Dovizioso conferma: "Nel 2023 non correrò in MotoGP"

Dovizioso conferma: "Nel 2023 non correrò in MotoGP"© GPAgency

"Non sono competitivo quindi non c'è ragione, non ho mai cercato una sella". Quale futuro ora per Andrea?

12.07.2022 ( Aggiornata il 12.07.2022 14:27 )

Che la stagione di Andrea Dovizioso non stia andando come sperato è evidente, ma è comunque difficile da accettare. Dopo la decisione di separarsi – a fine 2020 – da Ducati infatti il forlivese ha trovato nuova linfa in Yamaha, ricevendo una terza M1 2022 come portacolori del team RNF. Sin dai test le cose non sono andate per il meglio, e la prima parte di stagione è stata ugualmente avara di soddisfazioni.
 
“Ogni gara è molto difficile – le parole di Dovizioso al sito ufficiale della MotoGP - perché parto indietro, il che complica ulteriormente le cose. Non essere competitivo non mi era mai capitato nel corso della mia carriera: è un qualcosa di nuovo e diverso per me, che diventa realtà gara dopo gara”.
 
Una situazione difficile da digerire dunque, che ha già portato il forlivese a prendere una drastica decisione per il prossimo anno.
 
“Per certo non correrò in MotoGP l’anno prossimo, non c’è da ragione di farlo. Ho sempre detto che non sarei rimasto in categoria se non fossi stato competitivo, specie dopo vent’anni. Non ho mai cercato una sella per il prossimo anno, dato che penso sia fondamentale essere al centro di un progetto. Sono tranquillo, ho già saggiato cosa vuol dire restare fermi. Spero solo di terminare la stagione in crescendo”.

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Nonostante la situazione Andrea non ha perso la sua grande capacità di analisi, con la quale prova a tracciare un quadro della situazione Yamaha.
 
“Yamaha in questo momento è in una situazione particolare: la M1 è ottima in frenata e percorrenza, ma fatica in altri aspetti. Se non guidi come Quartararo è difficile essere competitivi: se lui vince vuole dire che si può fare, ma le lamentele degli altri piloti significano che non ci sono altri modi per essere veloci, a differenza del passato. Morbidelli guida in modo diverso da me, ma il risultato è molto simile al mio”.
 
La luce sembra dunque lontana per Andrea, nonostante le ottime cose mostrate nella sua prima avventura con la casa di Iwata, datata 2012.
 
“Per fortuna ho corso con la Yamaha nel 2012, così non ho lasciato la possibilità alle persone di dire che non posso essere competitivo con la M1, essendolo già stato. La MotoGP è cambiata tanto in questi anni, sotto tanti punti di vista: ci sono tanti pezzi del puzzle da mettere insieme, e se non ci riesci vivi le difficoltà che sto vivendo io”.

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