Da Portimao a Sepang, test esclusi e con Qatar e Valencia ancora da affrontare: il record negativo verrà addirittura ritoccato?
Una RC213 V poggiata sul suolo, il resto del gruppo che continua la contesa. Raccapricciante immagine, riguardante i rappresentanti Honda, ovvero, i piloti che hanno figurato per conto dell'Ala dorata quest'anno. Da un calcolo relativo ai puri Gran Premi, il computo delle cadute dice: 59. La sensazione, putroppo, suggerisce di un numero da ritoccare al rialzo. Speriamo di sbagliarci.
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Il solo team Repsol HRC ha collezionato 50 "incidenti", termine a sintezzare tamponamenti, cadute e scivolate. A vestire i colori ufficiali Honda sono stati, sinora, i titolari Marc Marquez e Joan Mir, in aggiunta sono arrivati il tester Stefan Bradl e Iker Lecuona dalla SBK. Ebbene, almeno una volta se non di più, ognuno di loro ha toccato l'asfalto ed esplorato le vie di fuga.
Ci sono pure i piloti schierati dal satellite LCR che, ricordiamolo, vanta la sola vittoria condivisa con Alex Rins. Oltre al catalano - infortunatosi pesantemente - sono finiti giù: Takaaki Nakagami, ancora Iker Lecuona, e Takumi Takahashi. No, un attimo: l'ultimo dei due giapponesi ha partecipato alla sola tappa di Misano, mancando la qualificazione. Se non ci siamo persi un suo tonfo, tra i restanti nomi abbiamo 9 cadute.
Onestamente, ricordiamo nei test dai diversi piloti Honda errori di guida o imprecisioni. Ammettiamo di non averli contati ma, lo sappiamo, sono da mettere in conto, nel senso che possono capitare. Ci mancherebbe. Semmai il problema è un altro, inerente alle corse.
Mancano Qatar e Valencia, cioè, condizioni in cui serve spingere al limite e cercare risultato. Proprio nel suddetto frangente gli hondisti sbagliano, tentando di colmare la dichiarata scarsa competitività della quattro cilindri nippo. Sarebbe bello chiedere a quanto ammonti la spesa monetaria dei danni. L'avranno messa a budget, no?!
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