Il finale è stato amaro, ma una delle cartoline più belle che il GP di Lusail ha regalato è senza dubbio quella di Maverick Vinales in grado di riportare la KTM nelle posizioni che contano. In pochi o forse nessuno avrebbe scommesso su tale binomio alla vigilia, invece lo spagnolo ha posto le basi della sua fantastica prova in qualifica con il sesto tempo, realizzando poi il vero capolavoro in gara.
Un giro alla volta infatti Maverick è risalito sino alla zona podio, e soprattutto è stato l’ultimo ad alzare bandiera bianca di fronte allo strapotere di Marc Marquez, riuscendo tra l’altro nel finale a tenere a debita distanza Pecco Bagnaia, conservando la seconda piazza. L’unico momento negativo della domenica dello spagnolo è arrivato a gara conclusa, con la penalità per pressione irregolare degli pneumatici, ma con grande spirito Maverick non ha perso il sorriso.
Del resto Vinales è forse l’unico portacolori KTM che attualmente ha delle ragioni per sorridere: Pedro Acosta sta faticando anche solo a replicare i piazzamenti dello scorso anno. Brad Binder non si affaccia da tempo nei piani alti della classifica ed Enea Bastianini è ancora alla ricerca della giusta confidenza in sella alla RC16.
Maverick invece – pur faticando – ha mostrato segnali di risveglio tra Austin e Lusail, fino ad arrivare a firmare – prima della penalità – il primo podio non Ducati della stagione. La grande esperienza maturata in sella a moto diverse tra loro sta aiutando lo spagnolo in questo senso, abile nello sfruttare i punti forti della RC16.
“E’ molto più facile superare con questa moto” ha confessato a Marc Marquez nel classico scambio di opinioni precedenti alla cerimonia del podio. “Va il doppio (rispetto all’Aprilia ndr) e puoi frenare tardi, però è difficile farla voltare” ha aggiunto, segno che nella mente di Maverick pregi e difetti della KTM sono già molto chiari. Ora la missione è quella di “vendicare” il podio sfumato di Lusail già nel prossimo GP, che nel caso di Vinales è quella Jerez che profuma di casa.
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