Brembo, in MotoGP anche nel 2024: come si sono evoluti

Brembo, in MotoGP anche nel 2024: come si sono evoluti© Luca Gorini

La casa lombarda anche nel 2024 fornirà gli impianti frenanti a tutte e 22 le moto in griglia nella top class del motomondiale

06.03.2024 ( Aggiornata il 06.03.2024 09:17 )

Da ormai diversi anni Brembo ha il monopolio della componentistica legata agli impianti frenanti del motomondiale, in particolar modo in MotoGP dove negli anni ha continuato a lavorare sui materiali e tecniche di produzione per rendere sempre più sicuri e prestazionali i freni della top class.

L'evoluzione della specie: dal tamburo al carbonio

Quando il motomondiale cominciò nel 1949 e fino al 1972 i freni, seppur cambiando nella dimensione restarono a tamburo mentre dal 1973 l’arrivo dei freni a disco fece migliorare sensibilmente potenza e la modulabilità della frenata. I primi dischi erano fissi ed in alluminio per essere il più leggeri possibili e ridurre al minimo le masse non sospese che avrebbero appesantito la guida della moto rispetto ai freni a tamburo. Questi dischi erano si leggeri ma troppo delicati, così nel 1985 debuttò il disco flottante con campana in alluminio e pista frenante in ghisa. Quest’ultimi durano assai poco perché vengono presto sostituiti da dischi flottanti con campana in alluminio e pista frenante in acciaio. Questo tipo di dischi sono utilizzati ancora oggi in praticamente tutte le moto stradali, in Superbike e nelle classi d’ingresso del motomondiale, mentre nella top class dalla fine degli anni ’80 utilizza dischi in carbonio. Questa tipologia di disco è stata utilizzata anche in 125 e 250 prima che venisse proibito per ridurre i costi.

In MotoGP oggi si utilizzano dischi in carbonio di diverse dimensioni e con piste frenanti più o meno spesse in base alla tipologia di circuito. Nel 2014 Brembo ha introdotto il disco a pista frenante maggiorata disponibile con un diametro di 320 o 340 millimetri anche se nel GP del Giappone 2023 ha debuttato un nuovo disco flottante in carbonio ventilato da addirittura 355 millimetri! Rispetto ai dischi “stradali” un disco in carbonio della MotoGP pesa tra i 200 e i 400 grammi in meno fermando la bilancia a 1kg contro gli 1,4 di un disco pari misura stradale. I dischi in carbonio permettono frenate incredibili rispetto a quelli in acciaio con temperature d’esercizio molto più alte, fino a 900°C mentre sotto i 200°C i dischi in carbonio non riescono ad offrire le adeguate prestazioni, motivo per cui fino a qualche anno fa durante le gare bagnate anche le MotoGP montavano dischi in acciaio. Negli ultimi anni invece grazie a speciali cover e la continua evoluzione dei materiali del disco anche nelle gare con temperature più rigide è possibile utilizzare i dischi in carbonio. Quest’ultimi hanno una durata di circa 1000km a coppia, mentre le pastiglie arrivano a circa 900km, anche di quest’ultime ne esistono ovviamente di due tipi una per i dischi con pista frenante “normale” ed una per i freni “big mass”. Ovviamente anche le pinze freno sono diverse da quelle utilizzate nelle normali moto stradali, le pinze freno della MotoGP sono prodotte lavorando dal pieno un blocco di alluminio-litio mentre i pistoncini sono in titanio.

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