MotoGP, Rossi e la "maledizione" di Razali: “Non vincerai più”

MotoGP, Rossi e la "maledizione" di Razali: “Non vincerai più”© Getty Images

Nella docuserie MotoGP Unlimited, il manager malese ha raccontato un curioso aneddoto che lo lega al nove volte campione del mondo

16.03.2022 ( Aggiornata il 16.03.2022 13:23 )

Razlan Razali e Valentino Rossi hanno avuto modo di lavorare insieme nella stagione 2021, l’ultima del Dottore in MotoGP, quando il malese era capo del team Yamaha Petronas SRT oggi sponsorizzato WithU.

Il primo incontro tra Razali e Rossi


Un binomio nato sotto i migliori auspici ma finito male, così tanto da convincere definitivamente il pesarese ad appendere il casco al chiodo. Ma quello dell'anno scorso non è stato il primo incrocio tra il malese e l’italiano, che avevano avuto modo di incontrarsi per la prima volta nel lontano 2005.

A raccontarlo è lo stesso Razali all’interno di MotoGP Unlimited, docuserie trasmessa dalla piattaforma Prime Video nella quale il manager ricorda il primo contatto (non certo idilliaco) avuto con Valentino, in occasione dei test invernali di quella stagione.

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La maledizione nei confronti di Valentino


Tra Razali e Rossi non c'è mai stato un gran rapporto, a tal punto che lo stesso Razali ha più volte raccontato il proprio pentimento per aver ingaggiato il #46 nel 2021. Nella serie firmata Amazon il team manager racconta l'origine di questo dissapore:Ero un grandissimo fan di Valentino, ero entusiasta quando Rossi venne per la prima volta per i test invernali nel 2005 a Sepang”, è il ricordo di Razali. “Gli chiesi di autografarmi un libro e lui mi passò accanto senza dire niente, non ci pensò nemmeno due volte. In quell’istante pensai ‘vieni nel mio paese e mi fai questo? Non vincerai mai più un campionato’”.

Una specie di ‘anatema’ che non impedì a Valentino di vincere altri due titoli, negli 2008-2009, prima di dare inizio a un lungo digiuno durato 12 anni.

“Da quell’episodio in poi ho perso interesse nei suoi confronti, finché non c’è stata la possibilità di averlo come pilota. Così è la vita, così è il karma. A lui non l’ho mai detto, lo confido qui per la prima volta”, è l’onesta conclusione di Razali. 

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