Sino a pochi mesi orsono, nessuno - più o meno - avrebbe accettato di correre con Honda e Yamaha in MotoGP. Chiariamo, però, chi fossero questi "nessuno": chi già disponeva di una Ducati, chi era sotto contratto Aprilia e chi non sapeva a cosa stesse andando incontro la KTM. Gli scenari stanno progressivamente mutando: RC213V e M1, modelli dal CV comunque glorioso e nei tempi recenti in difficoltà, stanno crescendo, supportate da Team e Case alle quali non mancano due ingredienti fondamentali: voglia di risalire la china, soldi da spendere.
MotoGP di Gran Bretagna: le tre classi in TV
Nella sintesi dei commenti letti sotto ad alcuni pezzi pubblicati sulla pagina internet, emerge il tono di casualità a dipingere quanto ottenuto da Honda e Yamaha in sei appuntamenti sinora completati. Ingressi in Q2 ripetuti, due Pole Position di fila, un podio e una vittoria.
Si potrebbe dire che, grossa parte dei meriti, siano da attribuire al meteo di Le Mans, alla sensibilità e orgoglio di Johann Zarco, alla manetta repentina di Fabio Quartararo a Jerez. Vero, ma se una MotoGP non performa, non performa. E' una legge della MotoGP stessa. E i team LCR e Monster Energy lavorano bene. Tutto giusto, quindi.
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