Circuito de Jerez – Angel Nieto: l’analisi delle criticità per la MotoGP

Circuito de Jerez – Angel Nieto: l’analisi delle criticità per la MotoGP© Luca Gorini

Ecco tutto quello che c’è da sapere sul tracciato andaluso, dove nel fine settimana si svolgerà il quarto appuntamento del Motomondiale

25.04.2024 ( Aggiornata il 25.04.2024 18:40 )

Si entra nella lunga fase europea del Motomondiale con ancora tanti punti interrogativi dopo il weekend sul COTA di Austin. L’unica certezza di questo primo scorcio di Mondiale è rappresentata da un Pedro Acosta che non ha timori reverenziali da rookie di categoria e che non è molto lontano dal raggiungere la prima vittoria iridata in MotoGP. Dall’altra parte i super favoriti della vigilia stanno steccando per ragioni diverse: Marquez sta ancora conoscendo la GP23 del team Gresini mentre le problematiche di gioventù della GP24 sono un piccolo cruccio nel campionato di Bagnaia.

Il Gran Premio di Spagna è entrato nel calendario del Motomondiale nel lontano 1950 e fino al 1988 si è corso sui circuiti di Montjuic e Jarama prima del passaggio definitivo a Jerez, sede dell’attuale Gran Premio di Spagna. Contando dal 1950 al 2022 sono 72 le edizioni del Gran Premio, 35 delle quali disputate a Jerez.

Storia, caratteristiche, incidenti, episodi controversi e topiche avvenuti a Jerez de la Frontera


Con Jarama ormai agli sgoccioli della sua esperienza nel Motomondiale, c’era bisogno di un nuovo tracciato che potesse ospitare il Gran Premio di Spagna. La location individuata per la costruzione del tracciato, intitolato alla memoria del grande Angel Nieto, è l’Andalusia, regione a Sud della Spagna caratterizzata da un meteo quasi sempre favorevole.

Il tracciato è stato costruito nel 1986 e l’anno successivo ha ospitato la prima edizione del Gran Premio di Spagna, per poi ospitarla nuovamente nel 1989 dopo aver ceduto il testimone a Jarama l’anno precedente. Il circuito Angel Nieto inizialmente (dal 1986 al 1990) misurava 4218 metri, c’era un complesso di curve prima di arrivare all’odierna curva Pedrosa (la vecchia Dry Sac). Successivamente sono state apportate delle modifiche al layout che ne hanno portato la lunghezza a 4428 metri: il tratto da curva 4 a curva 5 è stato allungato, è sparito il complesso di curve 6-7-8 che precedeva il tornante ed in più è stata inserita la chicane prima delle ultime due curve.

Attualmente il layout utilizzato è quello di 4423 metri che non ha la chicane, 13 curve delle quali 5 a sinistra ed 8 a destra, la carreggiata è di 11 metri ed il rettilineo più lungo è di 607 metri (quello che porta alla curva Pedrosa)

Incidenti

Nella storia di Jerez, tre sono gli incidenti degni di nota: quello di Mick Doohan del 1999 che ha posto fine alla sua carriera, quello a tre Pedrosa-Lorenzo-Dovizioso del 2018 e quello di Marquez del 2020 che ha dato il via ad una serie di operazioni per sistemargli il braccio destro. 

La stagione 1999 non è partita nel migliore dei modi per l’asso australiano, nonostante il secondo posto in Giappone alle spalle di Kenny Roberts Jr (vincitore, peraltro, delle prime due prove). Jerez rappresenta, dunque, il luogo del riscatto. Riscatto che però non avviene perché nelle prove Doohan si procura il secondo grave infortunio alla gamba che lo costringe ad annunciare il ritiro immediato dalle competizioni. A causa della pioggia che ha reso scivolosa la riga bianca di curva 3-4, la sua NSR500 #1 perde aderenza facendo cadere l’australiano che va a sbattere contro le protezioni esterne della stessa. Mick riporta la frattura del polso sinistro, della clavicola destra e di quella gamba destra già distrutta e salvata sette anni prima dal grande Dottor Costa.

Quello di Jerez 2018 è, senza dubbio, l’incidente a tre più famoso della storia. Siamo negli ultimi giri di gara e le due Ducati di Dovizioso e Lorenzo si stanno dando battaglia con Pedrosa alle loro spalle. Alla curva Dry Sac Dovi stacca forte ma finisce lungo, Lorenzo lo imita ma nel chiudere la curva tocca quel tanto che basta Pedrosa per fargli fare un highside. Lorenzo poi colpisce anche Dovizioso di “rimbalzo” causando il ritiro di tutti e tre. 

Il terzo, è quello più “fresco” perché ha come vittima il campione in carica Marquez. Marc, dopo un errore alla curva 4, rientra in pista per recuperare ma, una volta arrivato addosso a Vinales (secondo in quel momento con Quartararo primo ed in fuga), in apertura di gas la sua moto lo lancia per aria verso l’esterno della curva 4. Lo spagnolo è anche sfortunato perché la gomma anteriore della sua moto gli colpisce il braccio destro provocandogli la frattura dell’omero.

