Acosta: "Con un solo test, è da pazzi porsi obiettivi in MotoGP"

Acosta: "Con un solo test, è da pazzi porsi obiettivi in MotoGP"

Pedro: "Devo capire la RC16 e crescere di peso: durante la preparazione ho preso 3 chili e mezzo, ero 60, vorrei arrivare a 65"

29.01.2024 14:23

Un anno di Moto3 - corredato da titolo mondiale - due anni di Middle Class - celebrati col successo 2023 - sono sufficiente a Pedro Acosta nel suo debutto in MotoGP? Lui stesso, interrogato durante la presentazione del team GASGAS Tech3,  ha risposto così: "Non lo so, non lo so" ammette, consapevole che in pista verificherà se sia preparato o meno alla sfida: "Ora come faccio a rispondere? La mia carriera è breve. Tutto è successo velocemente al mio debutto, poi ho dovuto affrontare difficoltà in Moto2, imparando tanto. Vedremo, qundi, come andrà nella categoria regina".

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Acosta a Valencia, aspettando Sepang e Luisal

Il massimo dei massimi prototipali è la MotoGP, esigente in ciascuna sua forma: "Infatti" Pedro continua "Sto lavorando sul mio stile di guida, tenendo a mente l'andamento del test del Ricardo Tormo. Devo migliorare anche alcuni aspetti della preparazione fisica, allenandomi a casa e col gruppo degli atleti Red Bull. Braccia spalle, petto: serve più forza a bordo di un prototipo del genere, lo stress è maggiore".

Ecco un dettaglio interessante. Come per Alvaro Bautista, però per motivi diversi, Acosta sta  salendo di peso: "Al momento ne ho messi su 3 di chilogrammi. Ero 60 nel test di Valencia, adesso sono 63, forse 63,5. Onestamente, non voglio salire troppo, sebbene il target sia di arrivare a 65, che è la media generale. Rispetto agli altri ragazzi, io sono più piccolo"

Piccolo, sì, ma con due attributi caratteriali enormi: "Ho sempre dovuto gestire la forte pressione esercitata da media, soprattutto dopo aver vinto il primo titolo mondiale. Ogni giorno della mia vita è così. provare a essere normale, concentrandomi su me stesso, divertendomi in ciò che faccio. Quando vado in Austria coi ragazzi del Pierer Mobility Factory, penso al lavoro da fare, serenamente".

Da arancione a rosso: colori diversi, medesima sostanza per Pedro

Abituato alle tinte KTM, lo spagnolo di Mazarròn ha dovuto cambiare abiti: "Mi piace il rosso, anche se a Valencia mi sentivo strano, a seguito di anni vestito d'arancione. La cosa certa rimane il supporto, al massimo garantitomi da Red Bull e Pierer Mobility. Sono convinto di trovarmi nel posto giusto, vestendo i colori giusti".

Ulteriore cambiamento, il box. Nel Tech3 di Hervè Poncharal ci sono professionisti da scoprire: "Cambiare? Mica è facile. Negli anni precedenti ho lavorato assieme alle stesse persone, adesso  ho incontrato professionisti da conoscere. Il Gruppo mi ha messo a disposizione le persone migliori che potevano. Due settimane fa sono stato in fabbrica, mi è piaciuto spendere tempi coi ragazzi. Andremo incontro a una buona stagione. Vedremo come saranno i risultati ma, come ho precisato, adesso ho tutto fuorché posizioni o target di sorta".

In chiosa, aggiuntive questioni su tattiche, piani o strade da seguire, esautorate previa stessa premessa: "Non ho piani o strategie, se non che capire ulteriormente la RC16. Non posso perdere tempo per altre cose, comprendendo l'utilizzo della gestione elettronica, ii comportamento delle gomme e tutto il resto. Ci sono aspetti  positivi già riscontrati. Io e il team sappiamo che in Malesia potrebbe piovere, ne sfrutteremo i momenti. Abbiamo la volontà di arrivare al Gran Premio del Qatar pronti a ogni situazione. Finedo il discorso sugli obiettivi, sarebbe da matti averne uno specifico, con solo un giorno speso sulla moto".

 

 

 

 

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