Crisi Yamaha in MotoGP: ha ragione il tester Crutchlow o i piloti titolari?

Crisi Yamaha in MotoGP: ha ragione il tester Crutchlow o i piloti titolari?© Luca Gorini

Iwata affida collaudi e sviluppi della M1 all'inglese, che però fornisce feedback opposti ai commenti di Quartararo e Morbidelli: bianco più nero, uguale grigio

05.10.2023 10:01

Con grande rispetto a considerazione scriviamo di Cal Crutchlow, inglese prossimo ai 38 anni, ex titolare in MotoGP e oggi tester ufficiale dei tre diapason. Il nativo di Coventry e residente sull'Isola di Man detiene manico esagerato e determinazione fuori dal comune, tanto che suoi sono il titolo Supersport edizione 2009, tre affermazioni in SBK, altrettante le vittorie siglate nella classe regina prototipale. Rivisto in azione nelle vesti di wild card a Motegi, i commenti riportati hanno fatto riflettere.

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Yamaha MotoGP: Crutchlow dice bianco, Quartararo e Morbidelli nero

Oppure, Cal dice nero, Fabio e Franco bianco. Il discostamente cromatico serve per far capire quanto distanti siano i feedback di chi la M1 la guida "ogni tanto", da coloro, invece, che ne macinano chilometri su chilometri. Dare torto o ragione a qualcuno in questi casi è impossibile, tuttavia attenzione al confronto.

L'inglese del West Midlands: "No, io penso che al propulsore non serva ulteriore potenza, il problema è un altro, mica la quantità di cavalli. Qui serve lavorare sulla fluidità della erogazione. I piloti chiedono maggior potenza, adesso inutile: se non si esce bene dalle curve, è impossibile sfruttarla. So ciò che dico, perché so cosa fanno gli altri Costruttori". Cal è entrato nei dettagli: "Ponendo che tutte le moto abbiano 300 cavalli, in uscita di curva ne servono 200, non tutti. Sicché, lavorare sull'elettronica risulterebbe invasivo, facendoci andare ancora più piano. Serve migliorare l'erogazione, ve lo posso provare davanti a un computer".

Quartararo e Morbidelli, rispettivamente titolato 2021 e vice 2020 con Yamaha: "Il problema è lo stesso ormai da tempo: soffriamo in termini di potenza, ci servono cavalli. Perdiamo in accelerazione, allungo e velocità massima. Ovunque. Gli avversari godono di valori altissimi, noi no. Oltretutto, è difficile far funzionare l'aerdodinamica quando si è così lenti. Anche perchè le nostre ali sono indietro rispetto a quelle dei rivali, la nostra moto sembra ferma da 10 anni".

Ancora Cal: "Dovremmo rimuovere tutta questa aerodinamica, Yamaha deve fare un passio indietro con tutte queste ali. A Motegi avrei girato più forte e veloce senza usarle. In azienda sanno quanto il gioco sia cambiato, ci dobbiamo adeguare, facendo però le cose opportune".

Insomma, l'unica cosa certa è che mescolando il bianco col nero, si ottiene il grigio, tinta che non piace quasi a nessuno.

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Pedrosa, Pirro e Savadori: quel è il livello di Crutchlow? 

Come manetta, Cal ne aveva e ne possiede ancora un tot. Sempre umile e modesto, mai ha lesinato di spalancare il gas su qualsiati tipo di moto o fondo affrontato: sole, pioggia, condizioni intermedie. Cal c'era, a dispetto - a volte - di moto non ufficiali o aggiornate.

Sentendo le parole pronunciate al Twin Ring, sembra che sappia quanto affermato. Ma, come dicevamo prima, molte di questa annotazioni fanno "clash" coi feeback forniti da Quartararo e Morbidelli, coppia rivelatasi sempre allineata, nel bene e nel male. Tra l'altro, Cal ha detto che Iwata gli abbia chiesto di continuare nel medesimo ruolo: vien da pensare che ne sia soddisfatta.

Strano, perché in KTM quanto sostiene Dani Pedrosa è "copiato" dai Brad Binder e Jack Miller. Il fedele Michele Pirro si accosta a Pecco Bagnaia, in attesa che Enea Bastianini torni a correre con frequenza. Solo in Honda il disastro supera le difficoltà Yamaha, sebbene Marc Marquez tenga in piendi l'Ala dorata, che ha in Stefan Bradl un grosso lavoratore, tuttavia non all'altezza dei pari ruolo.

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