Il leader del mondiale si racconta ai nostri microfoni: "I miei obiettivi sono la Top 5 e una moto factory. Gresini Racing? Una storia incredibile"

MotoGP esclusiva, Bastianini: “Ora ho fiducia in me stesso”

Si può fare un concerto rock senza mai alzare di un’ottava la propria tenue melodia? Sì, se ti chiami Enea Bastianini. Il paragone è ardito, ma calza a pennello per Enea, forse il pilota più tranquillo della griglia MotoGP 2022.
<a href="https://motosprint.corrieredellosport.it/news/motomondiale/moto-gp/2022/03/22-5241308/motogp_marc_marquez_non_sarebbe_meglio_dire_basta_">MotoGP, Marc Marquez: non sarebbe meglio dire basta?</a>
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Enea, con la testa sulle spalle</h2>
<hr />

Gentile, posato, prima del Qatar esattamente come dopo, sebbene nel mezzo abbia compiuto un’impresa storica. Il suo successo, infatti, ha scoperchiato un Vaso di Pandora denso di significati che hanno fatto breccia nei cuori di molte persone, anche chi non è “malato” di motociclismo. Ma come detto, Enea non ha alzato di un’ottava il suo spartito, con la pacatezza come leit motiv.
Dopo la gara conquistata hai scritto sul tuo profilo Instagram che ancora non credevi di aver vinto. Dopo quanto ti sei convinto?
“Sì, ho iniziato a crederci dopo due-tre giorni. All’inizio è sembrata una cosa quasi normale, ma il giorno dopo ci ho ripensato e mi sono detto ‘cavolo, è la prima vittoria in MotoGP’. E ho cominciato a realizzare”.
I tuoi genitori, Emilio e Antonella, non erano presenti in Qatar: ora li farai restare sempre a casa o potranno tornare alle gare?
“Adesso basta (ride), vado soltanto io e, se vuole, Alice (la fidanzata, ndr). È stato un peccato che non ci fossero, ma dovrò aspettare le gare europee per averli in pista. Perché torneranno”.
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Losail, il primo trionfo in MotoGP</h2>
<hr />

Se ripercorri i momenti topici della corsa, cosa hai pensato quando hai visto Pol Espargaró andare lungo alla Curva 1?
“Quando ho mollato i freni e sono entrato in curva ho proprio sentito il rumore della sua Honda, e con la coda dell’occhio l’ho visto andare lungo, infatti alla Curva 2 già non sentivo più il suo motore. Di conseguenza mi sono detto ‘ho un vantaggio, ora devo gestirlo’. Durante l’ultimo giro ho tenuto d’occhio i maxi-schermi: è vero che Brad Binder era vicino, ma non abbastanza per attaccare”.
E quando sei uscito dall’ultima curva e hai visto la bandiera a scacchi di fronte a te? 
"In quel momento c’è stata un’esplosione di emozioni. Il rettilineo è stato lunghissimo, sembrava non finire più! È stato qualcosa di magico: vincere la prima gara con il Team Gresini, che in MotoGP non trionfava dal 2006, è stato davvero emozionante”.
La tua vittoria incarna una moltitudine di significati: come ti ha fatto sentire a distanza di giorni?
“È bellissimo. Sono in un team che da un certo punto di vista è nuovo, dato che purtroppo non è più guidato da Fausto. Nadia insieme a Carlo (Merlini, direttore commerciale, ndr), a Michele (Masini, team manager, ndr) e ai figli ha fatto i salti mortali per portare avanti la squadra, quindi vincere subito è stato incredibile. Ho avvertito un’immediata fiducia in me, anche grazie all’esperienza che ho maturato l’anno scorso: spero soltanto che ora non si abituino troppo bene (ride)”.
Un trionfo significativo e inaspettato: il giovedì prima del GP la tua vittoria era quotata a 25…
“Lo so, infatti molti dei miei amici mi hanno detto 'fortuna che esisti' (ride), dato che avevano scommesso su di me prima del weekend. Sono stati coraggiosi, si meritano la vincita”.
Quali complimenti ti hanno fatto più piacere?
“Secondo me i complimenti più belli sono sempre quelli dei tuoi rivali e colleghi: è bello sentirsi valorizzati da chi fa il tuo stesso sport. Penso a Franco Morbidelli. Ma anche Giacomo Agostini. E pian piano sto rispondendo: il martedì successivo alla gara, però, ho cercato di isolarmi e godermi il momento, perché non farlo sarebbe stato un crimine”.
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>Il feeling con la Ducati</h2>
<hr />

