Il 93 ne ha combinate di tutti i colori a Portimao, ma era in pole ed è salito sul podio della Sprint. Mir e Rins non sono nemmeno entrati in top ten
D'accordo, Marc Marquez ha fatto il diavolo a quattro nella MotoGP di Portimao. La manovra domenicale, vista e rivista in tutto il mondo, ha fatto esplodere il web e i bar di provincia in un vespaio di polemiche. L'otto volte iridato - seppur involontariamente -ha sbagliato. Mentre recupera l'infortunio rimediato alla mano, il numero 93 medita, facendo meditare Honda e gli altri relativi rappresentanti. I restanti Joan Mir, Alex Rins e Takaaki Nakagami non si sono distinti nel bene e neppure nel male. Questa è la cosa peggiore di tutte.
JOAN MIR CON FABRIZIO GUIDOTTI: I DUE POTREBBERO FARE MOLTO BENE IN MOTOGP, VEDREMO
Sarà usuberante, esagerato, a volte fuori misura, però viaggia super forte. Marc Marquez in Portogallo ha dimostrato - qualora ce ne fosse bisogno - di essere l'unico dei quattro piloti Honda in grado di conferire alla RC213 V un minimo di competitività.
Un minimo, insomma, anche un massimo. Grazie ad un lancio al limite di gomme, motore e aerodinamica (con l'ausilio della scia aperta dalla Ducati di Enea Bastianini) Marc ha centrato una fantastica pole position, novantaduesima in carriera. Poi, mettendoci il solito ardore agonistico e parecchia manetta, è arrivato anche un risultato da podio.
Terzo nella Sprint, dopo due Desmosedici. Pecco Bagnaia e Jorge Martin erano imprendibili, ma lui, alato Honda e dal cuore impavido, ha portato in alto in colori della Casa, facendo gioie il box ufficiale Repsol HRC. Per fortuna, incidente domenicale a parte, c'era il trentenne di Cervera, altrimenti...
FEDERICA MACCIOTTA SORRIDE, ALEX RINS MICA TANTO: VISI DIVERSI NELLA MOTOGP DI PORTIMAO
Sì, avranno presto l'opportunità di riscattarsi. Già in questo weekend, perché la MotoGP fa scalo diretto in Argentina (qui gli orari). Vi consigliamo - se non siete a Termas de Rio Hondo - di sedervi comodamente da qualche parte, seguendo le azioni televisive proposte dal secondo appuntamento stagionale.
Chissà se vedremo al vertice Joan Mir e Alex Rins, due piloti che hanno in comune una RC213 e una eccellente militanza in Suzuki. Ci chiediamo "chissà", dato che, onestamente, a Portimao nemmeno uno dei due ha brillato. Il maiorchino si è anche beccato una penalizzazione, reo di aver urtato Fabio Quartararo. Il catalano si è districato nel gruppo, ma della seconda metà di classifica.
Eppure, con la GSX-RR l'oggi punte ufficiali Repsol HRC e LCR satellite sono andati forte. Titolo per Mir nel 2020, a dispetto di un solo successo di tappa; cinque vittore per Rins nel complesso, e ruolo di protagonista egregiamente ricoperto. Rimasti a piedi a causa del progetto chiuso dalla Casa madre, Joan e Alex sono entrati in Honda con le migliori aspettative. Al momento, disilluse.
TAKAAKI NAKAGAMI CI METTE GRANDE IMPEGNO, MA PER FAR DECOLLARE LA HONDA SERVE DI PIU’
Lui è giapponese, ha 32 anni, corre in MotoGP per e con la Casa di Tokyo dal 2018. Certo, "per & con", poiché legato al Marchio non solo dal comune idioma, quanto alla volontà di Tokyo nell'utilizzarlo per i collaudi.
Ecco, appunto. Quando manderanno Nakagami a fare solo i test? Oh, mica stiamo dicendo che egli debba perdere il posto di lavoro e tutto quanto, ci mancherebbe. Semplicemente, in virtù di un rendimento palesemente insoddisfacente per sé stesso e per chi lo paga, è ora di cambiare.
La classe regina ha bisogno di figuranti? Mmm, no. Non oggi. Lui ha bisogno di arrivare sempre arretrato e lontanissimo da - esempio non preso a caso - Marc Marquez? Pensiamo di no. Augurandogli di rialzare la testa smentendoci, diciamo che l'Ala dorata necessiti di un nuovo Marc Marquez. Okay, ma dove trovarlo?
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