Esclusiva MotoGP, Biaggi: "Sarò al fianco di Aprilia nel derby con Ducati"

Esclusiva MotoGP, Biaggi: "Sarò al fianco di Aprilia nel derby con Ducati"© GpAgency-Luca Gorini

La nostra intervista esclusiva al campione romano tra passato, presente e futuro. Max ci racconta tutto, dal record Voxan ai pareri sulla Sprint Race 

02.03.2023 ( Aggiornata il 02.03.2023 09:25 )

Si dice che i piloti vivano a trecento all’ora, Max Biaggi lo fa a quattrocentosettanta. Il record di velocità toccato dal romano a bordo della Voxan Wattman rappresenta un ulteriore successo da sommare ai già numerosi della carriera, siglato nella categoria dedicata alla propulsione elettrica.

Il cuore del sei volte iridato nelle competizioni caratterizzate da motori endotermici ha battuto forte in Florida, sede prescelta per lo storico tentativo. Gli addetti ai lavori del Kennedy Space Center ne hanno visti di lanci, ma le accelerazioni esibite dal cinquantunenne capitolino conosciuto in tutto il Mondo rimarranno loro impresse.

Accelerazioni raccontate così da Biaggi pochi giorni dopo la splendida cerimonia dei Caschi d’Oro di Rimini: “Wow, che esperienza – ha spiegato, aggiungendo una precisazione – credo sia stata una tra le mie ultime prove d’abilità. Quando si è così maturi, ci si pensa su: volevo qualcosa di speciale e diverso, ne è venuta fuori una bellissima impresa”.

Biaggi e il record con Voxan


Come ci si sente a 470,257 chilometri orari?

“Abbiamo cercato il primato di mattina, quando il vento era pari a zero. Attorno alle 6, si gelava. Io sudavo ugualmente, riscaldato dall’adrenalina che girava in corpo. Pensate questo: fino ai 200 orari, la ruota posteriore pattinava decisa. Dai 330 in poi, la moto scalciava come fa una supersportiva in prima marcia, quando si molla la frizione bruscamente. La botta impressa dalla spinta era pazzesca, come lo sono state le sensazioni provate, benché seduto sulla Voxan facessi poco. Però, quel poco lo facevo bene. Quasi quasi mi sentivo un passeggero, in realtà dovevo rimanere il più dritto possibile”.

Qual era la vera incognita?

“Il vento: bastavano pochi nodi di soffio, e la moto ondeggiava, perdendo efficacia. Con scarso margine di controllo e poca possibilità di sterzo, mi limitavo a quanto raccomandatomi. Malgrado la bagarre sia una situazione diversa, anche sparato a mò di pallottola provavo brividi forti. Il tentativo consisteva in un doppio run, in direzioni opposte, poi veniva calcolata la velocità media. Alla fine del primo scatto, ho osservato la gomma posteriore. Mi sono reso conto di quanto fosse provata, infatti a record siglato ho provato soddisfazione e sollievo. Di gomma non se ne vedeva più, talmente si era consumata. E poi, come ho detto sul palco di Rimini, il casco: l’equipaggiamento buono per i 330 orari, non vale per i 470, ho dovuto sostituire il casco ‘tradizionale’, che stava cedendo, con una copertura ad hoc”.

Il sollievo: come Assen 2003?

“Giusto: in griglia accusai un problema elettronico alla Honda RC211V del Team Pons. Non potendo risolvere l’impiccio, completai una gara su asfalto mezzo asciutto e mezzo ba gnato. La gomma posteriore ‘rain’ ne uscì distrutta, ma io riuscii a giungere secondo. I meccanici che all’epoca lavoravano insieme a me ancora parlano di quella corsa, nella quale pizzicai il comando del gas con enorme sensibilità, accarezzandolo”.

Oggi sarebbe possibile farlo?

“Non più di tanto. Il polso fino del corridore oggi conta meno, chi sta in sella determina minore differenza rispetto al recente passato. Tra abbassatori, dispositivi, ali e aerodinamica, uscire dalle linee è infruttuoso, a volte inutile. Serve una strategia da rivede - re. In generale, la moto buona sopperisce alle mancanze del pilota”.

Biaggi, Ducati e Aprilia


In MotoGP hanno vinto Bagnaia e la Ducati: il binomio migliore?

“Sì, chi vince è sempre il migliore. La Ducati è la moto da battere. Il duo rosso ha meritato quanto realizzato: la Desmosedici è il riferimento della classe regina, in cui auspico un derby tutto italiano”.

Sogni un duello Ducati-Aprilia.

“Se il 2023 si rivelasse così, noi italiani saremmo tutti contenti (ride). Vedremo se sarà possibile, la speranza c’è: Ducati titolata in carica, Aprilia principale antagonista, che altro di meglio potremmo chiedere noi dell’Italia della MotoGP?”.

Magari più spettacolo e audience: la Sprint Race colmerà la falla?

“L’inedito format ravviverà le azioni del sabato, distribuendo punti: considerando l’andamento delle qualifiche, negli ultimi anni chi partiva arretrato era costretto a dimenticarsi dei risultati di prestigio, mentre la Sprint Race offrirà chance a chi si gioca la carta in più del rischio o a chi azzarda una scelta di gomme particolare. Qualche sorpresa la vedremo, sebbene i veri valori in campo verranno rispettati”.

I piloti sostengono che due gare a weekend siano eccessivamente probanti.

“Effettivamente, ogni weekend MotoGP proporrà una gara e mezza, dato che la Sprint ricoprirà la metà dei passaggi previsti dal GP domenicale. In SBK, invece, sì corrono nella propria interezza almeno due gare complete”.

Con l’aggiunta della Superpole Race domenicale.

“Esatto, ma sapete quale sarà il vero stress a cui i piloti MotoGP saranno sottoposti? Non penso alla fatica fisica, ma al fatto di sapere che li attenderà una seconda procedura di partenza. Il processo psicologico legato allo start è considerevole. Correndo in SBK, l’ho scoperto sulla mia pelle: il problema più grande è ritrovare la giusta concentrazione dopo essersi scaricati. Per me, abituarsi è stato difficile. Mentre nei prototipi si toglievano tuta, guanti, stivali e casco, nelle derivate occorreva rivestirsi e riprendere la sella. Dirlo è un conto, farlo è un altro”.

A te riuscì piuttosto bene, da subito.

“Losail 2007, Suzuki, prima gara e prima vittoria per me in SBK. Arrivai in forma al round inaugurale, mi ero allenato duramente per tutto il periodo in cui ero rimasto lontano dalle gare, da fine 2005 alla primavera 2007. Girare con la Supermotard mi servì parecchio, tuttavia sapevo poco e nulla della Superbike, dei rivali e della loro condotta di gara. Debuttai alla grande, sfidando nomi da conoscere e dinamiche da scoprire. Arrivando dalla corsa domenicale singola, la doppia manche faceva parte delle novità da affronta re. E fu dura da metabolizzare”.

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