MotoGP: Johann Zarco, da grande promessa ad eterno incompiuto?

MotoGP: Johann Zarco, da grande promessa ad eterno incompiuto?© Luca Gorini

Alla sua settima stagione in top class, il pilota francese in Australia ha conquistato la prima vittoria di categoria

25.10.2023 ( Aggiornata il 25.10.2023 15:35 )

Dopo sette stagioni in MotoGP e diciannove podi conquistati, Johann Zarco in Australia è finalmente riuscito a salire sul gradino più alto del podio.
Dopo svariati tentativi e ben undici piazzamenti in seconda posizione, il francese ha così colto la sua più che meritata prima affermazione in top class, a coronamento di un percorso che per la verità l'ha sempre visto protagonista, aspettando tuttavia una crescita esponenziale ed un salto di qualità che non sono mai arrivati, sebbene le alte aspettative derivanti dopo i due titoli mondiali conquistati in modo prepotente, sportivamente parlando, in Moto2, lo lasciassero presagire. Pilota classe 1990, Zarco è stato uno degli ultimi vincitori di un GP della "125", nel 2011, annata che concluse da vice-campione del mondo alle spalle di Nicolas Terol. 

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Il dominio in Moto2

Nel 2012 Zarco fece il suo debutto in Moto2 cogliendo il primo podio nella stagione seguente in occasione del GP d'Italia. Due annate dopo, nel 2015, il francese compì quel decisivo salto di qualità che gli consentì di lottare per la vittoria nelle gare e per il titolo. In sella alla Suter, Zarco dominò il campionato salendo per ben quattordici volte sul podio (di cui dodici consecutive), e trionfando in otto occasioni, a conferma di un dominio assoluto in cui battè la concorrenza di Alex Rins ed Esteve Rabat. L'anno seguente il francese restò nella middle class, confermando il suo status di riferimento indiscusso della categoria e imprimendo nuovamente la sua legge affermandosi in sette GP e avendo la meglio a fine anno su Thomas Luthi, Alex Rins e Franco Morbidelli. Grazie al secondo titolo della sua carriera Zarco divenne l'unico pilota della storia della Moto2 a ripetersi per due anni consecutivi, mentre l'ultimo a bissare il successo iridato nella middle class del motomondiale era stato Jorge Lorenzo nel biennio 2006-2007, nella classe "250".

Le aspettative mancate in MotoGP

Il biglietto da visita di Zarco in MotoGP fu perciò caratterizzato da un'allettante palmarès che di concerto ad un cristallino talento emerso sin dalla Moto3, faceva immaginare ad un futuro da protagonista anche tra i grandi. Nella stagione da rookie con il team Yamaha Tech3, Zarco fece subito vedere tutto il suo talento, applicando in maniera efficace la sua guida pulita e scorrevole anche nella top class, riuscendo a cogliere il podio già alla quinta gara, terminando il GP di casa di Le Mans alle spalle di Maverick Vinales e davanti a Daniel Pedrosa. Per molti aspetti legati alle caratteristiche di guida e al momento storico nel quale è avvenuto, il binomio con la Yamaha è stato il più calzante della carriera del pilota di Cannes; il feeling con la M1 fu subito produttivo ed efficace anche se la presenza dei fantastici quattro 4 (Lorenzo, Pedrosa, Rossi e Marquez) chiuse più volte le porte al definitivo exploit del francese

Dopo una breve e complicata parentesi dal punto di vista di prestazioni e risultati alla corte della KTM, nel 2020 il francese passò alla Ducati, cogliendo, l'anno successivo, la sua miglior stagione in top class tra le file del team Pramac. Zarco terminò l'annata con quattro podi e la quinta posizione in campionato, dimostrando una buona regolarità di rendimento e soprattutto una spiccata abilità da collaudatore di cui Ducati è riuscita a far tesoro, riconoscendogli da sempre queste capacità. Come detto, per anni Zarco è riuscito a mantenersi al vertice della MotoGP, dimostrandosi però non all'altezza dell'abbattimento di quella barriera che l'ha sempre separato dall'essere un top rider e di conseguenza un contendente al titolo. La vittoria di Phillip Island ha restituito in piccola parte quella mole di gloria per certi versi dovutagli in virtù di una carriera portata avanti grazie ad uno tra i talenti più evidenti dell'ultimo decennio, ma mai concretizzatasi fino in fondo.

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