Casey Stoner contro l'elettronica: "I piloti non possono fare la differenza"

Casey Stoner contro l'elettronica: "I piloti non possono fare la differenza"© Luca Gorini

L'australiano si è nuovamente scagliato contro la nuova concezione che c'è alla base della top class, troppo improntata sull'elettronica

09.04.2024 ( Aggiornata il 09.04.2024 12:34 )

Da sempre ambasciatore del "polso destro" puro e incontaminato da qualsivoglia interazione elettronica, Casey Stoner è recentemente tornare sull'argomento, confermando le sue decise idee e proponendo il paragone con la precedente era della top class, nei suoi ragionamenti sempre vittoriosa rispetto alla nuova. Nell'intervista rilasciata a "Motociclismo.it", il due volte campione del mondo ha lungamente spiegato le motivazioni alla base della sua tesi, per così dire, purista: "I piloti non possono più fare la differenza. Adesso escono di curva e hanno tutti il controllo di trazione che lavora allo stesso modo. Non succede nulla, non ci sono errori. È molto facile guidare in questo modo. L’unica area in cui possono fare un po’ di differenza è in frenata ed è per questo che vediamo così tanti errori e incidenti in quella fase".

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L'australiano è drastico: "MotoGP d'oggi facili da guidare, non si vede il vero talento"

L'ex pilota di Ducati e Honda ha portato avanti una vera e propria obiezione all'attuale modus operandi della MotoGP d'oggi, sempre più tendente alla tecnologia a scapito del puro talento: "Ritengo che le attuali MotoGP siano diventate troppo accessibili da guidare, senza voler sminuire le capacità di alcuni piloti, come la Formula 1, dove spesso si osserva una stretta competizione tra le due vetture di uno stesso team, anche in MotoGP le moto sembrano essere tutte omologate, con lo stesso equipaggiamento e la stessa elettronica. Le turbolenze causate dall'aerodinamica e il surriscaldamento delle gomme anteriori sono fattori che compromettono la visibilità del vero talento dei piloti. È un peccato, perché non sempre è evidente se il successo di alcuni piloti sia dovuto al loro talento o alla facilità con cui le moto moderne possono essere guidate in sicurezza".

Stoner ed il suo test nel 2016

L'australiano ha poi confrontato l'attuale epoca con quella sua e di Daniel Pedrosa, relativamente al modo di guidare: "Oggi sembra sufficiente piegare la moto e aprire il gas, senza la necessità di abilità particolari. Chi eccelle nelle fasi di frenata e di ingresso in curva ha indubbiamente un vantaggio considerevole al giorno d'oggi. Io e Pedrosa non eravamo necessariamente maestri nelle fasi di frenata e ingresso in curva, ma piuttosto ci concentravamo sul centro curva e sull'uscita. Proprio per questo approccio Dani, pur non essendo noto come uno staccatore, dimostra ancora una velocità impressionante, nonostante l'età e la sua assenza dalle gare da un po' di tempo".

L'australiano ha messo al centro della sua disamina il test effettuato nel 2016, a quattro anni di distanza dal ritiro: "Io mi sono ritirato nel 2016 ho avuto l'opportunità di partecipare a dei test ufficiali. Era un po' come ricominciare da zero, considerando che era passato tanto tempo e che stavo guidando una moto diversa, con gomme diverse. Tuttavia, sono stato sorpreso di quanto mi sia sentito subito a mio agio e veloce senza alcuna difficoltà. Durante i miei tre anni come tester Ducati, sono caduto solo una volta, in Austria, e in ogni sessione di test sono riuscito ad essere il più veloce". 

Casey Stoner: "Bisogna tornare ad un'indipendenza dall'elettronica"

Stoner ha poi concluso cercando di trovare una soluzione al problema: "Ho l'impressione che l'impiego dell'elettronica nelle corse motociclistiche abbia perso di vista il suo scopo principale, che è garantire la sicurezza dei piloti. Negli ultimi tempi, sembra che ci sia stato un cambiamento di rotta, con un'eccessiva enfasi posta sulla ricerca delle prestazioni a scapito dell'equilibrio tra sicurezza e performance. Questo cambiamento ha reso le gare meno coinvolgenti e ha omologato le moto, minando l'elemento di sfida e abilità nel controllo della potenza da parte dei piloti. La mancanza di varietà e individualità nelle moto attuali ha contribuito a rendere le competizioni meno interessanti e coinvolgenti. Personalmente, sono convinto che sarebbe più appagante ritornare a un approccio più equilibrato, dove la sicurezza dei piloti sia al centro dell'attenzione e dove il loro talento nel gestire la moto sia valorizzato senza dipendenza eccessiva dall'elettronica".

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