MotoGP Americhe, Quartararo: “Problemi alle braccia? Mi tocco le palle”

MotoGP Americhe, Quartararo: “Problemi alle braccia? Mi tocco le palle”© Luca Gorini

A Fabio viene chiesto se il CoTA gli provoca dolori e cali di forza: "Dopo l'operazione non ho più problemi di sorta". Poi si parla di mercato: "Il futuro? Non ho tempo per pensarci, sono concentrato sul titolo"

09.04.2022 ( Aggiornata il 09.04.2022 08:24 )

Terzo tempo nella classifica combinata della MotoGP di Austin, soprattutto la sensazione di aver svolto un proficuo lavoro. Buono il venerdì avuto da Fabio Quartararo, soddisfatto dell'operato condiviso con il Monster Energy Yamaha ad Austin: "La pista ha già un buon grip - svela - a parte qualcosa che abbiamo provato sulla M1 e rivelatosi non soddisfacente nelle FP2, per il resto tutto è andato bene. Sono abbastanza contento: nel mio time attack ho commesso un piccolo errore, ma il passo avuto nella giornata si è dimostrato davvero promettente".

Che gomme hai usato, principalmente?

"Solo Alex Rins ha un buon passo con la gomma morbida, io invece ci ho fatto il time attack. Sappiamo che la gara sia costituita da tanti passaggi, sicché che sarà importante provare a mettere insieme un buon numero di giri con quella copertura: la performance sarà sicuro migliore, malgrado io sia stato consistente per dodici giri con la media. Le medie lavorano bene, però le soffici garantantiscono performance maggiori. Vedremo".

L'asfalto è stato in parte rifatto. Cosa ne pensi?

"Rispetto all'anno scorso, la situazione è migliorata. Nel 2021 non ci siamo divertiti, in più era pericoloso correre. Adesso si può spingere, le buche e gli avvallamenti si sentono meno. Adesso l'ottanta percento della pista è migliorato. Solo nella curva 10, se perdi la linea, la situazione è complicata, altrimenti è tutto buono".

Anni fa hai sofferto di problemi alle braccia: si gonfiavano e perdevi forza. Come stai adesso?

"Bè, non ne soffro più, ma mi tocco le palle. Da quando mi sono operato, tuttavia, non soffro più di avambracci gonfi e doloranti. Qui è difficile tenere la moto, perché la pista è fisica ed impegnativa. Durante la fase prestagionale ho lavorato parecchio in questo ambito, preparandomi per resistere a lungo. Il tracciato è fisico, e pensare che nel 2021 lo era anche di più, a causa di buche e avvallamenti. Ma io mi sento a posto, però so che bisognerà arrivare in gara con le braccia fresche e rilassate".

Al limite in staccata, solo se è in scia


Quanto leggete e dichiarato da Quartarato si è sentito da altri piloti. Questo perché le MotoGP sono diventate sofisticate, delicate e sensibili a ogni condizione: "Mi sento davvero al limite in staccata. Questo è un punto in cui dobbiamo riuscire a sfruttare la fase di frenata, lì perdo un po' di tempo. In Argentina non riusciva fermare la moto. Consideriamo che io uso entrambi gli impianti, sia l'anteriore che il posteriore. Quando seguo un avversario, capita di non riuscire a superarlo. Se non ho nessuno davanti, la frenata è buona. Se, invece, qualcuno mi precede, l'anteriore scivola e perdo efficacia".

La tua priorità è rimanere in Yamaha, oppure ti stai guardando attorno?

"Onestamente, adesso sono focalizzato sul presente. Non è vero che sto valutando opzioni diverse, perlomeno non è del tutto vero. Al momento, la mia priorità è di combattere per il titolo, non ho tempo per pensare ad altre. Ho l'intenzione di dare il meglio in ogni weekend, perciò non posso guardare il futuro quando sono alle gare. Me ne occupo a fine settimana concluso, ci penserò in questo mese o a maggio".

Cambiare moto non è rischioso? Occorre tempo per adattarsi a qualcosa di nuovo.

"Penso che sia rischioso, ma penso anche che farò la cosa giusta. Se tutti pensano che sia azzardato cambiare moto, nessuno cambiarebbe e vedremmo sempre le stesse cose. Un pilota non deve pensare a cosa farà su una moto diversa, deve considerare il potenziale che il pacchetto offre. Occorre tempo per andare forte, chiaro, ma io non ho pensieri strani in testa. Il progetto è più adatta dello stile di guida, per quello ci si adatta. Lo si fa sempre. Adesso, con tutti i dati raccolti, possiamo adattarci molto velocemente. Si analizzano le cose e si lavora. Nei primi anni in Yamaha, guardavo cosa facevano Valentino Rossi, Maverick Vinales e Franco Morbidelli. Così capivo dove potermi migliorare".

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