Il direttore generale Ducati Corse ha commentato la vittoria dello spagnolo a Phillip Island, analizzando anche la situazione iridata tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin
Marc Marquez è stato il vero mattatore del Gran Premio d'Australia, vinto d'autorità dopo una partenza poco fortunata a cui è seguita una splendida rimonta. Il terzo successo stagionale dell'otto volte iridato ha impressionato Gigi Dall'Igna, che ha affidato al suo profilo Linkedin i commenti successivi al weekend di Phillip Island.
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“La sua vittoria è stata un capolavoro, su una pista a lui congeniale - ha esordito il direttore generale Ducati Corse - Marc si è scatenato come quando sente il profumo della vittoria. Lo ha fatto dopo un’incredibile rimonta che lo ha portato subito, con un’autorevolezza disarmante, a ridosso dei primi e poi al duello con Jorge Martin. La vera misura della sua forza sta nell’essersi ripreso subito da quella partenza molto sfortunata. Ha ribadito, qualora ce ne fosse bisogno, che lui è davvero lì, di nuovo al vertice della MotoGP".
Parole che ribadiscono la stima di Dall'Igna nei confronti dello spagnolo, che nel 2025 lascerà Gresini Racing per vestire i colori Lenovo al fianco di Pecco Bagnaia.
Tra i temi affrontati da Dall'Igna c'è la sfida iridata tra Jorge Martin e il campione del Mondo. "Martin aveva più da perdere rispetto a Marquez – ha proseguito il manager italiano – ma nonostante questo Jorge ha comunque cercato di imporsi, ma non a tutti i costi. Ha fatto una buona partenza e è rimasto davanti fino agli ultimi giri, senza tirarsi indietro quando si è trattato di ingaggiare una lotta entusiasmante con Marc, ma accontentandosi, dopo aver dato tutto, di conquistare punti, con la maturità necessaria. Jorge sale così a +20 su Pecco”.
Bagnaia appunto, apparso invece più in affanno a Phillip Island: "Gli è mancato qualcosa - ancora Dall'Igna - non ha mai trovato veramente il feeling con la moto e con il tracciato. Il tutto condizionato anche dal meteo di venerdì, condizioni che gli hanno impedito di metabolizzare gli automatismi necessari per esprimersi al meglio. Ha corso in difesa, facendo tutto quello che poteva, lottando con i primi finché ha potuto e poi perdendo terreno poco a poco, soprattutto nell'ultima parte della gara. Ma è proprio in queste situazioni che emergono i tratti di un combattente, di qualcuno che riesce a limitare i danni anche quando tutto sembra cospirare contro di lui. Ha fatto molto bene, salendo su un podio importante: nonostante non ci fosse più nulla da fare per la vittoria è riuscito a dire la sua e a stare a ridosso di quelli davanti”.
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