Alex Rins il talento MotoGP non valorizzato dai big team

Alex Rins il talento MotoGP non valorizzato dai big team© Luca Gorini

Tre gare sono bastate per dimostrare a tutti che ha ancora molto da dare al motomondiale

19.04.2023 ( Aggiornata il 19.04.2023 14:53 )

Un weekend, quello di Alex, iniziato con la semplice richiesta di essere più valorizzato da Honda e concluso solo tre giorni dopo con la vittoria sul COTA. Alex Rins ha dato un'ulteriore dimostrazione delle sue capacità che lo hanno portato ad ottenere in carriera sei vittorie e 17 podi in MotoGP oltre che un terzo posto in classifica generale nel 2020 in sella alla Suzuki.

Ripercorriamo un attimo il round statunitense del pilota LCR per fare un quadro più completo: si piazza in prima fila in griglia grazie ad un ottimo giro (2:02.052) ottenuto sabato mattina nelle qualifiche, poi ottiene il secondo posto nella gara sprint, e conclude il lavoro domenica dove, dopo la caduta di Pecco in curva 2, si aggiudica la vittoria. (Qui gli highlights della gara)

Fino a quel momento nessun pilota oltre a Marc Marquez era riuscito a salire sul gradino più alto del podio per la fabbrica di Minato, eccetto Cal Crutchlow nel 2018. L'impresa ha permesso al team LCR di ottenere inoltre il centesimo podio nel migliore dei modi.

Calendario MotoGP 2023

Alex Rins in LCR, ma perché non in team factory

Prima di approdare nel team di Lucio Cecchinello, Alex faceva parte della lineup vincente della Suzuki, ma dopo l’abbandono del motomondiale da parte della casa giapponese, il 27enne si è trovato senza una sella fino all’ingaggio nella squadra satellite di Honda. Senza altre offerte da team ufficiali Rins decide di accettare il posto offertogli. Scelta all’inizio forse molto azzardata vista la situazione preoccupante in cui militava tutta Honda, che non otteneva risultati decenti da diverso tempo - come specificato precedentemente – ma che potrebbe rivelarsi corretta per il pilota di Barcellona una volta risolti i problemi.

Le difficoltà, nel box del sol levante, sono per lo più rimaste ma grazie al talento del pilota spagnolo Honda torna, almeno per il round ad Austin, tra i primi. Fondamentale è stata la bravura di Rins che ha condotto in modo egregio il team LCR fino al traguard. Viene da chiedersi perché solo Lucio Cecchinello lo abbia scelto dopo la parentesi Suzuki?

Probabilmente la mancanza di un titolo mondiale – al contrario dell’ex compagno di squadra Joan Mir, campione nel 2020 nella classe regina e nel 2017 in Moto3, ora in HRC - e le relative poche vittorie hanno contribuito a non farlo “adocchiare” da un top team, ma ciò su cui pochi o quasi nessuno ha voluto puntare è l'attitudine con cui Alex lavora che al COTA ha fatto la differenza. Quando il mercato piloti era aperto, i posti in palio erano diversi: era libera la sella di HRC, di KTM, quella Ducati ufficiale, quella delle due nuove Aprilia RNF, di Gas Gas oltre che proprio della LCR. La più papabile per lo spagnolo era appunto quella Honda, visti anche i vari innesti di personale di derivazione Suzuki - come Ken Kauwchi - con cui Rins già aveva lavorato e con cui poteva portare avanti una filosofia che era stata vincente in Ecstar.

L'esclusiva a Lucio Cecchinello

Migliorare, provare, vincere

Lo spagnolo è voglioso di crescere e rendere competitiva la moto tanto da chiedere spesso di testare nuovi componenti allo stesso Lucio che dichiara a riguardo: “Abbiamo nuovi pezzi che lui non ha provato, ma siamo stati noi, insieme alla Honda, a frenare la sua voglia di testare quei componenti. Quello che stiamo cercando è evitare di correre il rischio di fare un errore nel percorso scelto."

Un bene quello di averlo sul proprio prototipo per il gruppo LCR che ha trovato in Rins un ottimo alleato per superare il momento buio che forse è durato fin troppo.

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