Esclusiva Boscoscuro: vi racconto chi è Fermin Aldeguer

Esclusiva Boscoscuro: vi racconto chi è Fermin Aldeguer© Luca Gorini

Ha vinto Celestino Vietti in Argentina, ma lo spagnolo è stato uno dei protagonisti e il team manager ci ha raccontato alcune curiosità sul suo conto

06.04.2022 ( Aggiornata il 06.04.2022 14:46 )

Se qualcuno fino al weekend scorso non sapesse chi era Fermin Aldeguer, ora non può non conoscerlo. In Argentina ha dominato tutti i turni, ha conquistato la pole position e stava lottando per la vittoria, quando un incidente di gara l’ha costretto al ritiro. Siamo andati a parlare con il team manager dello Speed Up Luca Boscoscuro per conoscere meglio il 17enne (ha compiuto gli anni proprio ieri) di Murcia, che sta superando le aspettative in Moto2.

Che ragazzo è Fermin?

Sembra molto più maturo della sua età, soprattutto nel lavoro è molto professionale. Questo fa una differenza incredibile per l’età che ha. L’anno scorso con me ha fatto una stagione stupenda al CEV vincendo nove gare su undici e il primo test con la Moto2 l’abbiamo fatto lo scorso anno a marzo”.

Che tipo di rapporto avete?

Ottimo, anche di più. Lui voleva venire a lavorare con noi. Quando è venuto, che l’ho portato al Mondiale l’anno scorso con la sostituzione di Yari Montella, è stato felicissimo. Ora bisognerà raccogliere i frutti del suo talento. Domenica è stato un po’ sfortunato e ingenuo, ma abbiamo fatto un fine settimana incredibile. Non ricordo un pilota che abbia chiuso primo in tutti i turni compreso il warm up”.

Da un punto di vista umano come lo descrivi?

“È un figo! È simpaticissimo, ti prende in giro, ha sempre la battuta pronta. Come personaggio è top, è quello giusto. È un ragazzo splendido e molto intelligente. Un difetto non riesco a trovarglielo, se non che non è passato dalla Moto3 e mi dispiace. Se avesse disputato quelle gare, domenica la sua gestione sarebbe stata diversa, avrebbe avuto molto più esperienza”.

Ti ricorda in qualche modo Fabio Quartararo?

Dal punto di vista simpatia del ragazzo, che è sempre solare, sì. Poi sono diversi. Non è lo stesso tipo di pilota. Fabio ha già dimostrato chi è veramente, Fermin deve ancora crescere, è sulla strada giusta per diventare un pilota vero, però ci vuole ancora del tempo. Fabio ha vissuto dei momenti difficili nella sua carriera e poi ne è venuto fuori, la stessa cosa Fermin perché nel 2020 non pensava neanche di correre. Queste cose segnano, come quando Fabio era arrivato nel 2018, l’anno prima aveva avuto una stagione complicatissima”.

Cosa ti aspetti da Fermin in questo 2022?

Tutto quello che viene è ottimo. Per noi è un anno di esperienza con lui, ma ci sta stupendo. Non mi riferisco solo a domenica in Argentina, ma già nel weekend del Qatar. La pista era a lui sconosciuta, è difficile come layout, e gli altri avevano già fatto tantissimi chilometri. Al primo turno ha chiuso quarto e le qualifiche all’ottavo posto, a due decimi dal primo. Già lì capisci che c’è qualcosa di speciale".

Anche in Indonesia si è fatto notare.

"È andato fortissimo: aveva recuperato fino al quinto posto, poi la pista si è degradata e non ha voluto fare errori. Ma nelle FP3 con il bagnato aveva dato un secondo e quattro al secondo, non sono cose da pilota banale. Spero che continui a crescere, che porti a casa tanta esperienza e di poterla sfruttare in futuro”.

Hai un aneddoto da raccontarmi con lui?

È talmente normale… È un ragazzo tranquillissimo, se non sai che è il pilota, sembra un ragazzino che viene a giocare. Domenica mattina, che partiva dalla pole position, è stato difficile buttarlo giù dal letto, la tensione della gara non esisteva”.

Cosa gli hai detto domenica dopo la gara?

Sono cose che capitano, incidenti di gara. Le gare non sono facili. Lui non era neanche arrabbiato con Vietti. Secondo me una gran parte di colpa ce l’ha Vietti, ma lui poteva gestirla in maniera diversa. Questo è intelligente e lo capisce, non ha neanche perso tempo ad arrabbiarsi e a perdere energie. Era proprio sereno, della serie: “È andata così, mi dispiace un casino ragazzi”. Questa tranquillità è un ottimo approccio alle gare”.

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