MotoGP, Marquez sul botto: "Andare da Zarco? Era in pista, avrei solo aumentato il pericolo"

MotoGP, Marquez sul botto: "Andare da Zarco? Era in pista, avrei solo aumentato il pericolo"© Luca Gorini

Marc spiega: "La caduta errore mio, ma il resto poteva evitarlo solo lui. Il dito medio? Alla situazione, sto faticando e me lo aspettavo"

16.06.2023 18:49

Certamente non è stato un venerdì sereno quello del Sachsenring per Marc Marquez, che nemmeno in un circuito tra i suoi preferiti ha trovato pace. La 18° piazza in FP2 è solo una delle cattive notizie con cui fare i conti, in una sessione dove l’incidente con Johann Zarco ha tenuto banco.
 
“In curva 1 è molto facile incappare in cadute come la mia - le parole di Marc - specie quando si cerca il tempo. Io ho fatto un errore, ma se qualcuno poteva evitare quanto accaduto dopo quello era Zarco, dato che in quei momenti devi restare nella corsia di uscita e non puoi rientrare in pista se vedi qualcuno arrivare veloce, perché poi possono capitare incidenti del genere. Non basta restare fuori linea. Io stavo spingendo e sono caduto, ma il resto non potevo evitarlo. Qualcuno ha già detto “Marc è pericoloso”: scusate stavo spingendo e sono caduto, non volevo cadere e lo hanno fatto in tanti. Quando ho iniziato a scivolare ho pensato “o lo prendo io o lo prende la moto”.

Marquez tra cadute e gesti

Perché non ti sei sincerato delle condizioni di Zarco sul momento?
 
“L’ho guardato e ho pensato di andare da lui, ma si trovava in pista quindi avrei solo aumentato il pericolo. Ho visto poi che i commissari stavano arrivando, e lui era cosciente, quindi anche se fossi andato non avrei potuto aiutarlo in nessun modo. Posso chiedere come stato in seguito come ho fatto. Non avevo fretta di tornare ai box perché sapevo che la mia seconda moto non era pronta per l’attacco al tempo, dato che aveva un assetto diverso”.
 
Che significato aveva il dito medio fatto alla tua moto?
 
“Stiamo facendo fatica, ed in quei momenti sei nervoso, dato che stavo per cadere inaspettatamente. Per chi era il dito? Per la situazione in primis: era già caduto Nakagami, in un settore dove tutti stiamo soffrendo molto”.
 
Ti aspettavi queste difficoltà?
 
“Sì perché fatico nella trazione, e su questa pista senza aderenza non fai nulla. Al momento posso essere subito al limite, perché la pista mi piace, ma oltre non riesco e non posso andare. Adesso dobbiamo controllare i dati, per capire la strada. Sul passo non sono molto lontano, mentre sul singolo giro fatico molto”.
 
Oggi avevi due telai Kalex. Perché?
 
“E’ quello con cui ho corso al Mugello, e con il programma attuale è impossibile fare comparazioni. Nakagami ha provato il telaio ma è caduto, io per il momento cerco di lavorare per migliorare la situazione”.

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