Il fratello di Rossi prova a spiegare le difficoltà incontrate in questo avvio di stagione: "La Ducati è ok, ma forse mi limita qualche kg di troppo"
Dopo una stagione da rookie, Luca Marini sperava di iniziare il suo 2022 in MotoGP con risultati ben diversi. Invece il primo anno con i colori del team Mooney VR46 è iniziato sulla falsariga del 2021, con nessuna apparizione in Top Ten e un 11esimo posto colto in Argentina come miglior risultato.
Risultati molto inferiori delle aspettative del pilota classe 1997, che dopo i risultati incoraggianti raccolti nei test invernali sperava di poter occupare stabilmente le posizioni che contano.
Rispetto alle altre Desmosedici, quella di Marini appare più lenta in uscita di curva e sul rettilineo, un problema che potrebbe risiedere nella natura fisica del pilota più che nella moto. “Mi sono sempre mancate accelerazione e velocità in rettilineo rispetto alle altre Ducati”, ha raccontato il fratello di Valentino Rossi ai colleghi di Speedweek.
“La parte elettronica della moto è buona. La potenza e l’accelerazione sembrano a posto quando guido da solo”, ha spiegato il pilota numero 10, prima di addentrarsi ulteriormente nella sua analisi: “Quando si confrontano i dati, tuttavia, si nota che perdo tempo sul rettilineo rispetto alla concorrenza. Ma non sappiamo perché. Abbiamo provato diverse impostazioni elettroniche, ma nel team non siamo riusciti a trovare una soluzione”.
Alla luce di quanto emerso, Luca sospetta che il suo potrebbe essere un problema di corporatura: “Perdo dalla prima alla quinta marcia, mentre in sesta va tutto bene. Sono molto alto ma sto molto attento alla mia posizione in sella. Non credo dipenda dalla statura… Forse è un problema di peso, ho forse quattro o cinque chilogrammi di troppo”, ha concluso Marini.
Un problema non da poco, che condiziona il rendimento in gara dell’italiano, come accaduto in passato ad altri piloti come Danilo Petrucci e lo stesso Rossi. Resterà da vedere se il team guidato da Pablo Nieto riuscirà a risolverlo.
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