MotoGP, se non vince Bagnaia, chi lo fa tra gli italiani?

MotoGP, se non vince Bagnaia, chi lo fa tra gli italiani?
Solo Pecco non basta più. Piloti nostrani in difficoltà nelle principali tre classi iridate a Le Mans: nessun podio successe in Catalunya quattro anni fa. MotoE "consolatrice" per il tricolore

14.05.2025 ( Aggiornata il 14.05.2025 09:58 )

Prendete questo articolo senza pensare che sia stato preparato da pensieri pessimistici. La scrittura è servita dai freddi numeri, condita però da una sommaria analisi. Se non vince le gare - e i titoli mondiali - Pecco Bagnaia, chi è in grado di farlo tra i restanti piloti italiani iscritti nelle tre classi principali?
La MotoGP di Le Mans ha evidenziato l'assenza del tricolore dai podi delle tre principali categorie, con tutto il rispetto e l'ammirazione per gli ottimi risultati conseguiti nella MotoE, a oggi considerata "un compendio" del calendario iridato. Lode e comunque complimenti ad Andrea Mantovani, Alessandro Zaccone, Mattia Casadei e Kevin Zannoni. 

Catalogna 2021-Francia 2025: i punti più bassi dello Stivale

A bruciapelo, vi verrebbe in mente quando nessun pilota italiano ha mancato almeno un gradino del podio nelle tre principali classi iridate? Ci vuole un po’ di tempo per arrivare al Gran Premio Catalogna 2021. Pecco Bagnaia, all'epoca giunto settimo al traguardo, ha salutato male Le Mans: il più titolato della pattuglia tricolore è rimasto a classifica ferma, per un doppio “zero”, anzi, “doppio zero” tremendo. Da quando è stata introdotta la Sprint del sabato - Portimao 2023 da doppietta per lui con Medaglia d’Oro e successo nel Gran Premio -  il peggiore fine settimana di sempre, a concidere col peggiore per gli azzurri. Con tutto il rispetto per i protagonisti della MotoE, serie elettrica dal futuro incerto e mai amata dai tifosi.

Tornando un attimo al 2021, quarta posizione ottenuta da Marco Bezzecchi in Moto2, ottavo posto di Niccolò Antonelli in Moto3 e, includendo ancora quella MotoE equipaggiata Energica, Alessandro Zaccone giunse quarto. Insomma, quattro stagioni orosono, per noi nemmeno una magra soddisfazione.

Tricolore in trionfo al Bugatti, grazie a un francese e il team LCR

Avete notato i dettagli? Hanno trionfato una moto dai colori della nostra bandiera, schierata da una squadra italiana. La RC213 V del team LCR è verde, bianco e rossa per mezzo dello sponsor Castrol, la formazione del veneziano Lucio Cecchinello, trasferitosi a Bologna e con base a Montecarlo ha un’anima italiana.

Il disastro del Bugatti era prevedibile? No, però è onesto sottolineare che qualcosa non va, oppure che va poco. Dopo la SBK di Cremona, caratterizzata da pubblico scarso e dominio dei piloti dello Stivale, il contrario: folla oceanica in Francia, ma scarsi risultati per i nostri piloti. Il momento è duro per il motociclismo nazionale nel paddock dei prototipi, e include Moto3, Moto2 e MotoGP. Nella middle class la terza poizione ottenuta sa Celestino Vietti Ramus in Argentina e il secondo posto di Tony Arbolino negli Stati Uniti.

Nella Moto3, peggio: Matteo Bertelle ha cominciato alla grande sulla KTM del team MTA, con due Pole Position e un terzo posto in Texas, prima di farsi male fuori dalla pista e rischiare la vita per i colpi ricevuti. Stefano Nepa corre nella stessa categoria da anni, Luca Lunetta doveva esplodere e speriamo non imploda, Riccardo Rossi offre alti e bassi, Nicola Carraro si vede poco, Dennis Foggia è involuto, Guido Pini è un rookie. Ma se da Guido si pretende il giusto, dagli altri di più, molto di più. E lo stesso concetto vale per la Moto2, al di là del fatto delle sole due presenze: Arbolino e Vietti Ramus. Sono previste tre wild card per Mattia Pasini e i colori Fantic, mica ci stupiremmo qualora il quarantenne romagnolo facesse meglio dei più giovani.

Veri giovani italiani assenti in MotoGP

Scusate se la definiamo così. La "crisi" sta arrivando pure nella massima serie. I nomi titolari in MotoGP sono sei, con Lorenzo Savadori settimo e sostituto di Jorge Martin, ma faticano a emergere. Addirittura, prendendo in causa i relativi parametri, proprio Savadori è da considerare il migliore dei nostri, nel suo umile lavoro di tester-collaudatore, al servizio della causa Aprilia.

Se non è Pecco Bagnaia a tenere alto l’onore, chi ci riesce?
Franco Morbidelli, autore di due terzi posti, è troppo incostante e, recentemente, ha incassato più colpi che punti. Fabio Di Giannantonio dispone della stessa Desmosedici GP25 (ebbene sì, adesso si chiama così) dei Factory Ducati, ma gli manca sempre qualcosa per definirlo terzo pilota ufficiale. Marco Bezzecchi sta disputando la “peggior” stagione di sempre nella classe regina, malgrado abbia l’Aprilia praticamente tutta per lui e una RS-GP dedicata alle sue esigenze. Enea Bastianini saluterebbe volentieri la KTM e il team Tech3, sicché ci chiediamo perché abbia scelto di entrarvi. Luca Marini è sotto l’Ala Dorata, mai al di sopra dei compagni Honda: il contratto gli scade a fine 2025, perciò deve stare attento e muoversi sul mercato. 

Di giovani in MotoGP chi abbiamo?
Bagnaia, 28 anni. Bezzecchi, 27 il prossimo 12 novembre. Morbidelli, 31 primavere il 4 dicembre. Diggia, romano verso i 27 anni. Marini, in direzione 28 anni. Savadori, trentaduenne sui campi gara da un tot. Per carità, mica parliamo di attempati, però scordiamoci i 20 anni da poco compiuti da Fermin Aldeguer e il ventunenne Pedro Acosta. Diciamola così: i nostri si trovano già nella seconda parte di carriera, nella quale si dovrebbe raccogliere anziché seminare. Ma questa seconda parte è, a volte, buona, in altre, insoddisfacente.

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