MotoGP: Honda, se ci sei, batti un colpo!

MotoGP: Honda, se ci sei, batti un colpo!© Luca Gorini

La situazione in casa HRC dopo il Mugello è allarmante: solo Nakagami al traguardo, Marquez out, Rins e Mir a leccarsi le ferite del fine settimana

14.06.2023 ( Aggiornata il 14.06.2023 18:26 )

Dopo sei gare di campionato, la situazione di Honda è drammatica (per non dire di peggio): 1 sola vittoria (Rins ad Austin), due podi (entrambi nelle Sprint, a Portimao per Marquez e ad Austin per Rins), Rins è il miglior pilota in classifica (P11 con 47 punti) seguito da Nakagami, Marquez e Mir fanalino di coda con soli 5 punti all’attivo.

Dalla Casa motociclistica più grande al mondo è inconcepibile questa sequela di brutti risultati, infortuni e uscite di pista. Eppure, le premesse iniziali erano ben diverse con l’arrivo degli ex Suzuki Rins e Mir e soprattutto del DT Ken Kawauchi, ma qualcosa deve essere andato storto…

Situazione tecnica allarmante


La crisi che sta vivendo Honda in questi ultimi anni di MotoGP ha radici ben più profonde di quanto si possa intuire. Parte tutto dal 2018, da quando Dani Pedrosa ha scelto di ritirarsi dal ruolo di pilota titolare in MotoGP per firmare come collaudatore di KTM. Questo evento è stato cruciale per la crescita di anno in anno di KTM e la perdita di competitività e prestazioni di anno in anno di HRC, culminata nel 2020 con le zero vittorie e l’ultimo posto nella classifica costruttori.

Dopo un anno catastrofico come il 2020 (perso per tutta la stagione Marquez), il 2021 doveva essere quello della rinascita ma… ancora problemi ed ancora una lunga assenza di Marc che comunque porta a casa tre vittorie contro le zero di Pol Espargarò, tanto per ricordare ad Honda che è ancora l’uomo su cui puntare. Nel 2022 viene stravolto totalmente il progetto della RC213V, una moto che si diceva “nata sia sulle indicazioni di Marquez che di Pol Espargarò” ma la stagione è un mezzo buco nell’acqua ancora una volta.

Nel 2023, con l’uscita dal Mondiale di Suzuki, arrivano i due piloti Mir (al posto di Pol Espargarò) e Rins e soprattutto Ken Kawauchi nel ruolo di Direttore Tecnico. Il nuovo progetto inizialmente non sembra nato poi tanto male, ma alla lunga escono i soliti difetti: bisogna sempre rischiare, guidare al limite, strizzare la moto con il risultato che la stessa ti scarica per terra. Nemmeno l’aver provato e portato in gara il telaio fatto da Kalex ha attenuato i problemi. La situazione totale l’ha spiegata nettamente Marquez: “Dobbiamo rischiare troppo, vogliamo vincere ma dobbiamo sempre rischiare per essere ad un buon livello. Ci sono tante cose che non funzionano, nelle curve fortunatamente nessuno mi scappava, ma nel rettilineo non li vedo. Ho avuto un problema anche in partenza perdendo 3-4 posizioni.”

Marc ha poi spiegato nel dettaglio l’errore commesso alla Bucine ed i segnali della moto prima dell’errore: “La caduta è stata un mio errore. L’errore però deriva dalla staccata precedente, già nel giro prima alla curva 10 (Scarperia-Palagio) ho avuto un bloccaggio dell’anteriore inaspettato, questo è quello che succede con quello che abbiamo. Alla Bucine ho avuto un altro bloccaggio e sono andato lungo non per colpa mia. Sapevo di finire sullo sporco, ho perso il davanti. Devo guidare troppo al limite.” 

Il paradosso Nakagami


Tra i piloti HRC ce n’è uno che pare aver capito come guidare la RCV213 senza stressarla e portandola a casa quasi sempre. E’ Taka Nakagami, pilota del team LCR Idemitsu, che paradossalmente sta prendendo alla lettera il famoso proverbio “chi va piano, va sano e va lontano”. Pensandoci, il giapponese è la seconda Honda in classifica ma, tranne in due occasioni, è sempre arrivato al traguardo a differenza dei suoi compagni di marca. E’ anche vero che Marquez ha saltato tre gare per l’infortunio di Portimao e che al suo rientro ha buttato al vento i risultati in Francia ed al Mugello con due suoi errori perché cercava di resistere a Martin (Le Mans) e tenersi alle spalle il più possibile di Marini (Mugello).

Quali aspettative per il Sachsenring?


Bella domanda. Innanzitutto, Honda ci arriva con due piloti su quattro e con un punto fermo, Marquez, che non ha concluso le ultime due gare lunghe (a punti invece nelle Sprint di Le Mans e Mugello). La pista tedesca è il parco giochi di Marc (11 vittorie totali, 7 consecutive in MotoGP e l’ultima nel 2021 in condizioni miste) e quindi sarebbe facile sperare in una sua vittoria. Marc però smorza gli entusiasmi dicendo: “Si può sempre vincere, ma se vinco in Germania non mi serve a nulla.”

Marquez pensa al 2024

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