L'otto volte iridato avrà una Desmosedici curata di tutto punto: Gigi Dall'Igna, miglior ingegner del padddock, si terrà stretto il miglior pilota?
Dite davvero che i temi dell'attuale MotoGP siano scarni e sempre gli stessi? A noi risulta diversamente, anche perché sebbene vero che in termini sportivi sia la Desmosedici a dettare legge, nel backstage si stanno materializzando copioni non scritti, però presto sulla scena della serie. Ducati è l'attrice protagonista.
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Mentre il team VR46 ha annunciato l’accordo di sponsorizzazione col marchio Pertamina Enduro, in ambito Ducati si intravede una sorta di “guerra” presente e futura basata su denaro, contratti, fornitura e nomi. La struttura di Valentino Rossi si è aggiudicata la copertura di tre anni da parte della compagnia petroliferia di bandiera indonesiana, per cifre ventilate di 6 milioni a stagione. Budget garantito per le Ducati indipenendenti, che potrebbero non essere più Ducati: l’accordo di equipaggiamento delle Desmosedici scadrà a fine 2024, poi il mercato sarà libero e possibile di cambi tecnici.
Il discorso vale pure per Prima Pramac, formazione di riferimento satellite che gode delle medesime specifiche portate nel box Lenovo ufficiale. Paolo Campinoti si è assicurato Franco Morbidelli per la stagione ventura, ma cercava Marc Marquez, offrendogli un biennale. Invece, il nativo di Cervera - sfumata l’idea KTM legata alla penale rescissoria da saldare a Honda e a uno dei titolari attuali della RC16 - andrà in Gresini, di fatto squadra indipendente e meno quotata delle quattro parimarca. La quale, se andiamo a contare i titoli di coppia col fratello, ne conterà ben 10.
La cosa ha fatto storcere il naso a tanti, non a GIgi Dall’Igna. Il quale, in modalità silente, ha lavorato all’inserimento del 93, caldeggiandone l’entrata in azienda. Sì, in azienda, perché - lo diciamo noi, non lui - volete dire che la Desmosedici affidata a Marc sarà lasciata al caso e non allestita di tutto punto? Avere il più grosso rappresentante del campionato su una Ducati costituisce opportunità per Ducati stessa e per chi assieme ci opera. E l’ingegnere degli ingegneri, colui che volle fortemente Jorge Lorenzo, non se l’è fatto sfuggire. La politica “low cost” (passatecela) di Borgo Panigale del periodo recente era ed è basata sul rinnovamento del vivaio, ringiovanito e pagato il giusto; sapendo di aver la MotoGP migliore e più richiesta, l’operazione è stata possibile.
Ora, però, col Morbido in Pramac e Marquez da Gresini lo scenario cambia, perché l’italo-brasiliano è prossimo ai 29 anni, 30 nel 2024, Marc ne farà 31 a febbrario. Mica vecchi, ma non da quasi 25 di Marco Bezzecchi, prodotto fresco di categoria e non ossidato quanto Franco e Marquez. Ossidati, però ancora desiderosi di risultati, sicché si sta per instaurare un duello VR46-famiglia Marquez, con 4 rappresentanti di Valentino su Ducati e i due fratelli catalani su Ducati. Solo che, davvero, Marc ha oggi quotazioni importanti.
Purché sia presto per azzardare pronostici, immaginiamo: qualora l’otto volte iridato ritrovasse continuità e vittorie, Ducati se lo farà scappare? Magari a KTM, rivale che da Ducati ha preso risorse umane di riferimento? Ci crediamo a fatica, come a fatica ci credono i vari Pecco Bagnaia, Jorge Martin ed Enea Bastianini. Sì, i contrattualizzati sino a 2024 consumato. La sensazione dice che qualcuno sarà consumato dallo stress, ma non Gigi Dall’Igna.
Alla fine del ragionamento, troviamo opportuno aggiungere un dettaglio fondamentale: sarà comunque e sempre la pista a determinare gli scenari futuri. Come ha spiegato Alex, se Marc non dovesse trovare il divertimento desiderato, appenderebbe il casco al chiodo.
E la MotoGP si rivelerebbe meno ricca di allori e talento.
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