Motomondiale: i piloti più iconici degli anni 70'

Motomondiale: i piloti più iconici degli anni 70'© Goldandgoose

Nell'epoca della fine del dominio di Giacomo Agostini sono stati tanti i piloti in grado di lasciare il segno tra tutte le categorie

14.12.2023 14:52

Con la stagione 2024 della MotoGP ormai terminata, con la vittoria di Pecco Bagnaia su Jorge Martin, è tempo di tuffarci in un pò di storia delle due ruote, andando a scoprire i piloti più iconici degli anni 70'. Un'epoca particolarmente importante per il motomondiale ed il motorsport italiano, con la presenza vincente e iconica, di molti piloti di stampo tricolore. In questo decennio Giacomo Agostini concluse la sua straordinaria carriera e Kenny Roberts iniziò l'era dell'epopea americana, chiudendo a suo favore le ostilità della top class per tre anni consecutivi dal 1978 al 1980.

Tra le cinque categorie previste in quegli anni abbiamo scelto: Angel Nieto, 13 volte campione del mondo tra classe "50" e "125"; Pierpaolo Bianchi, tre volte iridato della "125"; Jarno Saarinen, campione del mondo della 250; Walter Villa, quattro volte iridato tra la "250" e la "350"; Giacomo Agostini, quindici volte campione del mondo tra la "350" e "500"; Phil Read, sette volte campione tra "125", "350" e "500"; Barry Sheene, bicampione del mondo della "500"; il sopracitato Kenny Roberts ed infine il quattro volte mattatore tra "250" e "350", Kork Ballington. Il nostro viaggio nel tempo inizia da Angel Nieto, il secondo pilota della storia per titoli mondiali vinti alle spalle solamente di Giacomo Agostini.  

I 10 piloti più carismatici della storia del motociclismo

I campioni delle piccole cilindrate: da Angel Nieto a PierPaolo Bianchi

Il re delle piccole cilindrate, Angel Nieto, occupa un posto speciale nell'olimpo dei piloti migliori di sempre, dall'alto dei suoi 13 titoli e 90 successi nei GP. Lo spagnolo, pioniere della scuola iberica delle due ruote, negli anni 70' mise in scena il suo dominio (vincendo 8 dei suoi 13 mondiali in questo decennio), più specificatamente tra le classi "50" e "125". Nella più piccola tra le due categorie Nieto trionfò in sei occasioni, la prima volta nel 1969, seguito dal bis iridato l'anno successivo, poi nel 1972 e infine dal 1975 al 1977. Nella 125 lo spagnolo vinse nel biennio 1971\72, per poi ripetersi nel 1979 e successivamente, ininterrottamente dal 1981 al 1984. 

A metà degli anni 70', un italiano svettò su tutti nella 125, trionfando nei campionati del 1971 e del 1972 e vincendo nuovamente poi nel 1980, per un totale di 24 GP vinti. Parliamo di Pierpaolo Bianchi, che nel 1971 vinse in sella alla Morbidelli precedendo in classifica proprio Angel Nieto, mentre l'anno successivo ebbe la meglio (sempre con la Morbidelli) sul connazionale, Eugenio Lazzarini. L'ultimo iride arrivò insieme alla MBA, dopo aver sopravanzato il francese Guy Bertin.

I re della "250": Jarno Saarinen, Walter Villa e Kork Ballington

Un innumerevole quantità di puro talento caratterizzò la classe intermedia negli anni 70': da Jarno Saarinen, leggendario pilota finlandese tragicamente scomparso nel 1973 durante il GP d'Italia di Monza; a Walter Villa, dominatore assoluto per tre anni di fila, ed infine Kork Ballington, il pilota sudafricano più vincente di sempre. Saarinen conquistò il titolo nel 1972 battendo la concorrenza del compianto Renzo Pasolini ed esaltando, in tutte le piste del calendario, il suo stile di guida innovativo (Saarinen fu uno dei primissimi piloti a sporgere il busto fuori dalla moto in entrata ed in uscita di curva). Villa fu il dominatore della classe di mezzo dal 1974 al 1976 in sella alla Harley-Davidson; battendo Dieter Braun, Michel Rougerie e Johnny Cecotto, per poi chiudere a quattro il computo totale dei mondiali conquistati grazie al successo ottenuto in "350" nel 1976 ai danni nuovamente di Cecotto. Infine Ballington, autore di due doppiette, nella "250" e nella "350" negli anni 1978 e 1979. Nella mezzo di litro il sudafricano precedette in classifica generale Gregg Hansford, mentre nella classe appena superiore, Takazumi Katayami e Patrick Fernandez.

Le leggende della 500: Giacomo Agostini, Phil Read, Kenny Roberts e Barry Sheene

Il decennio degli anni 70' vide proliferare nomi divenuti storici e iconici del motorsport d'altri tempi, in primis ovviamente Giacomo Agostini, recordman all-time per ciò che riguarda sia i mondiali che i GP vinti. L'alfiere della MV Agusta conquistò sette titoli consecutivi in "350" dal 1968 al 1974, al quale ne aggiunse otto in classe regina, ottenuti dal 1966 al 1972 e poi ancora nel 1975. Uno dei acerrimi rivali di "Ago", ovvero Phil Read, caratterizzò gli anni 70' in virtù dei titoli del 1971 in 250, e soprattutto dei successi in classe regina del 1973 e 1974, quando ebbe ragione di Kim Newcome e Gianfranco Bonera. Nel corso della sua leggendaria carriera, l'inglese vinse altri quattro titoli, nel 1964, 1965 e 1968 in "250" e nel 1968 in "125". Alla fine degli anni 70', un americano venuto dalla California e soprannominato "Il Marziano", ovvero Kenny Roberts, fece piazza pulita in classe regina, per la precisione dal 1978 al 1980 (battendo la concorrenza di Sheene, Ferrari e Mamola), per un totale di tre titoli e 24 vittorie. Poco prima dell'avvento di Roberts, la scena della classe regina fu dominata, per un paio di stagioni, da Barry Sheene. L'inglese trionfò nel 1976 su Teuvo Lansivuori e nel 1977 precedendo Steve Baker.

 

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