MotoGP, a Mandalika tutti i piloti tornano (forse) in sella: il focus sugli infortuni

Se in Indonesia - qui gli orari - finalmente si rivedrà il 100% della griglia (nonostante Bezzecchi sia fresco di operazione alla clavicola e Bastianini non sia ancora del tutto guarito dall'infortunio al piede), è pur vero che nei precedenti quattordici appuntamenti la stessa non si è mai vista al completo a causa dei molteplici infortuni che l’hanno azzoppata di gara in gara, portando le squadre ad optare per delle sostituzioni anche last minute per ovviare alle assenze dei titolari.

Classifica piloti MotoGP

Analisi degli infortuni

Infortuni, soprattutto quelli in pista, che si sono moltiplicati in questa stagione per via delle troppe gare (40 complessivamente tra Sprint e Main Race) e di un format compresso ed “arricchito” dalla Sprint che, di fatto, toglie tempo ai tecnici ed ai piloti di lavorare al meglio sulle moto. In particolar modo, la Sprint ha portato i piloti ad esagerare soprattutto in partenza per cercare di essere subito nelle posizioni che contano. 

Una buona parte degli infortuni in pista, quindi, è avvenuta proprio in partenza o comunque nelle curve successive allo start: ne sanno qualcosa Bastianini, che a Barcellona ha generato una carambola procurandosi l’infortunio al piede, Marini in India che ha tamponato Bezzecchi rompendosi la clavicola, o il povero Oliveira che a Portimao e Jerez è stato centrato da Marquez e Quartararo saltando quattro gare, giusto per citarne alcuni.

Nelle prime quattordici gare ci sono stati anche infortuni “solitari” come quello di Pol Espargarò nelle prove di Portimao, quello di Alex Rins nella Sprint del Mugello e quello di Bagnaia a Barcellona (anche se di fatto Pecco non si è veramente infortunato, fortunatamente): i due spagnoli hanno saltato rispettivamente 16 e 18 gare (va però detto che Rins ha dovuto alzare bandiera bianca in Giappone dopo aver girato nelle prove) sulle 28 fin qui disputate.

Togliendo Pol Espargarò che con l’incidente di Portimao ha riportato danni un po’ dappertutto, il dato “interessante” è che comunque i danni maggiori sono arrivati agli arti, sia superiori che inferiori. Marquez, ad esempio, si è rotto l’osso della mano destra a Portimao, Bastianini prima la scapola e poi il malleolo del piede sinistro, Mir la mano destra, Rins la gamba destra al Mugello, Oliveira centrato due volte alle gambe, la clavicola per Marini. Parti non protette totalmente e quindi più esposte a certi traumi.

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Le gare saltate per infortunio ed il confronto con 2022 e 2021

Tra i piloti della griglia 2023, quello che ha saltato più gare è indubbiamente Alex Rins. Lo spagnolo di LCR Honda, come dicevamo in precedenza, ha saltato ben 18 gare sulle 28 fin qui disputate. Segue Pol Espargarò con 16, Enea Bastianini con 15 (9 tra Portimao e Mugello e 6 dopo la carambola di Barcellona), Marc Marquez 8 (non è partito per le Main Race di Germania ed Assen, sono comunque assenze), Joan Mir 7, Oliveira ed Alex Marquez 4, Luca Marini 3. Significa che gli 8 piloti in questione rappresentano quasi il 40% della griglia (22 titolari), un numero impressionante. Bastano questi numeri per capire che ecatombe di infortuni è stata questa stagione in confronto con gli anni passati.

Tanto per dare una idea della portata dei numeri 2023, nel 2022 i piloti infortunati tra pista e allenamento sono risultati soltanto cinque (Marc Marquez, Joan Mir, Taka Nakagami, Raul Fernandez ed Alex Rins), anche nel 2021 i piloti che hanno saltato gare sono risultati in egual numero (Marc Marquez ne ha saltate quattro, Martin quattro, Morbidelli cinque, Alex Rins e Lorenzo Savadori una a testa).

Il 2024 invertirà la tendenza ora che i piloti hanno capito (forse) che le gare non si vincono alla prima curva e un incidente può portare a saltare anche diverse gare?

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