© Luca Gorini
Lo spagnolo si ritrova ad affrontare un nuovo episodio di diplopia: il periodo più buio della sua carriera sembra non avere fine
22.03.2022 ( Aggiornata il 22.03.2022 13:43 )
Quello di Marc Marquez è un vero e proprio calvario che deve imporre una serie riflessione al pilota spagnolo. Ha senso continuare a rischiare così o sarebbe meglio dire basta? Una domanda che lo spagnolo si sarà posto più volte, ma che stavolta diventa necessaria e importante come mai prima d’ora.
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La notizia è nota: dopo la rovinosa caduta patita nel warm up del GP Indonesia, Marquez ha deciso precauzionalmente di non prendere parte alla gara. Una scelta saggia, visto il riacutizzarsi della diplopia, che si somma alla commozione cerebrale emersa dopo una TAC all’ospedale di Lombak.
Tempi di recupero? Difficili da prevedere. Bisognerà aspettare i prossimi controlli per capire entità del danno e tempo necessario a ritornare in piena forma. Facile pensare che questo ennesimo stop vada a compromettere la stagione 2022 di un Marquez apparso incapace di guidare sopra i problemi di una Honda RC213V non ancora in suo controllo: quando si tratta di gestire, come in Qatar, Marc riesce nel suo intento, ma quando prova a spingere (come a Mandalika) l’iberico torna a collezionare un elevato numero di cadute che adesso non può più permettersi.
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Marc, carriera a rischio?
Cadute che, sommate alle difficoltà fisiche del #93, vanno a compromettere le certezze e la forza mentale di un pilota che fino a Jerez 2020 appariva indistruttibile e che adesso sembra sempre più fragile. Il Marquez capace di guidare sopra i problemi sembra non esistere più, semplicemente perché adesso è lui ad avere problemi che non gli consentono di andare oltre il limite.
Proviamo a rispondere alla domanda posta all’inizio: ci auguriamo, come tutti, di rivedere Marc in pista presto, molto presto, ma la sensazione è che i tempi per un completo recupero siano parecchio lunghi. In una MotoGP sempre più equilibrata e dominata da volti giovani, l’idea del ritiro potrebbe palesarsi nella mente di un campione che, alla soglia dei 30 anni, ha già vinto tutto e che potrebbe decidere di deporre le armi in nome della propria salute.
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