La prima fila ad Austin e la quinta posizione a pochi decimi dal podio nella Sprint in Qatar sono i primi segni di una rinascita per Yamaha. La casa giapponese non vuole però fermarsi qui e punta a ridurre ulteriormente il gap con Ducati in attesa della nuova moto col V4.
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La MotoGP arriva a Jerez, dove lo scorso anno Fabio chiuse terzo nella Sprint salvo poi venir penalizzato per la pressione troppo bassa della gomma anteriore lasciando la medaglia di bronzo a Dani Pedrosa. Per Yamaha dunque il circuito andaluso è tutto sommato una pista amica – anche in questi momenti difficili – che arriva in un momento comunque di positivi passi avanti mostrati tra Austin e Qatar. Il lavoro in casa Yamaha non si è mai fermato fin dai test a Sepang infatti il test team e i piloti titolari stanno scendendo in pista quasi ogni settimana per provare soluzioni utili a migliorare l’attuale M1: “Non stiamo facendo test tutte le settimane ma poco ci manca” - ha commentato Max Bartolini, direttore tecnico Yamaha – “Siamo appena stati a Valencia, poi saremo a Misano ed ovviamente a Jerez il lunedì dopo il GP. In futuro andremo a girare anche a Barcellona, stiamo cercando di sfruttare al meglio le concessioni e girare il più possibile”. I problemi della M1 sono ormai cronici, i piloti da anni lamentano la mancanza di grip e le difficoltà a scaricare a terra la potenza. “Continuiamo ad avere problemi di grip e nella gestione di quest’ultimo, stiamo lavorando su tanti aspetti: forcellone, telaio ed ovviamente elettronica per migliorare questa situazione. Abbiamo fatto dei passi avanti dal punto di vista dell’aerodinamica, non enormi ma comunque sono cose positive, così come il motore che è più potente ma non ancora quanto vorremo noi”.
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