Tripletta italiana in MotoGP: il miglior modo per aprire il "dopo Rossi"

Tripletta italiana in MotoGP: il miglior modo per aprire il "dopo Rossi"© Luca Gorini

Chi pensava che il tricolore della top class avrebbe sofferto il ritiro di Valentino, si deve ricredere: con Pecco Bagnaia e Ducati la nostra bandiera sventola ancora a pieno regime. La classe regina merita di essere seguita con interesse

08.11.2022 ( Aggiornata il 08.11.2022 11:20 )

Quando Valentino Rossi ha  detto "addio", in tanti hanno pensato che il vuoto lasciato sarebbe risultato incolmabile. Pensiero condivisibile perché, oltre a vincere 9 titoli del mondo tra i quali 7 in MotoGP, il numero 46 ha lanciato il messaggio a due ruote in ambiti diversi dalle due ruote stesse. 

La preoccupazione generale regnava (quasi) sovrana; tanti coloro a dichiarare "un personaggio del genere non lo avremo mai più". Ed è vero, difficilmente troveremo icona paragonabile all'asso di Tavullia. Ma, sapete com'è, il mondo deve andare avanti, l'Italia ne fa parte.

Il flop del Mugello è difficilmente giustificabile, altri cali di interesse meno. Le moto sono moto e i piloti sono piloti. Le corse sono corse, le competizioni sono competizioni. Vero è che le masse sono attirate dai vincenti, infatti, la Francia ha in Fabio Quartararo un rappresentante capace di far registrare numeri record a Le Mans. E l'Italia?

Nero o bianco, negativo o positivo: Italia, da che parte stai?


A Valencia abbiamo vissuto un vero e proprio momento storico, non esclusivamente legato alla MotoGP. Ben sappiamo in quali situazioni navighi il nostro Paese, è inutile girarci attorno: l'Italia è in difficoltà, da anni, dal punto di vista politico-economico e sociale.

Sociale? Perché? Fateci caso: il pessimismo ha dilagato, relegando la propositività in un piccolo angolo della stanza. Piccolo ma fondamentale, vitale, poiché da lì nascono idee e voglia di fare. Senza lamentele, tanto sono inutili. Chi sa sfruttare quel risicato spazio, non solo esce dai problemi, addirittura può costruire un grande successo.

Indispensabile conditio sine qua non è lasciarsi alle spalle il passato - glorioso, inglorioso, triste o felice  - guardare il presente e puntare dritto verso il futuro. Solo così le persone escono dalla cosiddetta "crisi", solo così le aziende costruiscono anziché distruggere. Che ci crediate o meno. Pecco Bagnaia e Ducati ne sono ad esempio.

Tris dai tempi di Agostini: The Italian Job made in Borgo Panigale


I nostalgici e attempati sostengono che il Bel Paese del 1972 fosse meglio vivibile rispetto all'attualità. Ci potremmo pur credere, ma che senso avrebbe farlo? Proviamo a reagire, andando avanti. Ora ci teniamo i numeri del motociclismo, così torniamo nell'ambito dell'articolo: Giacomo Agostini con MV Agusta si titolò nella classe 500.

Fu un tris tricolore, perchè "Mino" - o, se preferite, "Ago" - è lombardo, la squadra emanate dal reparto corse lombardo, il Marchio lombardo. Una linea italiana che mancava da 50 anni suonati, mese più, mese meno. I pessimisti (di cui sopra) l'avevano promesso: "Mai più assisteremo a un'impresa del genere".

Bè, si sbagliavano. Lo avete visto in costruzione nell'arco della stagione 2022, lo avete ammirato nella chiosa di Valencia. Al Ricardo Tormo la Rossa Ducati, messa in pista da un team italiano, si è imposta insieme a un pilota italiano. Nessuno tra gli iscritti può vantare cotanta connazionalità al potere, ci avete fatto caso?

Grazie Valentino, grazie Pecco: la MotoGP era e sarà ancora fantastica


Rossi e Bagnaia sono legati da anelli di congiunzione la cui catena comincia dalla notte dei tempi del Motomondiale. Limitandoci (che brutta parola) alla classe regina, ecco un elenco dei nostri titolati. Umberto Masetti, Libero Liberati - anch'egli in trio: lui italiano, la squadra anche, la Gilera idem - Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Franco Uncini. Questi nomi si sono imposti nella 500 a due tempi.

Poi, arrivò la MotoGP a quattro tempi. Valentino Rossi apri le danze nel 2002, ripetendosi nel 2004, 2005, 2008 e 2009. Pur correndo ad altissimo livello, il giallo fluo geniale non portò più titoli allo Stivale, rimanendo comunque leggendario. 

Ma il pubblico ha cominciato a impaurirsi, vedendo nero o non vedendoci affatto "Non vinceremo più". Ebbene, Signore & Signori, vi sbagliavate, caspita se vi sbagliavate. Seppur bisognosa di una reazione collettiva, la nostra nazione ha esempi di voglia, propositività, attitudine al successo e metodo costruttivo. Parliamo di aziende, facciamolo bene. Parliamo di persone, facciamolo bene. Parliamo di moto, facciamolo bene. La MotoGP merita ancora di essere seguita, sia qui da noi, altrettanto nel resto del pianeta. Sta a voi crederci o meno. Chi ci ha creduto, ha vinto

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