MotoGP, concessioni a Honda: Ducati dice no, giusto così?

MotoGP, concessioni a Honda: Ducati dice no, giusto così?© Luca Gorini

La casa di Borgo Panigale si oppone alla revisione del regolamento per aiutare le giapponesi a recuperare terreno perso negli ultimi anni

28.06.2023 ( Aggiornata il 28.06.2023 14:44 )

A tenere banco nella pausa estiva della MotoGP, insieme al mercato piloti, ci sarà sicuramente la “questione concessioni” che dovrebbero aiutare Honda e Yamaha a ricucire il gap dalle case europee. Dorna sta cercando di andare incontro alle case giapponesi che, negli ultimi anni hanno subito il recupero ed ora il sorpasso delle case europee. Ducati si è però opposta ponendo il veto alle "super concessioni" per Honda e Yamaha in quanto lederebbero i principi dello sport dove a vincere dev'essere il migliore. La casa bolognese usufruì delle concessioni nel 2014 per ridurre l'ampio gap di distacco dalle giapponesi ma la situazione oggi è differente ed il no della "Rossa" è ben motivato

Pagelle MotoGP Olanda

Ducati oggi dice no

Come abbiamo già riportato nei giorni scorsi, Ducati Corse per voce del suo General Manager Gigi Dall’Igna ha votato no alla modifica delle concessioni. È utile però ricordare come e quando nacquero le concessioni alle case in MotoGP, per farlo bisogna tornare alla pausa invernale tra la stagione 2013/2014. Ducati nell’ottobre di quell’anno annunciò l’ingaggio come General Manager del proprio reparto corse di Gigi Dall’Igna, strappandolo da Aprilia. La MotoGP di quegli anni era in grossa difficoltà, le Honda e le Yamaha ufficiali dominavano un campionato che vedeva schierate anche le, criticatissime, CRT. Dal 2014 però il regolamento sarebbe cambiato con l’introduzione delle “Open prototipi ai quali era consentito utilizzo di più litri di benzina, gomme più morbide ma soprattutto: più motori (12 contro i 5 delle MotoGP Factory) e con libero sviluppo durante l’anno. Il prezzo da pagare? L’utilizzo della centralina unica Magneti Marelli che sarebbe poi diventata obbligatoria per tutte le MotoGP a partire dalla stagione 2016.

Le concessioni: idea Ducati

Dall’Igna raccolse una Ducati che chiuse il campionato in ottava e nona posizione con Andrea Dovizioso ed, il compianto, Nicky Hayden. I due incassavano regolarmente distacchi superiori ai 30” dalle moto dei “Fantastici 4”. Ducati non era riuscita a raccogliere nemmeno un podio nella stagione 2013, per la prima, e ad oggi unica, volta dal suo debutto in MotoGP nel 2003. Il manager veneto pensò dunque di cogliere la palla al balzo e forzò la mano con Dorna provando ad iscrivere le Ducati con il nuovo regolamento “Open. Dorna che aveva creato la sottocategoria per far competere ad armi pari i team privati, non ci stette e così nacquero le “Factory2”. Ovvero tutte quelle case che come Ducati, o Suzuki al suo rientro nel 2015 nella classe regina, non avessero conquistato almeno una vittoria, due secondi o tre terzi posti avevano diritto alle stesse concessioni delle moto iscritte come “Open” senza però prender parte a quella categoria. Queste concessioni sono poi rimaste immutate dal 2016 quando tutte le case hanno dovuto accettare l’introduzione della centralina unica Magneti Marelli e ancora oggi valgono per tutte le case, gli ultimi a perdere le concessioni sono stati gli uomini di Noale proprio in questa stagione mentre KTM dovette rinunciarci al termine della stagione 2020.

Il lavoro paga ma occorre tempo

Da quando Gigi Dall’Igna è arrivato in Ducati ha portato un modo di lavorare nuovo in MotoGP, riuscendo in pochissimi anni a ricucire il gap prestazionale con le case giapponesi, perdendo velocemente le concessioni e riuscendo a tornare alla vittoria in MotoGP nel 2016. Essere tornati al successo non ha però fermato la fame di Dall’Igna & Co e il lavoro sulla Desmosedici è continuato insistentemente fino a sfiorare i titoli MotoGP 2018 con Andrea Dovizioso e quello 2021 con Pecco Bagnaia prima di centrare finalmente il “Big Fish” la passata stagione. Il distacco che devono ricucire in Honda e Yamaha non è così largo come quello che dovette recuperare Ducati nel 2013 per chiedere nuove concessioni. Ma recuperare quei pochi decimi al giro che oggi separano le moto giapponesi dalle europee abbiamo visto può essere un lavoro di anni.

BORSOI: QUANDO A VINCERE ERANO HONDA E YAMAHA ANDAVA BENE...

Anche Gino Borsoi, ospite del nostro format "Zona Podio", ha commentato sulla questione delle concessioni: "Vedere tutte le marche lottare è molto più divertente, però è anche vero che i meriti dei riultati vengono dal grande lavoro di Gigi e di tutti i tecnici Ducati. Anni fa quando vincevano solo Yamaha e Honda non si parlava di concessioni e andava bene così. Adesso vince Ducati e gli altri inseguono va da sé che debbano rimboccarsi le maniche e cercare di migliorare i loro sistemi e la loro tecnologia per arrivare a combattere con Ducati. Ducati non è arrivata qui perchè le è stato regalato qualcosa o perchè la MotoGP è un campionato facile, ci è arrivata dopo anni di lavoro e sudore dove ha anche sofferto. Adesso è riuscita a trovare equlibrio e prestazioni a scapito delle altre case come era già successo anni addietro per altre case, sta a loro metterci più impegno". 

Dorna vuole provare in prima persona a forzare la mano a favore dei giapponesi, probabilmente per paura di perdere anche le case di Tokyo e Iwata dopo aver già perso Suzuki. In Ducati però sembrano non voler cedere ed il regolamento potrebbe restare questo almeno fino al 2027.

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