Avevi detto che guidare la GP21 ti avrebbe agevolato a inizio stagione: sei stato profetico.
“Come si è visto, la GP21 è una moto che va bene, e gode di alcuni vantaggi nei confronti della GP22, essendo un mezzo arrivato al proprio limite di crescita. Potrebbe avere degli svantaggi in futuro, ma per ora mi tengo i lati positivi”.
Come definiresti la tua moto?
“La stabilità è la prima cosa che mi ha colpito: dopo i primi giri sulla GP21 ho capito perché con la GP19 facevo tanta fatica. Un altro aspetto interessante è l’erogazione del motore. Due fattori che mi stanno aiutando”.
Hai riscontrato subito i miglioramenti sul giro secco?
“Sì, ho avuto i primi segnali a Jerez, in novembre, e la conferma è arrivata nei test di Sepang, dove ho firmato il record. Siamo partiti con il piede giusto, senza dubbio”.
<div style="page-break-after: always"> </div>
<h2>I rivali per il titolo</h2>
<hr />

C’è già chi parla di Top 5 stagionale: è un obiettivo credibile?
“È l’obiettivo che mi sono posto anch’io, anche se nelle corse può succedere di tutto. Diciamo che finire la stagione nelle prime cinque posizioni della classifica mi farebbe contento”.
Sei sempre di più tra gli osservati speciali di Gigi Dall’Igna.
“Ne sono consapevole, ma sono al trettanto consapevole che sta osservando anche Jack Miller e Jorge Martin: penso che noi tre siamo in gioco per un posto nel team ufficiale l’anno prossimo. Essere osservato da Dall’Igna mi fa piacere, penso che durante l’anno mi aiuterà, ma per ora voglio dimostrare il mio valore a me stesso. In futuro mi piacerebbe essere alla pari degli altri, nel bene e nel male: quest’anno, se le cose dovessero andare bene, si potrà dire che la GP21 è meglio della GP22, in caso contrario si potrà affermare che mi mancano i mezzi per essere veloce, quindi per il 2023 punto a una moto 2023”.
Appare più in difficoltà Fabio Quartararo. E con lui la Yamaha.
“Si parla spesso di Yamaha in difficoltà, ma alla fine vince. Rimane una Casa da temere, e Fabio ha vinto un titolo, quindi è senza dubbio un pilota molto forte, nonché un rivale. Credo sia normale che la Casa si concentri su di lui, essendo il più rapido, anche se io non sono mai stato coinvolto davvero nel progetto di una Casa, quindi posso soltanto parlare da esterno”.
Chi è il favorito per il Mondiale?
“I primi nomi che mi vengono in mente sono Pecco Bagnaia, Quartararo, Marquez, Joan Mir e Martin”.
Torniamo a te: tra 2019 e 2020 hai compiuto un passo avanti enorme, e da allora non hai più sbagliato nulla: cosa ti è scattato dentro?
“In passato avevo faticato a esprimermi al massimo, per tanto tempo ho pensato che la causa fosse fisica, ma in realtà dovevo compiere un passo avanti a livello mentale. Nel 2020 ho trovato la giusta serenità per ottenere certi risultati, e ho coronato il sogno di vincere un titolo. Da lì in poi ho acquisito tanta fiducia in me: ora non ho più dubbi su ciò che posso fare”.

Il leader del mondiale si racconta ai nostri microfoni: "I miei obiettivi sono la Top 5 e una moto factory. Gresini Racing? Una storia incredibile"