Iker Lecuona: "Il futuro in MotoGP? Sono aperto a tutto"

Iker Lecuona: "Il futuro in MotoGP? Sono aperto a tutto"© Luca Gorini-GpAgency

La nostra intervista al pilota spagnolo tra passato, presente e futuro: "In Honda SBK mi trovo bene, ma non escludo nulla"

18.08.2023 ( Aggiornata il 18.08.2023 13:26 )

Se si potesse ridurre tutto al talento puro, uno dei nomi più caldi della Superbike di oggi sarebbe quello di Iker Lecuona.

Sorridente, spontaneo, il ventitreenne spagnolo è l’esempio lampante di come a volte la vita sia una centrifuga in grado di catapultarti rapidamente in situazioni o luoghi impensabili soltanto poco tempo prima.

Classifica piloti MotoGP

Iker Lecuona a cuore aperto


Il suo presente si chiama Honda, con tutte le difficoltà che attualmente – anche nelle derivate – tale marchio si porta appresso, ma dietro c’è tanto altro da scoprire, tra un pensiero alla pista e uno dedicato a tutto ciò che vi è fuori. “La mia carriera è iniziata nel 2016 – inizia a raccontare il valenciano – dato che fino all’anno precedente correvo nei kartodromi. E dai kartodromi mi sono ritrovato in Moto2 così, senza passaggi intermedi: ho iniziato la stagione nel CEV, salvo poi trovarmi nel Mondiale in seguito all’infortunio di Dominique Aegerter, diventando pilota titolare l’anno successivo. Nel 2019 sono stato veloce e mi sono trovato bene con la Moto2, ma già all’ultima gara di quella stagione sono salito in MotoGP: in tre anni sono passato dai kartodromi alla MotoGP, tutto è stato troppo veloce".

Dopo l’esperienza in KTM, arrivata effettivamente troppo presto, ecco un altro esempio di precocità: l’uscita dal paddock della MotoGP a 22 anni, per l’opportunità con la Honda in Superbike, arricchita dal trionfo alla 8 Ore di Suzuka 2022. Quest’anno avrebbe potuto cercare il bis, tuttavia è stato convocato in MotoGP per correre in Gran Bretagna e Austria al posto di Alex Rins. Antipasto, probabilmente, della sua destinazione 2024: la Honda-LCR. Quello ai prototipi, quindi, rischia di essere stato soltanto un arrivederci.

Sei al secondo anno nel Team HRC in Superbike: qual è il livello attuale della CBR?

“Spesso, finora, io sono stato veloce in un round e Xavi Vierge in un altro: dall’esterno può sembrare una situazione poco chiara, ma in realtà credo che sia meno complessa. Il livello della moto è cresciuto rispetto all’anno scorso, anche guardando il mio passo. Il principale step è stato fatto nella gestione delle gomme”.

Qual è l’aspetto principale da migliorare ora?

“Soffriamo in accelerazione, anche se abbiamo la potenza, virtù che però riusciamo a sfruttare con le marce alte inserite, mentre con quelle basse fatichiamo. Non saprei indicare il motivo, anche se abbiamo alcune idee: per certo finché in Giappone non verranno fatte le dovute prove sarà difficile risolvere la problematica”.

Quali sono i punti forti e quelli deboli di Lecuona?

“Sono migliorato tanto negli anni, ma posso ancora compiere tanti passi in avanti, per esempio imparando a partire bene con questa moto. Credo di essere un pilota in grado di abituarsi rapidamente alle situazioni”.

Com’è la vita da ufficiale?

“È un sogno, anche perché la Honda è una delle Case più importanti del Mondo, e mi sento un pilota factory. Ho corso la 8 Ore di Suzuka con il team ufficiale e abbiamo vinto, e in generale avverto davvero il supporto: quando vedo i giapponesi venire alle gare capisco che il progetto Superbike è importante per loro”.

È difficile fornire le giuste indicazioni in termini di sviluppo?

“Non è semplice, ma con il mio capotecnico mi trovo a meraviglia. Non sono un pilota facile da gestire, dato che spingo sempre e forse cado troppo spesso, ma lui ha capito di cosa ho bisogno”.

Prossime gare MotoGP

Iker Lecuona tra SBK e MotoGP


La Honda non vince una manche in SBK da sette anni, e anche in MotoGP vive una crisi senza precedenti: come te lo spieghi?

“In Superbike è più facile da spiegare, del resto è il quarto anno di questo progetto, e serve tempo. In MotoGP, invece, dopo l’infortunio di Marc Marquez penso che si sia un po’ persa la strada, ma se guardiamo a quanto accaduto quest’anno ad Austin, con il successo di Alex Rins, la Honda ha vinto, e con un pilota diverso da Marc: il livello della moto non credo sia basso, stanno migliorando, quindi penso che quest’anno potremmo vedere vittorie in entrambi i campionati. Magari di più in Superbike, ma perché abbiamo più gare (ride)”.

“Supplenze” a parte, ti manca la MotoGP?

“A volte sì, a volte no. Mi mancano la potenza, la tecnologia, l’odore diverso della benzina, cose a cui ripensi, ma onestamente mi trovo bene anche in SBK. Non so cosa mi riserverà il futuro, sono aperto a tutto, del resto sono giovane: potrei andare nel MotoAmerica come tornare in MotoGP. Non andrò a fare il tester, ma per il resto sono aperto a tutto”.

Pensi ancora alla KTM?

“Attualmente non sono arrabbiato con la KTM, ma posso dire che hanno perso un ottimo pilota: sono stato veloce con quella moto, più di altri che sono venuti dopo di me, sebbene abbia disputato una stagione a metà come quella del 2020. Ho avuto la sfortuna di entrare in MotoGP in un momento in cui tanti contratti erano in scadenza, così sono stato costretto ad andarmene. A quel punto non volevo tornare in Moto2, quindi ho cambiato campionato. Con la Honda sono felice, quindi penso di aver fatto la scelta giusta”.

In KTM, il rapporto con Danilo Petrucci, tuo compagno in Tech 3 nel 2021, non era idilliaco: ora che siete rivali in Superbike è migliorato?

“Assolutamente, anche se non ci confrontiamo su quel periodo. All’inizio della nostra convivenza nel box non parlavamo, tanto che dentro di me dicevo ‘che tipo strano’. Poi a metà stagione 2021 entrambi abbiamo capito che avremmo lasciato il team, così i rapporti sono notevolmente migliorati, e ci siamo aiutati. Sono contento che sia in Superbike, ora ci parliamo tanto”.

Passa alla prossima pagina per l'ultima parte dell'intervista a Iker Lecuona

1 di 2

Avanti
  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi