Nel ballottaggio tra Enea e Martin, la Casa di Borgo Panigale ha tralasciato questioni nazionalistiche e di marketing, facendo valere i tre successi colti dall'italiano, decisamente più in forma dello spagnolo
Lo avete già appreso ieri, Enea Bastianini affiancherà Pecco Bagnaia nel Lenovo Ducati Team, costituendo una coppia Rossa e completamente italiana in MotoGP. La Casa di Borgo Panigale ha scelto, disorientando gli addetti ai lavori: ammettiamo di aver creduto che l'opzione sarebbe ricaduta su Jorge Martin, invece...
Affidiamoci ai numeri, prendendo in analisi la stagione 2021 e i Gran Premi disputati quest'anno. Jorge è uscito in qualità di Rookie of the Year nel novembre scorso, previo la nona posizione finale, frutto della vittoria conquistata in Stiria e dei podi calcati a Doha, Austria e Valencia. Il portacolori del satellite Pramac ha sfruttato alla grande materiale simile a quello Factory.
La Bestia correva per l'indipendente Avintia, portando in pista una Desmosedici GP19, periodicamente aggiornata da parti evolute. Il campione in carica della Moto2 è giunto in finale undicesimo, coi migliori risultati colti a San Marino ed Emilia-Romagna, Gran Premi di casa da terzo posto per lui.
A dire il vero - suggellando il concetto qui espresso - Martin ha fatto meglio di Enea, lo dicono gli ordini di arrivo, i numeri e, senza l'infortunio patito a Portimao e relativa assenza, lo spagnolo avrebbe costruito anche di più. Comunque entrambi contenti, sapevano che il 2022 avrebbe consentito loro di giocarsi il posto importante e ambito: Lenovo Ducati ufficiale.
Ora soffermiamoci ai rispettivi rendimenti attuali. Martin è rimasto in Pramac, per una dotazione tecnica davvero vicina a quanto garantito a Pecco Bagnaia e Jack Miller nella formazione di riferimento bolognese. Da lui si aspettava un ulteriore salto di qualità, non registrato: d'accordo, i fastidi al braccio destro - con tanto di operazione - lo hanno limitato, ma lui ha deluso. Solo 87 punti raggranellati, due bei secondi posti in Argentina e Catalunya, ben quattro "zero" incassati. Martinatori non c'è.
La Bestia, contrariamente, ha vinto in tre occasioni: Lusail, Americhe e Francia. Bastianini c'è, malgrado una Desmosedici GP21. Il sesto posto a precedere Misano lo racconta protagonista di categoria, vera rivelazione della contesa ancora in corso. Lo stile esibito dal numero 23 e il carattere palesato nei momenti duri, dicono come il romagnolo sia entrato nell'ambito di maturità richiesto all'investitura annunciata ieri.
Chiosiamo così, qualora ce ne fosse davvero bisogno; Ducati ha scelto un italiano, non perchè questo sia italiano. La Casa bolognese ha selezionato Bastianini facendo valere le vittorie siglate da quest'ultimo, mica perché egli nato a Rimini il 30 dicembre 1997. No no. I dirigenti della Rossa hanno monitorato ogni cosa, dai risultati ai miglioramenti, dall'atteggiamento in pista al lavoro nel garage. Scegliendo, lasciando da parte la bandiera tricolore sventolata in comune e un marketing che avrebbe preferito avere un box totalmente nazionale.
Senza nulla togliere a Martin, da noi ritenuto apertamente un vero e proprio talento, anch'egli destinato a grandi traguardi. Anzi, lo avremmo visto bene in Honda Repsol HRC, a far coppia con Marc Marquez. Già. Però, se guardiamo quanto successo da marzo a oggi, Enea ha palesato crescita, Jorge plafonamento.
Perciò, rimanendo sempre imparziali, diciamo che a Borgo Panigale abbia regnato la meritocrazia. Quando si afferma che in Italia questo valore sia scomparso da ogni ambito, rileggete il seguente pezzo e confrontatelo con eventi esterni alla MotoGP: chi ha meritato è stato promosso, nessuno deve recriminare qualcosa a qualcuno. Brava Ducati, così si fa.
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