MotoGP: il poco invidiabile primato di Marc Marquez e Joan Mir

MotoGP: il poco invidiabile primato di Marc Marquez e Joan Mir© Luca Gorini

Nel 2023, il team ufficiale HRC ha chiuso ai primi due posti per numero di cadute. Un dato che attesta la crisi Honda

04.01.2024 ( Aggiornata il 04.01.2024 11:36 )

I piloti di scuola spagnola vanno forte, fortissimo, ma molti di loro rischiano parecchio. Lo dimostrano le classifiche 2023 delle cadute che li hanno visti primeggiare in tutte e tre le categorie principali: in Moto3 con David Alonso, di licenza colombiana ma nato e cresciuto a Madrid, finito a terra 23 volte, in Moto2 con Aron Canet, caduto in 24 occasioni, nella classe regina con Marc Marquez, che ha patito 29 capitomboli.

Calendario MotoGP 2024

La "doppietta" di Marc Marquez e Joan Mir


Per l’otto volte iridato si è trattato del primato personale nel Mondiale: nel triennio in 125 non aveva mai superato le 18 cadute in un campionato mentre in Moto2 si era fermato a un massimo di 11 all’anno. In MotoGP invece Marquez lamentava un picco di 27 cadute nel 2017, incluse cinque nel GP Catalunya: il sabato cadde nelle terze libere alla Curva 10, nelle quarte libere alla 5, in qualifica alla 3 e dieci minuti dopo alla 5, quindi la domenica mattina nel warm up. In gara però fu impeccabile, concludendo secondo. Quell’anno Marquez si laureò campione, con appena tre “zero” in Argentina, Francia e Gran Bretagna, quest’ultimo non per una scivolata, ma per la rottura del motore. Quota venti cadute, Marc la superò pure l’anno successivo (23) e nel 2021 (22), mentre nel 2022, complici i sette weekend di assenza, si è fermato a 18. Peggio di tutti un anno fa aveva fatto Darryn Binder con 27, seguito da Marco Bezzecchi (23), Pol Espargaró e Alex Marquez (21).

Nel 2023 la Honda-Repsol ha firmato la doppietta meno desiderata, perché dietro Marc Marquez, il pilota finito più spesso a terra è stato Joan Mir (24 capitomboli). Sul podio pure Aleix Espargaró e Augusto Fernandez con 23, seguiti da Alex Marquez e Jack Miller con 21, con una lunghezza di “vantaggio” su Bezzecchi. Jorge Martin è ruzzolato 16 volte, come Luca Marini, mentre sono riusciti a evitare la doppia cifra diversi titolari: Fabio Quartararo con nove, Maverick Viñales, Franco Morbidelli e Pecco Bagnaia con sette.

A differenza dei rivali il campione del Mondo ha raramente superato il limite nei primi due giorni del weekend, salvo finire a terra cinque volte nelle gare lunghe. Dai dati di Quartararo e Morbidelli, la Yamaha potrebbe sembrare la moto più facile da controllare, anche se ciò potrebbe essere dovuto alle prestazioni della M1, inferiori rispetto alla concorrenza. Al contrario la brutalità della RC213V ha indotto all’errore (e all’infortunio) tutti i piloti che l’hanno guidata: Alex Rins, pur prendendo parte a soltanto sette gare domenicali, è caduto otto volte nel 2023, una in più di Bagnaia che ha corso l’intera stagione. In totale nel 2023 in MotoGP ci sono state 358 cadute, soltanto 23 in più del campionato precedente, in cui però mancavano le Sprint.

Sono state invece 344 le cadute in Moto2 e 310 in Moto3, per un totale delle tre classi di 1012, inferiore alle 1106 cadute del 2022 e ai dati del triennio 2016-2018, quando oscillarono tra 1062 e 1126.

Non solo Marquez e Mir: gli altri dati


Sono due i circuiti che hanno indotto maggiormente all’errore i piloti: Le Mans e il neoarrivato Buddh International Circuit (India) con 79 cadute. In Francia il turno più falloso è stato il secondo del venerdì, con 20 cadute, mentre nelle gare domenicali sono state diciannove, ma ben otto in MotoGP: sei nel weekend per l’HRC, equamente ripartite tra Marc Marquez e Mir. In India, invece, ci sono state 24 cadute la domenica, di cui 14 in Moto2, grazie al duplice errore di Jeremy Alcoba e Jake Dixon, con quest’ultimo a terra due volte in quattro minuti.

Sessantanove le cadute ad Austin e 65 a Sepang, mentre a Misano sono state 54 e al Mugello 42, ma nulla in confronto alle 23 dell’Argentina: appena cinque il venerdì, sette il sabato e 11 la domenica, ma nemmeno una nella gara della Moto2, malgrado le 28 moto che hanno preso il via, oltretutto sul bagnato. Quel giorno si sono ritirati Sean Dylan Kelly, David Sanchis e Rory Skinner, ma nessuno di loro ha assaggiato l’asfalto. Considerando le tre classi, non si registrava una gara senza cadute dal GP Repubblica Ceca del 2016: in MotoGP, malgrado la pista umida, nessuno si fece prendere la mano.

Lo stesso è accaduto lo scorso novembre in Qatar alla classe regina: 21 piloti scattati al semaforo e diciannove al traguardo perché Iker Lecuona ha lamentato subito un problema alla moto mentre Aleix Espargaró è rientrato ai box per il dolore al perone infortunato il giorno prima.

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