Pedro Acosta: "Il ritorno di Alonso in F1 come quello di Rossi in MotoGP"

Pedro Acosta: "Il ritorno di Alonso in F1 come quello di Rossi in MotoGP"© Luca Gorini

Lo spagnolo ha analizzato il futuro del motomondiale dal punto di vista mediatico, evidenziando alcuni punti critici

31.07.2023 ( Aggiornata il 31.07.2023 15:36 )

Complice una prima parte di stagione straripante caratterizzata da quattro vittorie e sei podi, nonché una lotta per il titolo che lo vedrà protagonista presumibilmente fino alla fine (magari con il nostro Tony Arbolino), Pedro Acosta sta adempiendo al suo destino. Una strada tracciata per lui sin dal suo arrivo nel motomondiale, quando vinse da subito fino a conquistare il titolo iridato nell'anno da rookie. La MotoGP sarà il giusto traguardo per un pilota che ha sempre mostrato le stigmate del campione, e non solo in pista, bensì anche fuori, non essendo mai banale nelle dichiarazioni e anzi, mostrandosi diretto e senza peli sulla lingua. In una recente intervista rilasciata a Speedweek.com, il pilota di Mazarron ha parlato della sua popolarità sempre crescente e dell'attenzione mediatica alla quale si è dovuto abituare dal primo giorno in cui ha messo piede nei circuiti del motomondiale: "Avevo 16 anni, sono entrato in Moto3 e subito mi sono trovato con più telecamere addosso di Marquez o Quartararo. Senza tutto ciò forse ora la vivrei in modo diverso".

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Acosta critica il sistema: "La Pay TV è un problema"

Acosta si è soffermato sulla difficoltà gestionale di tutta la mediaticità che l'ha travolto, pur riconoscendone la bontà e l'efficacia: "All'inizio è stato difficile gestire tutto, più di quanto lo sia adesso. Ma noi piloti dobbiamo capire le persone, noi possiamo essere i loro eroi, dobbiamo capire che quando vengono a una gara vogliono foto e tutto il resto. Fa parte del lavoro". Il campione del mondo Moto3 2021 ha preso una posizione netta riguardo tutto il sistema che ruota attorno alla MotoGP, relativamente alla difficoltà di arrivare al cuore delle persone: "Noi abbiamo un problema perché in molti paesi le persone devono pagare per guardare le gare in TV e questo non è buono. Quando ero piccolo, ricordo che all'ora di pranzo guardavo le corse in TV in ogni posto. Anche se non ti piaceva e non ti interessava davvero seguire la corsa, finiva per guardarla lo stesso, quindi la gente sapeva chi erano Dani Pedrosa, Valentino Rossi o Cal Crutchlow".

Lo spagnolo ha poi concluso giustificando il boom di ascolti che la Formula 1 sta ottenendo in Spagna nonostante la presenza della pay tv e ponendo in essere un paragone affascinante, anche se in uno scenario improbabile: "Come si può far conoscere la MotoGP se non diamo a tutti la possibilità di vederla? Ad esempio, in una famiglia con due figli, se la madre non lavora e lavora solo il padre, la prima cosa che faranno è tagliare la pay tv. Credo che per noi verranno tempi duri. Penso che due anni fa quasi nessuno guardasse la Formula 1, prima del ritorno di Alonso. È come se Valentino Rossi tornasse in MotoGP in questo momento".

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