Pedro: "Devo capire la RC16 e crescere di peso: durante la preparazione ho preso 3 chili e mezzo, ero 60, vorrei arrivare a 65"
Un anno di Moto3 - corredato da titolo mondiale - due anni di Middle Class - celebrati col successo 2023 - sono sufficiente a Pedro Acosta nel suo debutto in MotoGP? Lui stesso, interrogato durante la presentazione del team GASGAS Tech3, ha risposto così: "Non lo so, non lo so" ammette, consapevole che in pista verificherà se sia preparato o meno alla sfida: "Ora come faccio a rispondere? La mia carriera è breve. Tutto è successo velocemente al mio debutto, poi ho dovuto affrontare difficoltà in Moto2, imparando tanto. Vedremo, qundi, come andrà nella categoria regina".
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Il massimo dei massimi prototipali è la MotoGP, esigente in ciascuna sua forma: "Infatti" Pedro continua "Sto lavorando sul mio stile di guida, tenendo a mente l'andamento del test del Ricardo Tormo. Devo migliorare anche alcuni aspetti della preparazione fisica, allenandomi a casa e col gruppo degli atleti Red Bull. Braccia spalle, petto: serve più forza a bordo di un prototipo del genere, lo stress è maggiore".
Ecco un dettaglio interessante. Come per Alvaro Bautista, però per motivi diversi, Acosta sta salendo di peso: "Al momento ne ho messi su 3 di chilogrammi. Ero 60 nel test di Valencia, adesso sono 63, forse 63,5. Onestamente, non voglio salire troppo, sebbene il target sia di arrivare a 65, che è la media generale. Rispetto agli altri ragazzi, io sono più piccolo"
Piccolo, sì, ma con due attributi caratteriali enormi: "Ho sempre dovuto gestire la forte pressione esercitata da media, soprattutto dopo aver vinto il primo titolo mondiale. Ogni giorno della mia vita è così. provare a essere normale, concentrandomi su me stesso, divertendomi in ciò che faccio. Quando vado in Austria coi ragazzi del Pierer Mobility Factory, penso al lavoro da fare, serenamente".
Abituato alle tinte KTM, lo spagnolo di Mazarròn ha dovuto cambiare abiti: "Mi piace il rosso, anche se a Valencia mi sentivo strano, a seguito di anni vestito d'arancione. La cosa certa rimane il supporto, al massimo garantitomi da Red Bull e Pierer Mobility. Sono convinto di trovarmi nel posto giusto, vestendo i colori giusti".
Ulteriore cambiamento, il box. Nel Tech3 di Hervè Poncharal ci sono professionisti da scoprire: "Cambiare? Mica è facile. Negli anni precedenti ho lavorato assieme alle stesse persone, adesso ho incontrato professionisti da conoscere. Il Gruppo mi ha messo a disposizione le persone migliori che potevano. Due settimane fa sono stato in fabbrica, mi è piaciuto spendere tempi coi ragazzi. Andremo incontro a una buona stagione. Vedremo come saranno i risultati ma, come ho precisato, adesso ho tutto fuorché posizioni o target di sorta".
In chiosa, aggiuntive questioni su tattiche, piani o strade da seguire, esautorate previa stessa premessa: "Non ho piani o strategie, se non che capire ulteriormente la RC16. Non posso perdere tempo per altre cose, comprendendo l'utilizzo della gestione elettronica, ii comportamento delle gomme e tutto il resto. Ci sono aspetti positivi già riscontrati. Io e il team sappiamo che in Malesia potrebbe piovere, ne sfrutteremo i momenti. Abbiamo la volontà di arrivare al Gran Premio del Qatar pronti a ogni situazione. Finedo il discorso sugli obiettivi, sarebbe da matti averne uno specifico, con solo un giorno speso sulla moto".
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