MotoGP, la guerra dei titoli: Liberty Media dimentica la storia del motomondiale

Per il promoter americano sono 8 i titoli di Giacomo Agostini e 7 quelli di Valentino Rossi e Marc Marquez. La storia e la FIM non cancellano però Ángel Nieto e tanti altri
MotoGP, la guerra dei titoli: Liberty Media dimentica la storia del motomondiale
© Luca Gorini/Gold and Goose

Mathias CantariniMathias Cantarini

Pubblicato il 2 ottobre 2025, 08:19 (Aggiornato il 2 ottobre 2025, 09:17)

Ciò che sembrava essere una voce del paddock, domenica mattina ha avuto la propria conferma: per Liberty Media, Marc Marquez è un sette volte campione del Mondo MotoGP. Nessun errore, sia chiaro, ma è così arrivata la conferma della decisione del nuovo promoter americano di considerare solo i titoli conquistati nella top class.

Biaggi: "Al Max pilota oggi suggerirei più diplomazia. Curioso per la MotoGP di Liberty"

Liberty Media dimentica, FIM e appassionati no

15, 12+1, 9… no, non stiamo dando i numeri. Sono i titoli mondiali conquistati rispettivamente da Giacomo Agostini, Ángel Nieto, Valentino Rossi, Carlo Ubbiali, Mike Hailwood e da qualche giorno anche Marc Marquez. Tra il GP Barcellona e quello di Misano era emersa l’indiscrezione secondo cui Liberty Media avrebbe smesso di considerare tutti i titoli ad eccezione di quelli della top class. Un primo assaggio di questa decisione lo si ha avuto proprio a Rimini nel weekend del GP di San Marino dove si è tenuta la presentazione della MotoGP Hall of Fame, un riconoscimento alla carriera dei piloti che hanno conquistato almeno due titoli o 24 vittorie nella top class del motomondiale. Una scelta che di fatto ha tagliato moltissime leggende come Ángel Nieto con i suoi 12+1 titoli (per via della propria scaramanzia, dovuta ad un incidente avvenuto il 13 novembre del 1977 lo spagnolo non ha mai voluto utilizzare quel numero) tra 50cc e 125cc , i 9 allori di Carlo Ubbiali tra 125 e 250, così come i 4 di Jorge “Aspar” Martinez, Max Biaggi e Walter Villa. Con la MotoGP Hall of Fame, Liberty Media ha cercato in punta di piedi – ma forse nemmeno troppo – di far passare per normale considerare solo i titoli iridati della top class. Una decisione che ha fatto molto discutere gli appassionati, ma che ha coinvolto inevitabilmente anche chi a distanza di 50 anni detiene ancora il maggior numero di titoli, ovvero Giacomo Agostini. Intervistato dai colleghi di As sull’esclusione di Nieto, Ago ha commentato:Ángel è una leggenda. Ha fatto la storia, non con la MotoGP ma con le 125cc e le 50cc. Ha vinto molto ed è stato un grande uomo. Per me dovrebbe essere un membro della Hall of Fame”.
La grafica ufficiale al termine del GP di Motegi ha incoronato Marc Marquez 7 volte Campione del Mondo MotoGP, portandosi alla pari di Rossi, secondi solo ad Agostini a quota 8. Anche senza un vero e proprio annuncio ufficiale è stato chiaro a tutti che per Liberty Media da ora in poi, gli unici titoli riconosciuti nelle comunicazioni ufficiali saranno quelli relativi alla top class, cancellando anche il termine 500 e uniformando tutto sotto il termine MotoGP. Sarà curioso vedere, come il nuovo promoter tra poche gare celebrerà i titoli mondiali Moto3 e Moto2, perché tali resteranno.
Ma che succede dunque ai titoli di Nieto, Agostini, Ubbiali, o quelli di Pedro Acosta (due volte iridato tra Moto3 e Moto2) e di tutti i recenti e futuri campioni del Mondo delle classi minori? Semplice, niente. Restano tali, perché Liberty Media non può cancellare i titoli assegnati dalla Federazione Motociclistica Internazionale (FIM). Il nuovo promoter a stelle e strisce potrà però continuare a evidenziare solo i titoli MotoGP, una scelta aziendale e di comunicazione che, condivisibile o meno, resta tale e si allinea a quanto già avviene in Formula1. Tra le quattro ruote infatti, dove Liberty Media è a capo dal 2017, la divisione tra F1 e le classi d’ingresso F2 e F3 è netta. Non solo a livello di conteggio di titoli, con quelli di quest’ultime non considerati, ma anche di spazi con le classi propedeutiche alla F1 fuori dal paddock principale riservato solo a quest’ultima, altra novità che sta arrivando ora anche nel motomondiale. Auto e moto sono tanto simili quanto diversi, e certe novità non sono state ben accorte dagli appassionati e di quei piloti che – per logiche commerciali – si sono visti “privare” di titoli conquistati con sudore e sacrifici. Se c’è una cosa della quale siamo certi è che nei suoi oltre 75 anni di storia, il Motomondiale ha vissuto tante epoche differenti, cambiando con l’evolversi dei tempi senza però mai dimenticare la propria storia, almeno fino ad ora.

MotoGP, Agostini infuriato: “Il più grande della storia? Né Marquez, né Rossi… sono io”

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading

Rivola: "Bezzecchi è diventato un leader senza forzarsi, deve essere una priorità per Aprilia"

Il CEO esulta: "Sapevo che fosse veloce, ma non così uomo squadra e lavoratore. Se non resterà con noi a lungo sarà per ragioni esterne. A Martin serve solo tempo"

GP Valencia, Marini: “Il risultato di perdere le concessioni è in gran parte merito della squadra”

“Non c’è più bisogno di rivoluzionare la moto, bisogna lavorare sui dettagli e capire quello che ci sta mancando ancora” commenta l’italiano di Honda HRC dopo il settimo posto in gara