GP Australia: salvate l’Honda dispersa!

GP Australia: salvate l’Honda dispersa!© Luca Gorini

Facciamo il punto su quello che succede attorno al team HRC in vista sia delle prossime gare che della stagione 2024

25.10.2023 ( Aggiornata il 25.10.2023 08:57 )

Chiuso anzitempo il Gran Premio d’Australia, Honda si prepara alla gara in Thailandia con una situazione veramente tragica sia nel campionato costruttori (ultima posizione dietro a Yamaha, la dice lunga sulla crisi tecnica) ed in quello team (Repsol è ultimo a 25 punti dal team satellite LCR), con due piloti separati in casa (Marquez e Rins) ed uno praticamente la brutta copia di sé stesso (Mir).

In tutto questo, HRC non ha ancora definito chi occuperà la sella della RCV213 ufficiale al fianco di Joan Mir nel 2024. Attualmente la “corsa” a quel sellino è tra Oliveira e Di Giannantonio, con il pilota romano galvanizzato dal podio australiano e con le sue quotazioni in ascesa visto lo status di “free agent”.

Similitudini con il 2004? Forse…


2023 come 2003-2004? Ni, nel senso che forse le uniche due similitudini sono quelle legate ai due piloti di punta, Marquez oggi e Rossi allora. Entrambi hanno corso da separati in casa (Rossi da metà 2003, Marc è da tutta la stagione che sta giocando al tira e molla con Honda fino all’annuncio dello scorso 4 ottobre) ed entrambi difficili da rimpiazzare in poco tempo (Repsol ripiegò su Barros per il 2004 mentre ad oggi non si hanno notizie del sostituto del catalano). 

La situazione tecnica è diametralmente opposta a quel 2004: la RC211V era la moto più competitiva della griglia, arrivata a giocarsi il titolo fino all’ultima gara con Gibernau; la RC213V del 2023 è, insieme alla Yamaha (seppur qualche segnale si è visto nelle ultime gare), la moto peggiore della griglia e con evidenti problemi nel progetto, iniziato lo scorso anno.

La RCV213, poi, è la trita-piloti per eccellenza: 3 dei suoi 4 piloti che la guidano attualmente si sono infortunati in momenti diversi del campionato, portando gli stessi piloti a saltare diverse gare, situazione deleteria per una moto che necessita di un completo ripensamento del progetto.

Marquez ci prova sempre, Mir desaparecido


Per quanto stia agendo da separato in casa (esattamente come Rossi dall’estate del 2003), Marc è l’unico che prova a fare qualcosa con questa Honda che necessita di una profonda rivisitazione per quanto riguarda il 2024. 

In Australia, nonostante le sue classiche cadute, è riuscito a piazzare la zampata (seppur in scia a Bagnaia) portando la moto al Q2 e mettendola in seconda fila al fianco del suo possibile sostituto, segno dell’impegno che lo spagnolo ci sta mettendo anche provando delle tattiche fantasiose (gomma morbida al posteriore) non avendo nulla da perdere a livello di classifica.

La strategia, è vero, non ha pagato visto che Marc ha fatto il gambero chiudendo al quindicesimo posto alle spalle di un altro scontento di lusso, Quartararo. Ma almeno qualcosa di diverso ha fatto, e forse è stato anche obbligato alla scelta della soft, le altre mescole lavorano diversamente sulla Honda e creano ulteriori problemi.

Dall’altra parte del box, invece, c’è un Mir che sembra la brutta copia di quello ammirato sin dal suo debutto in MotoGP nel 2019. Lo spagnolo ha raccolto appena 20 punti fino alla gara in Australia, con il quinto posto in India come miglior risultato in gara. 

La situazione di Mir sembra quella di Jorge Lorenzo del 2019: entrambi appena arrivati in Honda da un’altra realtà (Suzuki per Mir, Ducati per Jorge), zero feeling con la moto, poche gare a punti (appena 3 quelle di Joan, 9 quelle del 5 volte campione del mondo) ed un futuro nebuloso all’orizzonte. Joan vuole riprovarci nel 2024 mentre Jorge a fine 2019 si è ritirato, lasciando spazio ad Alex Marquez per il 2020. 

Mir nel 2024 avrà i gradi di “capitano” del team Repsol e sarà l’incaricato dello sviluppo della nuova moto che arriverà tra le mani del maiorchino e del suo prossimo compagno di squadra. Moto che, giocoforza, dovrà essere profondamente diversa dal primo prototipo portato ai test di Misano e che non ha dato le risposte che Joan cercava. 

Rins gioca al risparmio


Da un ex Suzuki ad un altro. Alex Rins, prima di infortunarsi seriamente alla gamba destra al Mugello, è risultato l’unico pilota Honda a vincere una gara (la Main Race del Texas) dopo aver fatto secondo nella Sprint dello stesso weekend.

I piloti che si sono alternati a sostituirlo non hanno fatto tanto meglio dello spagnolo: Bradl ha messo insieme 6 punti, Lecuona zero e Takumi Takahashi non si è nemmeno qualificato per le due gare di Misano. Questi numeri danno l’idea di quanto Rins sia stato fondamentale per il team LCR ed Honda in generale. 

Anche lo spagnolo, come il suo connazionale Marquez, sta correndo da separato in casa, avendo da tempo già siglato l’accordo per andare in Yamaha ufficiale al fianco di Fabio Quartararo. Le sue ultime gare, però, sono un giallo: se è vero che non ha ancora ben assorbito l’infortunio alla gamba del Mugello, è anche vero che sta correndo “al risparmio”, centellinando le sue presenze in pista per evitare il più possibile ulteriori infortuni per presentarsi poi al meglio al primo incontro con la Yamaha M1 in quel di Valencia dopo la gara. 

Quale futuro attende Honda?


Ritorniamo sempre lì, al punto di partenza, la similitudine con il 2004, anno nel quale HRC ha sostituito Rossi con Barros. In un certo senso la prossima stagione potrebbe essere simile alla 2004, con un pilota di basso profilo seppur bravo come Di Giannantonio (“parametro zero” per dirla in termini calcistici o “free agent” come in NBA) accanto al confermato Mir. 

Ancora non ci sono indicazioni sulla seconda RCV213 ufficiale, tanto è vero che Repsol ha provato a portare Zarco accanto a Mir ma il francese ha declinato preferendo onorare il contratto firmato con il team LCR. Non rimane altro che aspettare la Thailandia o la Malesia per capire quali saranno le strategie Honda 2024 e quale sarà il pilota accanto a Mir nel team ufficiale.

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