nelle ultime gare della stagione. Così Dalla Porta l’anno scorso ha vinto perché aveva più esperienza, non un grande talentp, ma tanta gavetta, è stato bravo e l’ha sfruttato. Ragazzi che magari hanno più talento fanno solo casino e cadono. Poi quando vanno in Moto2 devono fare i piloti: infatti i rookie fanno fatica".

E' cambiato molto da quando correvi tu...

“Io ho esordito nel mondiale a 22 anni. Poi con Capirossi, Rossi, Melandri, le età si sono abbassate… sono arrivate moto molto più facili rispetto al bicilindrico, dove eri tu a fare la telemetria. Oggi devono solo imparare a gestire il turno, ma non hanno le basi… Vogliono arrivare tutti subito al mondiale, pensano di essere tutti Rossi, ma io non vedo un nuovo Gianola.

L’anno scorso l’unica volta dove ho visto un pilota tirare una gara e uscire dal gruppo è stato con Canet a Aragon, che è riuscito a tenere un bel ritmo senza sbagliare le curve, insomma a fare il pilota a gestire la gara, la forza fisica e mentale, le gomme... Secondo me anche se portassero l’età d’ingresso della Moto3 a 18 anni non cambierebbe niente. Valentino Rossi oggi corre a 41 anni, perché c’è una preparazione e un’alimentazione diversa rispetto a prima e oggi a 33- 34 anni un pilota non è finito.

“Una conferma arriva da Quartararo: l’ho sempre visto andare fortissimo, da quando aveva 14 anni e ha vinto il CEV. Hanno cambiato le regole del mondiale per farlo entrare prima del tempo, ma poi si era perso: le idee le ha messe insieme soltanto l’anno scorso, prima continuava a cambiare squadra e faceva un sacco di errori...”

Insomma, non c’è nessuno che vedi favorito quest’anno in Moto3?

“Sicuramenti i piloti di alcuni team notoriamente ‘forti’, come quelli di Alzamora, Gresini, e il Team  Leopard…

“Ma fino alle prime gare non si può sapere chi può vincere. L’anno Fenati l’han portato indietro, quest’anno magari con Biaggi riesce: avrebbe dovuto essere in MotoGP con talento che ha. Arbolino secondo me ha talento, deve puntare a vincere il mondiale, perché è l’ora, può farlo con la testa.

"Mi piace anche Vietti, lo conosco dal settore giovanile con Federazione, ha ottime doti, ma bisogna vedere se KTM sarà meglio o peggio di Honda.

"Masia ha tanto talento, però deve maturare, ma ha grandi possibilità: bisogna vedere chi ha vicino, perché i piloti così giovani vanno gestiti soprattutto da fermi.

"Anche Foggia è capace, ma deve maturare: una volta arriva nei primi 3 e una volta quindicesimo…”

Rossi ha una bella costanza...


E in MotoGP?  

“Marquez è il favorito, per farlo arrivare ottavo bisognerebbe bendarlo. Ma anche Viñales può giocarsela. Quartararo deve imparare a gestire la maggior potenza della moto, e deve stare attento a non farsi schiacciare dalla pressione. E poi c’è la Ducati, che è sempre forte. Certo, qualcuno che va forte in Moto2 lo metterei al posto di qualcun altro che magari ha 32-33 anni e in MotoGP e fa sempre settimo, senza fare nomi”.

Facciamoli i nomi invece!

“Uno per tutti: Crutchlow, che mi è anche simpatico, ma è 20 anni che è lì, ha vinto 2 gare ma sempre su problemi degli altri…”

E di Rossi cosa pensi?

“Vale è un grande nome, ma se fa sesto o settimo a tutte le gare… ha una bella costanza a star lì con quelli di 20 anni. Comunque, anche se corresse a 50 anni avrebbe più tifosi di tutti. Sembra sempre giovane, ma quest’anno anche Morbidelli gli starà davanti. Forse però in qualche gara può fare bene, come in America e in Argentina.. da Jerez in poi dove tutti hanno più chilometri e devi avere più velocità in entrata di curva e più scorrevolezza, Rossi dovrà guidare come Marquez e Quartararo, e con 20 anni in più fai fatica…”

Moto3: gli italiani chiamati alla vittoria in Qatar

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi