MotoGP, il giovane ed il vecchio: Acosta-Marquez come Rossi-Biaggi

MotoGP, il giovane ed il vecchio: Acosta-Marquez come Rossi-Biaggi© Luca Gorini

La nuova rivalità spagnola assomiglia in molti tratti allo storico dualismo tutto italico che caratterizzò i primi anni 2000

04.04.2024 ( Aggiornata il 04.04.2024 17:35 )

Come previsto, e per certi versi forse anche in maniera ancor più prepotente rispetto alle già alte aspettative della vigilia, l'esordio in MotoGP di Pedro Acosta ha aggiunto alla griglia della top class un pilota, oltre che un personaggio, destinato a dominare il futuro della top class. In sella alla KTM del team GasGas, (non la moto più competitiva dell'intero lotto) il rookie spagnolo ha impressionato per stile di guida, coraggio ed esuberanza, anche mediatica, conquistando la nona posizione in Qatar dopo aver intensamente flirtato con il podio per buona parte di gara e aver condotto il primo affondo nei confronti di Marc Marquez; e poi il primo podio di carriera a Portimao. La corsa portoghese rappresenta al momento il più esaustivo biglietto da visita circa l'immenso potenziale dello spagnolo, rapidissimo nell'apprendimento della gestione degli pneumatici e inesorabile in un approccio alla gara in cui ha mostrato tutta la sua crudeltà agonistica.

Al fine di conquistare già alla seconda gara di carriera il primo piazzamento sul podio, il campione del mondo in carica della Moto2 non ha subito particolari effetti pratici o emotivi derivanti dalla presenza in bagarre nè del campione in carica Pecco Bagnaia, nè tantomeno dell'otto volte iridato Marc Marquez. Proprio nei confronti del più blasonato connazionale, Acosta sembra aver posto particolare attenzione, non facendo sconti e anzi prendendosi dei rischi, punzecchiandolo in Qatar e affondando il colpo in entrambi i round fin qui svolti. La reazione di Marquez all'euforica sfrontatezza di Acosta e al suo talento, fino ad ora è stata caratterizzata da sorrisi e frasi quasi da mentore, eppure, la situazione è destinata a modificarsi, come insegnano le storiche rivalità della classe regina del recente passato e come prefigura la diverstià caratteriale dei due iberici.

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Cosi come Rossi, il meteorite Acosta ha impattato sulla MotoGP

Esuberante, politicamente scorretto e sovversivo nei confronti della gerarchia della top class, fino al suo arrivo saldamente rispettata. Il meteorite Acosta ha impattato sulla MotoGP, in un modo estremamente simile a quanto fatto vedere da Valentino Rossi, nel 2000, quando approdò in 500 ribaltando i canoni dell'ancien régime del motomondiale, tanto in pista quanto in relazione al rapporto con i media. Le recenti esternazioni di Acosta, facente parti di un chiaro progetto di attacco al potere detenuto dal nome e dalla reputazione di Marquez, prima ancora che il suo talento ricordano molto quello che fece lo stesso pilota Gresini quando, sin dalla prima gara disputata (Qatar 2013), strinse nel suo mirino lo stesso Valentino Rossi. Un antico rituale, datato quanto lo sport stesso, e non a caso richiamante il modus operandi del mondo animale, nel quale il giovane, arrembante e accentratore di un preciso destino assegnatogli dal suo stesso talento nonché dalla sua giovanile sete di affermazione, attacca il riferimento del branco.

Destinati a scontrarsi

Il carattere solare, il viso furbo e positivamente malizioso, di concerto al suo estroverso modo di guidare che ne riflette le caratteristiche sopracitate, stanno facendo lievitare i paragoni con Valentino Rossi, ancor più che con Marquez. Quando il futuro nove volte campione del mondo sbarcò tra i grandi della classe regina (e per la verità anche prima, quando correva nelle categorie minori), iniziò l’opera di rottura dell’equilibrio creato dall’attore protagonista principale in Italia e non solo, Max Biaggi. Il tutto utilizzando le stesse armi che, oggi, adopera Acosta, spavaldo e per niente intimorito (anzi, galvanizzato) dalle apparizioni televisive e dalle telecamere.

Allo stesso modo, dunque, Acosta mira a detronizzare il connazionale di Cervera, quest'ultimo agguerrito e senza dubbio pronto ad una rivalità destinata ad accendersi nel corso della stagione. Tra due piloti che, come fu per Rossi e Biaggi, hanno già dimostrato di accendersi (per ora con il sorriso) nel momento in cui incrociano le rispettive ruote in pista. Allo stesso modo di Rossi ai danni di Biaggi tra la fine degli anni 90' e l'inizio degli anni 2000', la simpatia di Acosta sta spopolando tra fan e addetti ai lavori; inoltre l'aver accettato con relativa leggerezza il ruolo di predestinato, riuscendo a cavalcare apparentemente in modo perfetto tale onda (altra peculiare affinità con Valentino Rossi), risulta essere un'arma particolarmente affilata da scagliare contro Marquez.  

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