MotoGP: il bilancio della Sprint, la gara della discordia

MotoGP: il bilancio della Sprint, la gara della discordia© Luca Gorini

Tiriamo le somme della nuova classe regina, profondamente cambiata con l’inserimento della corsa del sabato: più azione e spettacolo, ma anche più stress e infortuni

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21.12.2023 ( Aggiornata il 21.12.2023 15:54 )

Le espressioni entusiaste di pubblico e addetti ai lavori, in contrasto con i volti stupefatti dei piloti, alcuni soddisfatti dall’ordine di arrivo, altri delusi, spaventati o infortunati nella prima Sprint d’annata consumatasi a Portimao. In Portogallo la MotoGP non ha riscritto la propria storia, semmai ha aggiunto una pagina al weekend iridato, per un sistema bisognoso di rapido rinnovamento psicologico, fisico e tecnico di fronte alle crescenti esigenze televisive e nell’obiettivo di ravvivare le giornate del sabato ritenute “soporifere”.

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Sprint, la grande novità MotoGP


La rivisitazione del format di gara era stata accolta male dai protagonisti, che non si erano sentiti tali poiché – a detta loro – non erano stati informati preventivamente né chiamati in causa. Eppure, proprio loro sono parte fondamentale di un sistema che soffriva un calo di ascolti e presenze in circuito. Il GP Austria 2022 sarà ricordato come capitolo della discordia, con Dorna, IRTA e FIM soggetti determinati all’introduzione della contesa aggiuntiva, andando contro i commenti di chi questa contesa avrebbe dovuto affrontarla: “Che baggianata” o “Questa non è la Superbike”.

Tra la stagione in cui Pecco Bagnaia ha conquistato il primo titolo e il 2023 del bis, era esploso pure il tema legato ai premi d’ingaggio, ossia i riconoscimenti messi a contratto da sponsor, team e Promoter. Nulla di tutto questo, dato che la Sprint non è riconosciuta quale gara da inserire nell’albo d’oro e quindi assente dalle statistiche. E, infatti, attenzione alla dicitura: l’organizzatore e i vari partner ci hanno tenuto a precisare il nome corretto dedicato alla tenzone che dura la metà dei giri rispetto al Gran Premio: Sprint, senza “race” o sinonimi del caso. Il rischio di possibile dicotomia si è sfiorato e, in merito alle trattative e ai bonus da riconoscere, il silenzio sotto la cenere ha fatto e fa pensare a una prossima eruzione. Ma, se non sarà corale, le tante voci rimarranno gettate nel paddock e mai accolte.

Per lo storico debutto, l’Autodromo do Algarve offriva ottime presenze già al sabato, anche perché la curiosità era tanta, nutrita purtroppo anche dallo shock per le conseguenze dell’incidente patito da Pol Espargaró nel turno pomeridiano di prove libere, finendo contro le barriere. Il lungo stop del catalano ha rilanciato il tema emerso già in precedenza, a invocare il pilota di riserva. Enea Bastianini ha suo malgrado confermato quanto fosse opportuno: il tentativo di sorpasso sferrato da Luca Marini ha buttato giù l’ufficiale Ducati, rialzatosi con frattura della scapola, zero punti e stop imposto. Le prime storiche curve della Sprint hanno segnato il campionato del romagnolo, rivelazione del 2022.

Un incidente che ha anticipato quanto visto la domenica, con Marc Marquez a tamponare Miguel Oliveira, uscito malconcio. L’otto volte iridato è rimasto impunito, o meglio, punito soltanto teoricamente, in un caso regolamentare-burocratico da ricordare, poiché la comunicazione del doppio Long Lap penalty da rispettare si riferiva espressamente all’Argentina, comunque saltata da Marc per la frattura alla mano destra, che lo ha costretto a casa anche dalle trasferte di Austin e Jerez. E al rientro, la sanzione portoghese era già decaduta.

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