MotoGP, Marquez: "Correre a Jerez avrebbe messo a rischio la mia carriera"

MotoGP, Marquez: "Correre a Jerez avrebbe messo a rischio la mia carriera"© Luca Gorini

Lo spagnolo amaro: "Tre equipe mediche mi hanno detto che sarebbe stata una follia scendere in pista. Le Mans? Probabile, non certo"

27.04.2023 ( Aggiornata il 27.04.2023 16:13 )

Inutile nasconderlo. La conferenza stampa – o media scrum per utilizzare la stessa terminologia di Hondadi Marc Marquez era l’evento più atteso della giornata, se non – ma non vogliamo sminuire l’azione in pista – del fine settimana. Del resto lo spagnolo è la star dell’attuale MotoGP, nonostante negli ultimi 33 mesi sia stato più assente che presente.
 
La sua assenza a Jerez ha fatto rumore, e non poteva essere altrimenti, ma a chiarire la situazione è lo stesso Marc, ormai nemmeno lontano parente di colui che nel 2020 tentò un recupero lampo ai limiti – se non oltre – la follia. “Avrei voluto parlare come un pilota pronto a scendere in pista – le parole di Marc – anche perché questo è un GP speciale per me. Ho cercato di recuperare, ma sin da subito i medici hanno parlato di 6 – 8 settimane, mentre io ho cercato di farlo in 4. Mi sono sottoposto ai controlli di tre diverse equipe mediche, le quali hanno detto all’unisono che correre sarebbe stato folle”.

Marquez ed il rischio ritiro 

Parole sincere quelle del portacolori Honda, che entra nel dettaglio del proprio infortunio, e sottolinea come le possibili conseguenze di un nuovo infortunio sarebbero potute essere molto gravi.
 
“Se scendo in pista voglio essere in condizione di rischiare, e qui non avrei potuto. Il problema non è relativo ad una possibile caduta, bensì alla pressione sul manubrio in frenata, che avrebbe potuto mettere a rischio l’operazione. E’ stata una scelta obbligata, a prescindere dall’età, dato che avrei messo a rischio la mia carriera”.
 
A rendere più pesante l’assenza di Marc vi sono anche i test, previsti per il lunedì seguente al Gran Premio di Jerez. In relazione a quest’ultimi Marquez ha le idee chiare, anche per quanto concerne chi siano i piloti Honda su cui contare per lo sviluppo.
 
“E’ stato un peccato saltare Termas ed Austin, come lo è saltare Jerez ed i test, ma Honda può contare su due piloti veloci come Rins e Mir. Quando tornerò? Ci sono buone possibilità per Le Mans, ma il controllo del martedì precedente al weekend sarà decisivo. Al momento per me non è difficile mantenere la motivazione, è più complicato avere la stessa forza di volontà di prima: è quella che ti consente di spendere ore ed ore tra allenamenti e tutto il resto, ma la passione mi aiuta a rendere tutto possibile”.
 
In conclusione lo spagnolo dice la sua sulla questione penalità, sulla quale – va ricordato – non è ancora stata messa la parola fine.
 
“Non ho seguito molto la vicenda, anche se può sembrare strano. Io ho preso la penalità ed ero d’accordo, poi le cose sono cambiate e Honda ha fatto ricorso. Per un pilota la penalità più grande è stare a casa a causa di un infortunio, quindi questo è quello che mi preme di più. Perché l’appello? La penalità doveva essere quella messa nero su bianco all’inizio”.

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