In un documentario DAZN, Maverick ha ripercorso gli anni con la Casa di Iwata, senza risparmiare accuse al suo ex team
Quello tra Maverick Vinales e la Yamaha è stato un matrimonio senza lieto fine. Arrivato nel box blu come l'erede di Jorge Lorenzo, il campione del Mondo della Moto3 2013 ha trascorso quattro stagioni e mezzo con la Casa di Iwata, un rapporto iniziato in maniera idilliaca e poi interrotto anzitempo dopo il GP Stiria 2021, quando Maverick fu accusato di aver rotto di proposito il propulsore della sua Yamaha M1.
Vinales ha parlato di questo e molto altro nel corso del documentario DAZN "Maverick: due vite", senza lesinare accuse nei confronti della struttura giapponese.
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“Quanto arrivai in Yamaha, entrai come un missile - ricordava Vinales a proposito dell'inizio della stagione 2017 - approdai lì con un’idea chiara, un obiettivo preciso, che fu l’unica richiesta che feci alla Casa: diventare campione del Mondo. Nient’altro, nessun’altra cosa, il resto non mi interessava. Infatti quando salì sulla Yamaha durante i test di Valencia me ne innamorai, chiesi di non toccarla, volevo quella che era stata la moto di Jorge. Volevo che portassero quella moto in Qatar, con quella avrei vinto il Mondiale. Ma una volta arrivato a Sepang, la M1 che desideravo non c’era più” ha lamentato il pilota di Roses. “Però vinsi la prima gara, la seconda, trionfai di nuovo a Le Mans e quello fu uno dei giorni più belli della mia vita perché avevo battuto il mio idolo Valentino Rossi. Ma al Montmelo iniziò un continuo cambio di cose, non capivo nulla, anche se dicevo di non toccare niente. Provai cinque telai differenti e questa situazione mi fece molto male, perché nessuno aveva la mia velocità in quella stagione”.
Lo scenario non cambiò nel 2018: “Dissi loro che volevo la moto del 2016, con cui nei test di Jerez riuscì a essere mezzo secondo al giro più veloce. Poi arrivammo ai collaudi di Sepang, e mi fu presentato un prototipo ancora differente”. Il biennio successivo fu poi colmo di difficoltà: “A Jerez 2020 ebbi un problema alle valvole del motore; i miei propulsori erano quelli con più problematiche. Completai l'anno con 3 motori, quando gli altri ne avevano 7 o 8. L’anno più facile per vincere il campionato è quello in cui abbiamo sbagliato di più. Se mi avessero ascoltato, oggi sarei Campione del Mondo, ne sono sicuro al cento per cento“.
Il 2021 segnò la fine del rapporto: “Iniziai vincendo, mi sentivo imbattibile. Poi non so cosa sia successo, la mia moto andava in modo molto diverso; non era più la stessa cosa. È stato allora che ho iniziato a diffidare. In Portogallo è stato un disastro, mi sono state cancellate due pole position per due volte. Era impossibile. Quelle piccole cose ti portano a uno stato di frustrazione e io dissi: o lo smetto o faccio saltare il banco. O loro o io”.
Poi arrivò la separazione dalla Casa giapponese, quando Maverick fu accusato di voler rompere di proposito il motore della sua Yamaha in quel di Spielberg: “Non era quella l’intenzione, ma volevo che capissero che non ce la facevo più e non potevo sopportare quella sensazione di frustrazione”.
Il resto è storia nota: Vinales passò in Aprilia, rimanendoci fino alla fine della stagione appena conclusa. Nel suo 2025 c'è la KTM Tech3.
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