Episodi controversi

La storia di Jerez è piena di episodi controversi: l’highside di Crivillè nel 1996, la spallata di Rossi a Gibernau del 2005, Rossi su Stoner nel 2011 e la spallata di Marquez a Lorenzo nel 2013 giusto per citarne alcuni. 

Quello che succede nel 1996 all’ultima curva tra Doohan e Crivillè nel 1996 di fatto dà il via alla vendetta dello spagnolo sul compagno di squadra culminata poi con il contatto di Eastern Creek che lascia campo libero alla prima vittoria in carriera in 500 di Capirossi.  

Della spallata di Rossi a Gibernau del 2005 si è detto di tutto e di più. Rimarrà sempre uno degli episodi più controversi nella carriera di Valentino, dopo quell’evento Gibernau non vincerà più una gara in MotoGP. 

Terzo episodio controverso è la famosa caduta in gara di Rossi in una bagnata Jerez nel 2011 che coinvolge anche Stoner. Valentino andrà poi a scusarsi con lo stesso australiano che gli risponderà con quella frase che ogni tanto risalta fuori “la tua ambizione ha superato il tuo talento”

Il quarto episodio risale al Mondiale 2013, anno da rookie di Marc Marquez con la Honda ufficiale. Marc aveva come idolo Valentino e in un certo modo ha cercato di imitarne sia i lati positivi che anche quelli un po’ sporchi, come la spallata a Lorenzo nel finale di gara per prendersi il secondo posto alle spalle di Pedrosa.

Topiche

La topica più famosa che si collega a Jerez risale al 1992 nella gara della 250 e che ha come protagonista Pierfrancesco Chili. Frankie è secondo alle spalle di Reggiani quando esulta per il secondo posto convinto che la gara fosse finita, peccato che mancasse ancora un giro. Chili chiuderà quella gara in sesta posizione e la sua gaffe sarà “esempio” per altri colleghi oltre ad essere mostrata in tv in programmi satirici come “Mai Dire Gol”

I tratti caratteristici del circuito del Gran Premio di Spagna


I punti di frenata più difficili del tracciato andaluso sono: curva 1 a destra leggermente in salita teatro spesso di incidenti (Rossi ne sa qualcosa, abbattuto da Elias nel 2006), si arriva lanciati dal rettilineo principale e si deve frenare forte per avere un buona uscita verso la curva 2; curva 2, un tornante verso destra in discesa, anche qui molto importante la frenata e la percorrenza della curva; curva 5, lunga destra che immette poi sul rettilineo più lungo del tracciato andaluso; la Dry Sac, tornante a destra, facile andare lunghi in staccata e comprometterne l’uscita; le due curve a destra 9-10 da raccordare e la 13, l’ultima curva che immette sul rettilineo principale.

I punti invece di sorpasso sono: curva 1, prendendo una buona scia si può pensare di staccare forte e sorpassare; l’azzardo del sorpasso si può provare anche in curva 5 ma il rischio è l’incrocio di traiettoria di chi viene sorpassato; curva 6, la Dry Sac, staccata secca in fondo al rettilineo lungo; curva 8, si arriva dal piccolo allungo della 7 e restando attaccati al pilota davanti si può provare un sorpasso; curve 9-10, la doppia destra, si può attaccare alla staccata della 9 o addirittura nel tratto di raccordo prima della 10; curva 13, l’ultima, la Last Chance opportunity per vince la gara (Laverty in SBK e Guevara lo scorso anno ne sanno qualcosa) 

Statistiche e record del Gran Premio di Spagna


Il Gran Premio di Spagna quest’anno taglierà il traguardo delle 74 edizioni, così divise: 22 edizioni al Montjuic, 15 a Jarama e 36 a Jerez. Limitatamente al tracciato andaluso, l’albo d’oro di tutte le classi recita: 38 vittorie spagnole, 28 italiane (7 di Valentino Rossi), 13 giapponesi, 9 australiane, 7 tedesche, 4 americane, 3 inglesi, 2 francesi e finlandesi, 1 ungherese e sudafricana. 

La prima edizione a Jerez risale al 1987 con le vittorie di Wayne Gardner in 500, Martin Wimmer in 250 e Fausto Gresini in 125. L’ultima, quella dell’anno scorso, ha visto i successi di Pecco Bagnaia in MotoGP, Sam Lowes in Moto2 ed Ivan Ortolà in Moto3.

Per quanto riguarda la MotoGP, la Pole 2023 è di Aleix Espargarò in 1’37”216 mentre il giro veloce in gara è di Pecco Bagnaia in 1’37”989. 

Per quanto riguarda la Moto2, la Pole 2023 è di Sam Lowes in 1’40”750 mentre l’All Time Lap Record è di Aron Canet in 1’40”640. Di Sam Lowes è anche il giro veloce in gara in 1’41”366

Infine, per quanto riguarda la Moto3, la Pole 2023 è di Deniz Oncu in 1’45”668 mentre il nuovo giro record della pista in gara è di Ryusei Yamanaka in 1’46”016

MotoGP Spagna orari

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