Sul circuito texano i tre italiani avranno la chance di rivelarsi autentiche sorprese del week-end. Andiamo a scoprire il perché
L'avvio di stagione 2024 della top class ha generato una spaccatura, che divide i piloti al momento più in forma e quelli che invece hanno da recriminare un contesto tecnico che non li aiuta e, in certi casi anzi, li ostacola vistosamente nel riuscire a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle per performare al meglio. Tra essi ci sono sicuramente i tre italiani: Luca Marini, Marco Bezzecchi e Franco Morbidelli, sfortunati protagonisti di tre situazioni leggermente diverse tra loro sotto il profilo sostanziale ma ugualmente preoccupanti in relazione al proseguo di una stagione che se non raddrizzata in questa fase, potrebbe prendere una piega fastidiosa.
Tuttavia Austin potrebbe rappresentare per loro un'occasione particolarmente ghiotta, non solo per rimarginare le ferite provocate dalle difficili prestazioni del Qatar e di Portimao, ma anche per manifestare prestazioni e risultati oltre le attuali aspettative. Ovviamente, l'inserimento di Bezzecchi in questa dolceamara analisi è figlia di una considerazione a sè stante, per un pilota che non ha rispettato (al momento) lo status di costante contendente al gradino più alto del podio, ma che ad Austin potrebbe rivelarsi un inaspettato contender.
MotoGP come la F1? E se accadesse il contrario?
Che l'avventura in Honda non fosse la scelta più semplice con la quale convinvere si sapeva, ma forse neanche lo stesso Luca Marini si aspettava un inizio così difficile, in cui il miglior risultato ha coinciso con la diciassettesima posizione della gara lunga di Portimao. Da qui alle prossime gare e presumibilmente per tutto l'arco della stagione, è difficile che Marini vedrà con facilità la top ten, una situazione non facile da digerire ma che rientra nella progettualità dell'accordo siglato con Honda, intenta a fornire delle nuove basi per rilanciarsi in top class in termini di prestazioni.
Ciononostante, Austin potrebbe fornire un input importante per velocizzare la curva di crescita dell'ex pilota Ducati VR46. La pista texana si è sempre conformata alle caratteristiche tecniche della moto di Tokyo, come dimostrano le sette vittorie di Marc Marquez ed il trionfo di Alex Rins nella passata stagione in sella alla Honda del team LCR. Allo stesso tempo, Marini ha sempre manifestato una certa predisposizione per il saliscendi americano, andando vicino alla vittoria proprio nella passata annata, terminando solamente alle spalle dello spagnolo.
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