MotoGP 2027: ipotesi 3 o 5 cilindri

MotoGP 2027: ipotesi 3 o 5 cilindri

Tra le  proposte sul tavolo dei Costruttori, plurifrazionamenti da 850 centimetri cubi: visione futura o ritorno al passato?

27.01.2024 ( Aggiornata il 27.01.2024 15:27 )

Benché trattasi di semplici voci da paddock, sono da considerare interessanti. E' dato per certo il cambio generazionale che la MotoGP affronterà tra la fine del 2026 all'inizio del 2027, previo Regolamento Tecnico riscritto, voluto per diversi motivi, tra cui: contenimento costi, raffreddamento prestazioni e rallentamento della sofisticazione. Si riveleranno voci soddisfatte? Tutto da verificare, come da appurare se la cilindrata concessa sarà una 850, e il frazionamento a 3 o 5 cilindri.

Trackhouse ha presentato il team MotoGP, con Oliveira e Fernandez su Aprilia

Aprilia RS Cube: la prima 3 cilindri della MotoGP

Prettamente parlando di classe MotoGP a quattro tempi con cilindrata massima a 990 centimetri cubi, è l'Aprilia RS Cube il primo prototipo tricilindrico iscritto nella categoria. In azione dal 2002 al 2004, proponeva concetti tecnologici interessanti, tra cui il tre cilindri in linea di derivazione Cosworth, il richiamo pneumatico delle valvole, il ride by wire e la frizione in carbonio.

Limiti di ciclistici, elettronica non ancora ai livelli attuali per gestire qualcosa come 260 cavalli, gomme Dunlop al di sotto delle capacità Michelin, queste arrivate (ormai) tardi. La nera di Noale faticò parecchio, comunque stupendo per bellezza, sound e innovazione dei concetti presenti in griglia. Il taglio dei fondi stabilito dal Gruppo Piaggio tarpò ali mai nate, ma dopo anni arrivò la RS-GP, invece competitiva, affidabile e... quattro cilindri.

Honda RC211 V: la prima 5 cilindri della MotoGP

L'Ala dorata aveva già "abituato" il pubblico, proponendo esercizi tecnologici ritenuti folli, contestualmente geniali. Citiamo la NR500 a pistoni ovali e, appuhto, la RC211 V, arma totale - e vincente - pensata per la MotoGP prima maniera, dominata quasi in lungo e in largo.

Ottimi valori di potenza massima, doti di coppia invidiabili, erogazione dolce e progressiva, guidabilità eccellente. L'insieme del progetto fu descritto "facile" da coloro abbiano avuto il privelegio di condurla in pista, e i punti positivi hanno sovrastato le note negative. Come dissero in tanti: "Honda sfiorò la perfezione assoluta".

La difficile "era 800" della MotoGP

Se veramente è stato deciso che si correrà con le 850, è giusto ricordare l'era 800, introdotta dal 2007 al 2011. Anziché spendere meno, i team tirarono fuori dalle casse ulteriori soldi, perché regimi di rotazione altissimi, capienza serbatorio abbassata, gestioni elettroniche evolute esigevano continue ricerche e sviluppi nella ottimizzazione di potenza, consumi e sfruttabilità.

L'erogazione appuntita venne paroganata alle ormai datete 2 tempi, ma le MotoGP erano invece 4 tempi. Da tenere a mente il minico storico registrato dal 2009 al 2011, con soli 3 marchi iscritti: Ducati, Yamaha e Honda. I motivi? Li potete immaginare: gli investimenti si dimostrarono più alti del ritorno mediatico e tecnologico.

Addio "Mille": la MotoGP torna al passato

Quindi, in virtù di quanto  sinora sommariamente descritto, è curioso immaginare il futuro scenario. L'attualità dice 4 tempi sino a 1000  - V4 per Aprilia, Honda, KTM e Ducati, 4 in linea l'unità Yamaha - per costi "accettabili". Il reale problema, adesso, non è costiuito dai budget, ma dalle estreme prestazioni, che mettono in difficoltà i piloti.

La sceltà ricadrà sui 3 o 5 cilindri? Oppure, ci sarà la possibilità di optare per il frazionamento ritenuto più favorevole? Ancora non si è parlato di pesi minimi, casomai si è detto - nuovamente - che il serbatoio benzina dovrà scendere di qualche litro. Anche l'alesaggio verrà "tenuto a bada", la base della gestione elettronica sarà uguale per tutti. Dorna, MSMA, FIM, IRTA hanno il loro bel daffare: mancano anni, ma il 2027 si trova a mezzo passo.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi