Calendario MotoGP: Liberty Media a caccia di nuovi mercati

Calendario MotoGP: Liberty Media a caccia di nuovi mercati© Luca Gorini

Dove? In primis in Sud America, ma è probabile lo stesso raddoppio dei GP statunitensi

10.05.2024 ( Aggiornata il 10.05.2024 14:16 )

La MotoGP è tornata in Europa. Un filotto che nei prossimi anni potrebbe venire meno perché Liberty Media pare intenzionata a eliminare l’eurocentrismo. Greg Maffei, il numero uno dei nuovi proprietari del Circus, non si è nascosto: “Ventidue GP è la quantità corretta e cercheremo di avere un mix di gare in tutto il globo”. L’ha ribadito Carmelo Ezpeleta nella conferenza stampa di Austin: “Quest’anno abbiamo una grande presenza europea ma siamo uno sport globale. Il successo ottenuto nel sud-est asiatico è una guida per far crescere lo sport anche nel Sud America. Gli stessi USA sono un’altra opportunità”.

Calendario MotoGP 2024

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Lo stesso comunicato sul trasferimento della maggioranza delle azioni si soffermava sull’internazionalità della MotoGP: “Dalla prima stagione, nel 1949, articolata su sei round in Europa, la MotoGP è cresciuta in modo significativo”. Ogni Paese dispone di una tappa con due eccezioni: la Spagna con quattro round e l’Italia con due.

Un’anomalia che dovrà essere sanata nei prossimi anni per trovare spazio nel calendario a mercati enormi. Il Sud America, con i suoi 442 milioni di abitanti, è il primo obiettivo. Peraltro nel 1961, grazie all’Argentina, l’America Latina fu il primo teatro di una gara extra-europea. In totale l’Argentina ha ospitato diciotto edizioni, il Brasile tredici e il Venezuela tre. Per giustificare il lungo viaggio e ammortizzare le spese, probabilmente in futuro il Sud America ospiterà due GP nell’arco di otto giorni: calendarizzarli tra fine febbraio e inizio marzo permetterebbe di allungare l’esposizione mediatica della MotoGP di alcune settimane, sfruttando nel contempo il periodo estivo dell’emisfero australe. Già nel 1977, 1978 e 1979 il Mondiale scattò in Venezuela, poco oltre metà marzo, un mese prima dell’approdo in Europa. Forte di 216 milioni di abitanti e 12,9 milioni di motocicli, il Brasile è il principale candidato.

Subito dopo viene la Colombia, superiore all’Argentina per popolazione (52 milioni contro 45,8) e parco circolante a due ruote (9,4 milioni a 6). Oltretutto la Colombia potrebbe giovarsi dell’entusiasmo per le gesta di David Alonso che, sebbene sia nato in Spagna, ha preso la nazionalità della madre, Sandra Gomez, originaria di Bucaramanga, città colombiana da 600mila abitanti. Con cinque GP vinti a soli 17 anni, Alonso pare destinato alla classe regina nell’arco di tre anni, in tempo per assistere al debutto del Paese nel calendario. Sulla scia di quanto accaduto in Formula 1, che fino al 2021 aveva un appuntamento annuale negli Stati Uniti (Austin) e ora se ne ritrova tre (con Miami e Las Vegas), anche la MotoGP dovrebbe moltiplicare la presenza negli USA.

Un paio d’anni fa Wayne Rainey dichiarò di ritenere fattibile la disputa di un GP al Barber Motorsports Park, a Birmingham, in Alabama: “È uno dei circuiti più affascinanti degli USA e del Mondo, se si considerano il museo e il modo in cui è strutturato. Dovrebbero apportare alcune modifiche, ma diventerebbe molto popolare nel Mondiale”. In alternativa si potrebbero rispolverare Indianapolis e Laguna Seca, teatro rispettivamente di otto e 15 GP, oppure più facilmente il nuovo impianto del Tennessee. È possibile anche l’incremento delle gare in Asia, che già conta sette GP. La prima scelta resta la Cina, sia per l’enorme bacino d’utenza che per la rapida ascesa dei brand locali, dalla CFMoto in Moto3 alla Kove nella Supersport 300. Puntando invece ai soldi facili delle dinastie più ricche al Mondo, si può ipotizzare un secondo round nel Medio Oriente dopo il Qatar.

Non va nemmeno escluso il tentativo di dare l’assalto all’Africa, magari con il Sud Africa, che dal 1983 al 2004 ospitò dieci GP. Tutto ciò andrà a scapito dell’Europa che, dai 12 GP attuali, scenderà probabilmente a nove: a pagare pegno sarà la Spagna con il dimezzamento delle gare a partire dal 2027. Non a caso, per evitare di uscire anzitempo, ad Aragón si sono affrettati a rinnovare fino al 2026. Rischia anche l’Italia, soprattutto se le presenze in circuito dovessero rimanere molto inferiori ai Paesi limitrofi: nel 2023 ci sono stati 135.670 spettatori al Mugello e 141.056 a Misano, a fronte dei 278.805 di Le Mans, dei 233.196 del Sachsenring e dei 173.017 del Red Bull Ring.

Con questo trend, Liberty Media potrebbe conservare un solo GP in Italia, credendo di raddoppiare le presenze sugli spalti. Che poi questa scommessa paghi, è tutto da vedere.

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