Yamaha Mondiale: Jorge Lorenzo, l'alter ego di Valentino Rossi

Yamaha Mondiale: Jorge Lorenzo, l'alter ego di Valentino Rossi

Come Roberts, Lawson e Rainey, Jorge ha vinto tre titoli della classe regina. Ma la storia del maiorchino è legata al pesarese, suo grande rivale

13.04.2022 ( Aggiornata il 13.04.2022 13:51 )

Il muro


Jorge salì in MotoGP ancora prima di compiere 21 anni, e con i due titoli consecutivi nella 250 il maiorchino aveva fatto il pieno di fiducia in se stesso. Sin dal primo momento disse di non soffrire di sudditanza nei confronti di Rossi. E i fatti avrebbero confermato quelle parole.

Il muro che separò i due piloti ufficiali Yamaha fu la conseguenza di una situazione tecnica particolare, dato che Vale e Jorge avevano gomme differenti: Rossi era passato alle Bridgestone, Lorenzo utilizzava le Michelin. Ma il muro fu anche l’emblema di un’atmosfera di vero confronto interno: l’ottimo ambiente del duo Rossi-Colin Edwards era svanito. In pista, poi, Lorenzo iniziò in modo spettacolare: pole position al debutto in Qatar, dove chiuse la gara sul podio e davanti a Rossi, pole e podio a Jerez, questa volta dietro Valentino, poi all’Estoril, al terzo tentativo, la terza pole portò alla prima vittoria nella classe regina.

Ma nel weekend successivo, in Cina, Lorenzo fu protagonista della prima caduta pesante: nelle prove si fratturò entrambe le caviglie. Eppure, disputò ugualmente il GP, terminando stoicamente quarto nella corsa vinta da Rossi. Il pesarese rivinse in Francia davanti a Lorenzo, costretto a camminare con le stampelle, ma comunque velocissimo in pista. Poi arrivò il Montmeló, il GP nel quale Lorenzo passò dal Sole alle nubi nere. La voglia di comandare il GP di casa giocò un brutto scherzo al rookie, che nelle prove cadde pesantemente e, battendo il capo, perse conoscenza e smarrì temporaneamente la memoria. Come avrebbe detto successivamente, quello fu un momento difficile, tanto che Lorenzo valutò persino il ritiro dalle corse. Fu l’inizio di un periodo complicato sotto molti aspetti: a Brno, la Michelin gettò la spugna, a Indianapolis Jorge ruppe con Amatriaín, il manager che fino ad allora lo aveva sempre accompagnato.

Il finale di stagione fu amaro mentre al contrario Rossi tornò a vincere il titolo. Dopo quel finale di 2008 frustrante, Lorenzo tornò alla carica, e il cambio di numero – dal 48 preso in onore di Amatriaín al 99 – testimoniò la volontà di voltare pagina. Aiutato magari dagli stessi pneumatici del compagno di squadra, un modo per riequilibrare le condizioni tecniche. Il 2009 fu in effetti l’anno dei grandi duelli tra i piloti ufficiali Yamaha: Jorge dimostrò di essere anche più rapido di Rossi, che però ebbe la meglio grazie all’esperienza. La battaglia più appassionante fu nel GP Catalunya, dove Valentino fu autore di un meraviglioso sorpasso sul compagno all’ultima curva, il punto nel quale – secondo quanto aveva detto lo spagnolo alla vigilia – i sorpassi erano impossibili. In teoria... Fu il momento-simbolo del nono titolo di Rossi, sei volte vincitore e in altri sette casi sul podio

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